Cultura

Malena si racconta in un libro: “Pura è il modo in cui mi sento io. Non è il porno ma la sessualità femminile ad essere ostracizzata”

La biografia senza veli e senza filtri ma con elegante garbo (Pura – Il sesso come liberazione, Mondadori) arriva dalla star del porno italiana scoperta da Rocco Siffredi, trasmutata da agente immobiliare e dirigente del PD ad attrice hard

di Davide Turrini

“Pura è il modo in cui mi sento io, e se c’è un momento in cui questa purezza emerge in tutta la sua meraviglia, è subito dopo aver fatto sesso, quando ho ricevuto e soprattutto dato piacere”. Pura, anzi purissima. Generosa, saggia e consapevole. Un po’ tra Histoire d’O e Signore e signori di Pietro Germi, ecco Milena, da Gioia del Colle (Bari), in arte Malena. La biografia senza veli e senza filtri ma con elegante garbo (Pura – Il sesso come liberazione, Mondadori) arriva dalla star del porno italiana scoperta da Rocco Siffredi, trasmutata da agente immobiliare e dirigente del PD ad attrice hard. Una manciata di anni adolescenziali occupano cronologicamente la prime pagine del libro: da quando insoddisfatta della pratica masturbatoria (“Le volte che provavo a toccarmi (…) non riuscivo a provare un vero piacere”) Milena necessita già a 12 anni di contatto fisico per eccitarsi; dalle prime gite scolastiche con il gioco della bottiglia al primo bacio con il compagno di classe belloccio; dal primo “pompino” (“diverse vene ne solcavano la superficie (riferendosi al pene del fidanzato ndr), dandogli un’idea di arroganza e potere, che mi piacque moltissimo”) alla dolorosissima prima volta, il coming of age maleniano possiede una lingua febbrilmente concitata che sa di meraviglia e determinazione.

Non da meno la provocazione filosofica (“la conquista della libertà sessuale non è un momento fine a sé stesso, non è confinata ai genitali, è un balsamo che s’irradia ovunque (…) mente e corpo vogliono la stessa cosa, sentirsi appagati”), il ribaltamento di senso che Milena (o Malena, nome sorto come casuale nickname per le celebri chat room) offre del sesso orale praticato all’uomo e tendenzialmente definito per la donna passivo autodefinendosi padrona del pene, e dell’uomo. “In quei momenti mi sento letteralmente padrona del pene, avverto di poterlo controllare a mio piacimento ed è qualcosa di inebriante, un distillato purissimo di forza e controllo”. Il desiderio di controllare il partner che a sua volta alimenta la propria eccitazione addirittura con selfie alquanto malandrini: “Sul set amo scattarmi un selfie con lo sperma sul viso alla fine di ogni scena (…) lo considero una sorta di vezzo, la testimonianza migliore di come abbia appena dominato il partner”. La sessualità che Milena racconta è una miscela inebriante di osservazione e percezione, di desiderio olfattivo e trasporto carnale. Il sesso “che fa ringiovanire”, quel “mix di gioia, adrenalina e libertà”.

Milena parla di quello che definisce biblicamente il suo “cammino”, prima verso la sessualità tout court e poi nel mondo del porno, con una leggiadra autoconsapevolezza che le elegge a paladina letteraria di genesi ed equilibrio della sessualità etero ma anche lesbica (sorpresa!), di sesso a tre, frequentazioni nei club privati e nelle spiagge per scambisti. Narrazione che spesso diventa vera e propria crociata contro i luoghi comuni sul tema, come ad esempio l’epiteto e il concetto di “puttana” appioppato con antica naturalezza alle donne: “Se un ragazzo passava da una storia all’altra, guadagnava rispetto e toccatine di gomito complici. Una ragazza si trasformava invece in zoccola (…) Vorrei solo chiedere ai maschietti: voi che cosa ci guadagnate con questo modo di pensare? Credete che diventiamo più docili, pronte a piegarci ai vostri desideri? Vi facciamo meno paura se ci incasellate nella dicotomia brava ragazza – puttana? Non funziona così, siamo noi a decidere se ci meritate”. Sistemate ascissa e ordinata di un girl power impreziosito da una libido iperattiva e illimitata, Milena ricorda il tourbillon di fidanzati, amori e amanti, squarciando la membrana popolare e provinciale del paesino del Sud in cui all’improvviso la ragazza qualunque diventa pornostar e addosso riceve fango, maldicenza ed odio. Perfino il PD ne chiede e la forza alle dimissioni del suo ruolo dentro al partito. Addirittura i clienti della sua agenzia immobiliare non vogliono più la sua firma in calce ai contratti. Ma attenzione il porno è una cosa seria. È “un impegno fisico e stancante”.

Riso in bianco e pollo solo la sera per avere la pancia sempre in ordine. Una scarica di energia liberatoria che trascina con sé ogni conformismo. E se vi aspettate che Malena metta sul piedistallo Siffredi cascate male. Sì, gli elogi a Rocco si sprecano (soprattutto quando ne descrive le capacità di erezione dal nulla, così in pochi istanti solo con una carezza). È quando Malena incontra Manuel Ferrara, altro divo, allievo e quasi coevo di Siffredi, che la ragazza pugliese va in tilt. Il risultato finale lo potete trovare online su qualsiasi portale di porno gratuito digitando i nomi dei due attori e Parigi, dove è ambientata la storia del film. Malena però ne esemplifica così l’incontro: “Squirtai al primo tocco” o “ogni spinta del suo pene dentro di me mi avvicinava all’estasi”. Parere contrario però ce l’hanno i genitori e i paesani che non la rendono di certo profeta in patria. Malena deve rifarsi quindi, pardon, una verginità ripulendosi con le partecipazioni tv a L’isola dei famosi o al Costanzo Show. Il popolino riconosce la deviazione, il vizio, ma la fa tornare (a fatica) una di loro. Gli uomini che si mettono con lei, da quando inizia la carriera nel porno in avanti, spesso fanno cilecca. Malena inquieta: “Non è il porno ma la sessualità femminile ad essere ostracizzata”. La donna che gode dà fastidio. Femminista 3.0 Malena: “La donna è regina, lo è per nascita, anatomia, spiritualità, forza e passione. Se onoriamo un uomo, se gli concediamo di starci al fianco, dev’essere lui ad accettare questo ruolo e dimostrarsene all’altezza”.

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