“Ferma la necessità di essere molto prudenti nella valutazione dei dati, è comunque evidente che i disturbi alimentari sono cresciuti esponenzialmente nel periodo del Covid. In particolare, per quella che è l’esperienza del nostro Centro, la casistica di anoressia giovanile si è moltiplicata per circa sette volte” A parlare è il professor Giorgio Nardone, psicologo e psicoterapeuta, direttore del Centro di Terapia Strategica di Arezzo, in vista della Giornata Mondiale dei disturbi del comportamento alimentare, che si celebra il 2 giugno in concomitanza con la Festa della Repubblica. Nardone, che è anche formatore Consulcesi con una collana di corsi dedicata alle implicazioni di natura psicologica legate al Covid-19, discuterà di disturbi alimentari anche in occasione del terzo Convegno Mondiale del Brief Strategic and Systemic Therapy World Network, che si terrà ad Arezzo dal 2 al 5 giugno.
A fronte dell’aumento così marcato durante il periodo delle limitazioni anti-COVID dei disturbi alimentari, ora, col tendenziale ritorno alla normalità, si iniziano a notare segni di miglioramento?
Per il momento no. L’ondata di casi è stata così marcata che attualmente ci troviamo ancora ad affrontare quegli stessi casi e non abbiamo ancora la possibilità di dire se con il nuovo contesto si potrà assistere ad un ridimensionamento del fenomeno. In particolare l’anoressia giovanile restrittiva, vale a dire con digiuno – che nel periodo più acuto della pandemia si è presentata con manifestazioni davvero tragiche come ad esempio ragazzine che avevano perso fino a venti chili in due mesi – è sicuramente il disturbo che maggiormente continua ad offrire una sfida per noi terapeuti anche oggi.
Come affrontare questo genere di disturbi?
Un ruolo essenziale, in generale nei disturbi alimentari adolescenziali, lo hanno le famiglie che vanno coinvolte così che possano evitare gravi errori di accompagnamento nella guarigione dei loro figli. Per l’anoressia giovanile restrittiva questo è particolarmente vero perché vi è proprio un ruolo di supporto ai pasti, durante i quali i genitori stanno vicini all’adolescente da un punto di vista emotivo, controllando allo stesso tempo, senza mai operare forzature si intende, che lui o lei mangi quanto gli è stato assegnato. Naturalmente poi vi sono tecniche specifiche per i singoli disturbi alimentari anche non adolescenziali, fortunatamente “codificati da tempo” a livello internazionale, alla definizione delle quali il nostro Centro ha avuto l’onore di contribuire.
Nel caso di disturbi alimentari le cui conseguenze non siano così plateali come una improvvisa e consistente perdita di peso, come possono le famiglie riconoscere una situazione di disagio nei loro figli, che magari occultano anche il loro malessere?
Può risultare in effetti complesso. Dipende dai diversi disturbi, ad esempio nel caso del mangiare e vomitare bisogna stare molto attenti alle attività del figlio o della figlia dopo il pasto: se corre continuamente in bagno questo può essere un indice di malessere. Vi sono poi indizi più specifici che possono essere individuati da un esperto, al quale comunque in caso di dubbio è bene rivolgersi.
Il 2 giugno, proprio in occasione della Giornata Mondiale sui Disturbi del Comportamento Alimentare prenderà anche il via il terzo Convegno Mondiale del Brief Strategic and Systemic Therapy World Network che riunisce diversi studiosi a livello mondiale che si occupano e praticano la terapia breve sistemico-strategica. Quale sarà il focus del Convegno?
Dopo 7 anni dall’ultimo appuntamento, il Convegno si concentrerà sullo stato dell’arte di questo tipo di psicoterapia, su come si stanno affrontando a livello globale i disturbi psicologici maggiori e particolare attenzione verrà dedicata proprio ai disturbi alimentari anche per le ragioni di grave allarme evidenziate in questa intervista.
Gianmarco Pondrano Altavilla