Scritto da Dario Accolla ed Eugenia Nicolosi ed edito da Splēn di Surya Amarù, il racconto affronta temi come migrazione, femminismo, ambientalismo e animalismo: "Le favole di ieri e le narrazioni oggi promuovono una realtà in cui i corpi non conformi non sono previsti, l’ambiente e il mondo animale sono a nostro uso e consumo e, chiunque scelga una vita alternativa a quella proposta, è sbagliato, diverso, da allontanare. Ma la realtà è diversa"
“Siamo cresciuti con le fiabe dei Fratelli Grimm che, registrando i tempi in cui hanno vissuto, ci hanno dettato degli schemi precisi in cui veniamo spinti da quando siamo piccolissimi: i buoni e i cattivi non hanno quasi mai delle sfumature, le principesse sono sempre da salvare e sono delle ingenue sognatrici che aspettano sempre questo benedetto principe”, dicono Accolla e Nicolosi. “Dall’altra parte i principi azzurri sono sempre grandi eroi senza macchia e senza paura che le salvano. Ma è solo un esempio: le favole ieri e le narrazioni oggi promuovono una realtà in cui i corpi non conformi non sono previsti, l’ambiente e il mondo animale sono a nostro uso e consumo e, chiunque scelga una vita alternativa a quella proposta, è sbagliato, diverso, da allontanare”.
La realtà è invece molto più complessa: “Supera di gran lunga quegli schemi”, aggiungono. “Non tutte le bambine sognano di diventare principesse, per continuare con l’esempio, qui a spiegarcelo è direttamente la matrigna di Cenerentola che racconta la sua versione dei fatti”. E appunto, gli incontri di Emma sono soltanto con gli antieroi delle favole e delle fiabe più famose, i “cattivi”: orchi, streghe, vampiri, matrigne e draghi le spiegano come sono andate realmente le cose, la loro personale versione dei fatti. La piratessa Uncina spiega alla piccola protagonista che non esistono mestieri da uomini e altri da donne, l’orco che non si giudica qualcuno per come appare esteriormente e ancora, gli alieni, che fuggire da un pianeta in guerra significa allontanarsi dai propri cari e dalle cose che amiamo fare. “Non avevamo idea di quanto sarebbe accaduto tra Russia e Ucraina”, spiegano gli autori. “Tuttavia ci sono molti altri conflitti nel mondo che costringono milioni di persone a migrare verso altri Paesi: riteniamo sia necessario insegnare ai piccoli e ricordare ai più grandi il valore dell’accoglienza, la terra è di tutti”.
Parole come omofobia o razzismo non vengono mai pronunciate: il linguaggio resta delicato e il messaggio arriva forte e chiaro. Da una parte questo libro è uno spunto per imparare a pensare fuori dagli schemi e a sviluppare una visione critica delle cose, dall’altra è uno strumento per i grandi che vogliono consegnare ai piccoli questi valori ma non sanno bene come presentarglieli.