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Luciana Littizzetto, il monologo sul Referendum della Giustizia scatena “il fronte del sì”: “Pensate che la mattina sul water leggiamo il manuale di diritto costituzionale?”

"Due erano i referendum che ci stavano a cuore: l’eutanasia e le Droghe leggere. Perché in quel caso noi cittadini votavamo con la nostra coscienza. Perché di parenti o amici che stanno male o di cosa sono le canne ne sappiamo qualcosa tutti quanti. E invece no. Dobbiamo dire la nostra su delle questioni specifiche di diritto. A sto punto votiamo noi ma almeno aggiungete una Giuria di Qualità come a Sanremo", un passaggio dell'intervento a Che Tempo Che Fa. Le parole della comica torinese sono finite nel mirino in primis della giornalista di La7 Flavia Fratello: “Ma davvero ci tenete così tanto a sembrare degli scemi? Davvero pensate che un quesito “tecnico” sia incomprensibile? Non dategliela vinta, andate a votare”. Dura la reazione del senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, ex ministro delle Comunicazioni, e di Michele Anzaldi

di Giuseppe Candela

Polemiche social e politiche, reazioni dagli spettatori e addetti ai lavori. Tutta colpa del monologo di Luciana Littizzetto in onda nell’ultima puntata stagionale di “Che tempo che fa“, nel mirino lo spazio di circa quattro minuti dedicato al Referendum sulla Giustizia previsto il prossimo 12 giugno. Una “letterina” nel suo stile indirizzata a senatori e deputati, di cui riportiamo il testo integrale: “Votare è bellissimo, però vi dico la verità: il 12 giugno pensavo di andare al mare. Voi Camere chiedete a me e ad altri milioni di cittadini italiani di pronunciarci sui referendum, non uno ma cinque. Volevo dirvi alcune cose che mi sgorgano dal cuore e pure da un altro organo che non dico. Prima cosa: Potreste scrivere una volta nella vita una formula che si capisca? Non che come al solito per dire “no” devi votare “sì” e per dire si devi votare no. Imparate dalla Chiesa che fa le cose semplici: vuoi tu Marcello sposare la qui presente Giuditta? Sì. Non è che rispondi no e il prete dice: allora vi dichiaro marito e moglie. Però sto giro però mi viene chiesto un parere su qualcosa che non so bene e questo parere vale. Diciamo che so vagamente, so a spanne, so a grandi linee. Ma se devo scegliere, non so proprio un benemerito, definito, totalizzante, liberatorio, scintillante…

“Custodia cautelare, legge Severino, ancora ancora, ma elezione Csm, separazione delle carriere, elezione consigli giudiziari ma che cacchio ne so? Per chi ci avete preso, per 60 milioni di Giuliani Amati? Siamo forse dei Perry Mason? Pensate che la mattina sul water leggiamo il manuale di diritto costituzionale? Non è che la sera a tavola a Sondrio o a Reggio Calabria si parla della separazione delle carriere dei magistrati, a meno che la famiglia non sia composta da magistrati. Siamo talmente scarsi in materia giuridica che abbiamo creduto per anni che Forum su Rete Quattro fosse reale e adesso dobbiamo esprimerci sull’elezione dei consigli giudiziari? Certo, tu Stato potresti dire: ‘Il cittadino deve informarsi e andare a votare preparato‘. Vero, ma se dobbiamo informarci su tutte le leggi che vota il Parlamento allora aboliamo il Parlamento e facciamo votare direttamente i cittadini così risparmiamo pure gli stipendi e le pensioni dei parlamentari. Creiamo una bella piattaforma la chiamiamo piattaforma Bordeaux e il problema è risolto.”

Da qui la conclusione: “Due erano i referendum che ci stavano a cuore: l’eutanasia e le Droghe leggere. Perché in quel caso noi cittadini votavamo con la nostra coscienza. Perché di parenti o amici che stanno male o di cosa sono le canne ne sappiamo qualcosa tutti quanti. E invece no. Dobbiamo dire la nostra su delle questioni specifiche di diritto. A sto punto votiamo noi ma almeno aggiungete una Giuria di Qualità come a Sanremo. Vi saluto cari amici senatrici e senatori deputati e deputrici. E sappiate che comunque, anche se ci saranno 40 gradi all’ombra, il 12 giugno io a votare ci andrò, per senso di responsabilità, per dovere civico, ma soprattutto perché è un mio diritto, e molti anni fa in parecchi ci hanno rimesso la vita perché io lo potessi esercitare. Grazie. Viva l’Italia. Ci vediamo il 12″.

