Il piano dell'isola manca di "informazioni sufficienti sul tipo, la quantità e la fonte dei rifiuti prodotti sul territorio e una valutazione dello sviluppo dei flussi di rifiuti in futuro”, scrive il direttore generale del ministero della Transizione ecologica, Silvia Grandi. I 5 stelle: "Potenziale danno per le tasche dei siciliani"
“Non conforme”. La Commissione Europea boccia così il Piano rifiuti della Sicilia. Arriva stavolta da Bruxelles una nuova pesante tegola sul presidente Nello Musumeci che solo lo scorso aprile aveva rilanciato, sulla scia delle dichiarazioni del sindaco di Roma Roberto Gualtieri, la realizzazione di due inceneritori, al costo di un miliardo. Adesso rischia di perdere i fondi europei (più di 35 milioni) perché il piano presentato un anno fa manca di “informazioni sufficienti sul tipo, la quantità e la fonte dei rifiuti prodotti sul territorio e una valutazione dello sviluppo dei flussi di rifiuti in futuro”, scrive il direttore generale del ministero della Transizione ecologica, Silvia Grandi.
Un documento inviato alla Regione Sicilia per comunicare la bocciatura della Commissione europea. Nel rapporto viene spiegato in ben 5 punti perché il piano siciliano “di gestione dei rifiuti e il programma di prevenzione dei rifiuti non sono coerenti”. E non solo: il “piano manca di una descrizione chiara e dettagliata – si legge nel documento firmato da Grandi – (compreso un piano d’azione, il calendario, le responsabilità) delle misure previste per conseguire gli obiettivi di cui sopra. Inoltre il piano non stima i costi futuri per il sistema di gestione dei rifiuti previsto”.
Per questo la Sicilia non potrà accedere ai fondi finanziati dalla politica di coesione per il ciclo di programmazione 2021-2027. Entro il 10 giugno il governo di Musumeci dovrà quindi presentare “una revisione profonda del Piano che tenga conto dei rilievi della commissione, anche in vista dell’approvazione del Programma nazionale di Gestione rifiuti”: questo chiede il ministero per salvare i fondi. Accade proprio mentre molti siciliani (120 Comuni) si accingono ad andare alle urne per cambiare le amministrazioni, ricevendo proprio in questi giorni la tassa sui rifiuti che in diversi comuni sono molto più che insufficienti (come per esempio Palermo).
Così che ad appesantire il clima elettorale arriva anche la bocciatura dell’Europa. “Solo ieri raccoglievamo il grido d’allarme dei sindaci che si trovano costretti ad aumentare in modo spropositato la tassa sui rifiuti per sopportare le spese legate al trasporto fuori Regione, proprio a causa della carenza degli impianti in Sicilia”, tuona il responsabile Ambiente del M5s, Giampiero Trizzino. A dire che il piano faceva acqua da tutte le parti già l’anno scorso erano stati proprio i 5 stelle, ai quali adesso pare dar ragione la Commissione europea. E a Trizzino fa eco la collega Ketty Damante: “La non conformità del piano dei rifiuti non solo mette a rischio la tutela del nostro già martoriato territorio, ma rappresenta un potenziale danno per le tasche dei siciliani. Senza questo documento restano bloccati sia fondi europei della programmazione 2014-2020, per un importo di circa 35 milioni di euro, sia quelli inerenti al periodo 2021-2027”.