Pandemia e tempo di e-Commerce? Sì, senza dubbio; eppure, nonostante la spesa on line sia un vero e proprio must dei nostri giorni, il negozio fisico resta ancora centrale.
La conseguenza? I canoni di affitto dei negozi continuano a essere in crescita. Ne abbiamo parlato su Immobiliare.it, in un approfondimento.
Vendite on line per il settore dell’alta moda
Secondo un recente report di World Capital, in collaborazione con la Federazione moda Italia, le vendite on line crescono, ma l’alta moda vede maggiori guadagni grazie alle attività negli store: il 71,6% delle vendite è stato effettuato esclusivamente in negozio, mentre il 29,4% proveniva da acquisti on line o attraverso i social.
Se si osserva il settore moda nel suo complesso, per l’80% delle imprese, le vendite on line rappresentano ancora una fettina, intorno al 5%.
A dire dell’ultimo Osservatorio eCommerce Netcomm-Politecnico di Milano, gli acquisti on line a fine 2022, sul totale delle vendite, copriranno circa l’11% delle torta.
Tutto il resto avviene dal vivo.
Roma e Milano: affitti dei negozi in rialzo
A Milano, in via Montenapoleone, nel famoso Quadrilatero, i canoni al metro quadrato sfiorano punte massime di 15.150 euro e minime di 11.000, mentre via Dante, via Torino e corso Vittorio Emanuele oscillano tra 10 e 15.000 euro/mq.
A Roma le cifre sono simili. Via dei Condotti, via del Corso, piazza di Spagna, via del Babuino, sono le aree in cui gli affitti non sono mai arretrati.
“Il settore immobiliare retail high street si attesta resiliente nella prima parte dell’anno, con valori di locazione in aumento nelle High Street di Milano, Roma, Firenze e Venezia”, dichiara Andrea Faini, Ceo di World Capital Group.
Le cause?
Spesso, sono legate al fatto che gli spazi da affittare, in centro, sono pochissimi.
Dove c’è passaggio pedonale, quindi, la scarsità di offerta tiene in alto prezzi e canoni. Inoltre, i grandi brand investono negli immobili non soltanto per generare vendite. Il negozio è innanzitutto una vetrina, un modo per affermare il brand.
Non tutti sanno poi che il canone d’affitto che un grande brand paga al proprietario dell’immobile è costituito da due elementi:
- una parte “fissa” (con un minimo garantito);
- un’altra parte più piccola, variabile, legata al fatturato generato.
Quindi, anche senza battere uno scontrino, l’ingresso in negozio dei potenziali consumatori è considerato un valore.
Qual è quindi il futuro dei canoni d’affitto nelle vie della moda? Da quanto emerge, sarà un futuro in salita.