Per volare nel Regno Unito a bordo di compagnie low cost, il passaporto può non bastare. Soprattutto se è un passaporto italiano, greco, francese o rumeno. Si moltiplicano le testimonianze di passeggeri che denunciano di aver ricevuto, ai gate degli aeroporti di tutta Europa, richieste di esibire “un secondo documento d’identità” da parte degli assistenti di terra. È successo a Lara Parizotto, 26 anni, italo-brasiliana che lavora per un’associazione di tutela dei cittadini europei oltremanica. In un video che ha girato agli imbarchi dell’aeroporto di Barcellona, pubblicato da Repubblica, la si ascolta discutere con un’impiegata di Ryanair: “Devo vedere una seconda prova della sua identità (oltre al passaporto italiano, ndr) perché lei salga a bordo del volo” per Edimburgo, le viene detto. “Qualcosa che dica che è lei, anche la carta d’identità o un altro documento. È un controllo casuale, ci chiedono di farli regolarmente”, spiega l’assistente. Lara protesta: “Queste non sono le linee guida ufficiali, serve solo il passaporto. Se mi spiega perché le serve un altro documento, sarò felice di mostrarglielo. Perché controllate solo gli europei? Anche a un mio amico europeo è stato chiesto “casualmente” di mostrare un altro documento”.
A questo punto l’impiegata ammette: “È perché ce lo chiedono, perché spesso i passaporti italiani sono falsi“. “Quindi il controllo è mirato ai passaporti europei ed italiani”, osserva Parizotto. “Italiani, greci, francesi“, conferma l’assistente. La giovane chiede di vedere le linee guida ufficiali per questa politica e la dipendente della compagnia si innervosisce: “Signora, vuole volare? Allora mi mostri un altro documento”. Ma i casi sono tanti: ancora Repubblica riporta che una collega di Parizotto, la 29enne cittadina rumena Andreea Dumitrache, residente oltremanica da dieci anni, ha ricevuto la stessa richiesta prima di imbarcarsi su un volo Easyjet, da Palma de Mallorca a Bristol. In questo caso l’assistente di terra le ha persino chiesto una prova fisica di essere residente regolare nel Regno Unito. E basta fare una ricerca su Twitter per capire che casi del genere accadono da tempo agli europei. Il motivo è che le compagnie vengono multate se un passeggero viene respinto alla frontiera, e in quel caso devono rimpatriarlo a spese loro: dunque, possono decidere di mettere un filtro preventivo e arbitrario all’imbarco, ulteriore rispetto alle leggi in vigore.