Terremoto, e non è il primo, nel primo gruppo bancario tedesco Deutsche Bank. Ieri gli uffici di Francoforte della banca e quelli della controllata Dws (Deutsche Asset & Wealth Management), la divisione che si occupa di gestire gli asset e i patrimoni dei risparmiatori, sono stati perquisiti da 50 tra agenti della polizia tedesca e della BaFin, l’autorità che vigila sui mercati tedeschi. L’accusa è di aver millantato credenziali Esg (Environmental, Social and Governance) che in realtà non ci sono. In sostanza la società assicurava che gli investimenti tenessero conto di criteri di sostenibilità ambientale, cosa che invece le autorità mettono in dubbio. Classica pratica di “ripulitura verde” o greenwashing, in cui Deutsche Bank non è certo l’unica specialista. Poche ore dopo le perquisizioni l’amministratore delegato di Dws, Asoka Woehrmann, si è dimesso. I titoli della società perdono stamane il 7%. A sostituire il manager uscente sarà Stefan Hoops, della divisione corporate di Deutsche Bank
A indirizzare le indagini delle autorità era stata la ex responsabile della sostenibilità degli investimenti Desiree Fixler che ha definito falsa l’affermazione della società del 2020 secondo cui metà dei 900miliardi di dollari in gestione sarebbero investiti in base a criteri Esg. Dopo la segnalazione, nel 2021, i bilanci Dws riportavano una quota investita in prodotti Esg di soli 115 miliardi, il 75% in meno dell’anno prima. Indagini sono in corso anche negli Stati Uniti. BaFin ha spiegato che l’indagine si è basata anche da notizie apparse su diversi media internazionali in cui venivano sollevati dubbi sulla coerenza dei reali investimenti di Dws rispetto a quanto dichiarato in termini di sostenibilità. “Contrariamente a quanto affermato nei prospetti di vendita dei fondi di Dws, i fattori Esg in molti casi non sono stati minimamente presi in considerazione” ha spiegato l’autorità di vigilanza.