Le parole della comica torinese sono finite nel mirino in primis della giornalista di La7 Flavia Fratello: “Ma davvero ci tenete così tanto a sembrare degli scemi? Davvero pensate che un quesito “tecnico” sia incomprensibile? Non dategliela vinta, andate a votare”. Dura la reazione del senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, ex ministro delle Comunicazioni: “In genere quando incrocio la Littizzetto cambio canale, direi che sia meglio che si occupi di stracci per la polvere che sono più alla sua portata invece che di certi temi. Quando anche lei avrà qualche guaio giudiziario capirà quanto siano importanti questi referendum per porre fine alla politicizzazione della magistratura.”

Polemico anche Michele Anzaldi, esponente di Italia Viva e segretario della Vigilanza Rai: “Il monologo di Littizzetto (Che Tempo Che fa) contro i referendum Giustizia, che ha scatenato proteste tra gli spettatori, è buona informazione da servizio pubblico? Che ne pensa l’Agcom che a pochi giorni dal voto fa solo richiami generici? Che dice il neocommissario Capitanio?”, ha scritto sul suo profilo Twitter. “Caro Michele, ti consiglio di leggere meglio il richiamo di AgCom, che è tutt’altro che generico. Quanto alla Littizzetto è anche materia della tua Commissione di Vigilanza Rai. Buon lavoro”, la replica a stretto giro dell’esponente leghista.

Nel pieno della polemica infatti, in maniera forse non casuale, l’AgCom ha rilasciato una dichiarazione richiamando la Rai e i media affinché “garantiscano un’adeguata copertura informativa sui temi oggetto dei referendum indetti per il prossimo 12 giugno, allo scopo di offrire ai cittadini un’informazione corretta, imparziale e completa sui quesiti referendari e sulle ragioni a sostegno delle due opzioni di voto, favorevoli e contrarie ai referendum, osservando i principi di pluralismo, obiettività, completezza e imparzialità dell’informazione.”

“Andate a votare per tigna. Non vi vogliono mandare a votare. Luciana Littizzetto su Rai 3 ha fatto un grande numero comico per dire che i referendum sono una cosa difficile. Sul servizio pubblico, per cui paghiamo il canone, i comici fanno le risate sulle difficoltà del voto referendario”, il commento di Daniele Capezzone, ospite a Quarta Repubblica. Il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli non la prende bene: “Ogni volta che sento queste cose qui mi va il sangue alla testa. L’abbonamento Rai che serve per pagare lo stipendio alla Littizzetto e a Fazio non mi va giù. In un momento nel quale nessuno parla dei referendum loro non trovano di meglio da fare che disincentivare alla partecipazione al voto. Dalla Littizzetto e Fazio non mi aspetto niente di diverso ma devono capire che questo tema riguarda tutti, ed essere arrestati di notte senza sapere il perché può succedere anche alla Littizzetto e Fazio, poi magari non scherzerebbero più su questi temi. L’articolo 21 della Costituzione garantisce il diritto all’informazione ma se utilizzi un palco pagato coi soldi dei cittadini a favore del sì o del no o per non andare a votare, per me è un reato.”

Il deputato di Forza Italia Andrea Ruggeri, membro della Commissione di vigilanza parlamentare Rai, attacca: “Se per la Littizzetto è indifferente che ogni 8 ore, tutti i giorni, un italiano vada ingiustamente in carcere, per poi essere assolto, e spesso chi commette l’errore non paga mai ma spesso viene promosso ne prendiamo atto. Forse non tutto si merita una risata. La Costituzione ci dice che andare a votare è un dovere. Mi auguro per lei che non debba mai finire ingiustamente in carcere; questa è una cosa di cui non si può ridere. Ora però aspettiamo anche la letterina sui magistrati e sulle loro carriere a discapito delle persone. Deve capire che ci sono cose che meritano più rispetto e meno risate.”

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