“Per la pace si lavora con ambasciatori e governi di tanti Paesi, alla luce del sole, comunicandolo anche a giornali e tv più volte, avendo come unico obiettivo la fine della guerra. Io l’ho fatto e continuerò a farlo, spero in compagnia di tanti colleghi che in questi giorni criticano e chiacchierano, ma per arrivare alla pace non muovono un dito, preferendo parlare di armi e guerra”. Così il segretario leghista Matteo Salvini commenta le rivelazioni di stampa sui propri incontri con l’ambasciatore russo in Italia, Sergei Razov, all’insaputa del governo: dapprima una cena il 1° marzo, sei giorni dopo l’invasione dell’Ucraina da parte di Putin, poi un altro faccia a faccia ad aprile e infine l’ultimo (anticipato martedì dal Fatto) il 19 maggio all’ambasciata di Roma. Proprio in quest’ultimo incontro Salvini ha portato a Razov il “piano di pace” in quattro punti scritto con il consulente Antonio Capuano, anche lui presente. I tre hanno parlato anche della missione del leghista a Mosca, prevista per domenica scorsa.
Per sostenere che il segretario non ha voluto tenere segreti gli incontri con Razov, l’ufficio stampa della Lega ha pubblicato una nota con una serie di lanci d’agenzia delle scorse settimane: “Matteo Salvini ha ribadito più volte, da marzo a oggi, di essere impegnato per la pace e per la difesa dell’interesse nazionale italiano. Il leader della Lega ha parlato in diverse occasioni dei propri contatti con ambasciatori, tra cui quello russo, e della disponibilità di andare a Mosca. Nessuno può quindi sostenere che il pensiero e i contatti di Salvini fossero ignoti”, recita il comunicato. Ma nè il ministero degli Esteri né palazzo Chigi, però, erano informati della missione a Mosca né degli incontri. E il Copasir (il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) ha annunciato di aver aperto un’indagine sul ruolo di Capuano, ex deputato e consigliere comunale di Forza Italia: “Io sono pronto a spiegare, non c’è nulla di segreto”, ha detto stamattina lui al Corriere. E sugli incontri Salvini-Razov ha spiegato: “Il segretario della Lega ha spiegato il suo progetto in quattro punti, dall’altra parte è arrivata un’apertura di credito“.
In mattinata ha detto la propria anche l’ambasciatore: “Il senatore Matteo Salvini, come sapete, è leader di un grande partito politico, rappresentato in Parlamento e inserito nella maggioranza di governo. Non ci sono ostacoli per il suo ingresso nella Federazione russa”, dichiara Razov. “Quanto allo scopo del viaggio, lo stesso senatore Salvini e le persone che lo accompagnavano hanno espresso pubblicamente le loro opinioni in merito”, aggiunge. E non commenta i propri incontri con il leader leghista: “Non ho altro da aggiungere su questo”. Poi parla delle nuove sanzioni contro Mosca approvate in sede di Consiglio europeo: “Inevitabilmente influiscono su alcuni aspetti della vita sociale ed economica in Russia”, ammette. “Allo stesso tempo, e lo assicuro, il nostro Paese supererà queste difficoltà temporanee. Il Presidente e il Governo stanno introducendo i necessari adeguamenti alla politica finanziaria ed economica, compresa la linea alla sostituzione delle importazioni, che consentiranno di compensare i costi delle sanzioni illegittime”. E avverte: “Le sanzioni sono un’arma a doppio taglio. Prendo nota delle dichiarazioni allarmanti di rappresentanti del governo e del mondo imprenditoriale italiano in merito ai crescenti problemi legati al rallentamento della crescita economica italiana, all’aumento dell’inflazione, all’aumento dei prezzi di gas, carburante, elettricità e prodotti alimentari”.
Il segretario leghista incassa il sostegno ufficiale del proprio partito: “Il governo italiano sostiene una soluzione diplomatica del conflitto? Il governo italiano vuole evitare altra morte, distruzione, sofferenza e povertà? Il governo italiano ha come priorità la pace? Ovviamente sì. Ogni iniziativa in questo senso va dunque incoraggiata e sostenuta, non aggredita, criticata o addirittura “indagata””, fa sapere una nota della Lega. Ma dopo il premier Draghi – che ieri ha chiesto “trasparenza” nei rapporti di Salvini con la Russia – arriva anche la reprimenda del sottosegretario a palazzo Chigi Franco Gabrielli: “Queste iniziative dovrebbero fatte a livello di leader di Governo, non di partito. Tutto è possibile purché si faccia nella massima trasparenza e rispetto dei ruoli che, soprattutto in momenti così complicati, tutti devono avere. Soprattutto quei personaggi che hanno una responsabilità che deriva dall’essere leader di formazioni politiche importanti e che reggono il governo”. Anche dagli altri partiti piovono critiche: “La diplomazia è una cosa seria. Pensare di ridurla a una serie di visite mediatiche in Polonia o Russia è ridicolo. Pensavo che Salvini lo avesse capito, dopo l’esito del viaggio in Polonia. Invece, insiste a confondere la politica estera con l’Interrail”, attacca Matteo Renzi. Anche per il coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani, stretto alleato della Lega, “le missioni a Mosca devono essere organizzate con il Governo e con l’Unione europea. Non tocca a me giudicare le attività di altri partiti”.