Scrisse all’amante: “Se mi trovano morto è stata lei”. Un messaggino inviato da un uomo di 50 anni che nella primavera dell’anno scorso raccontava di essere stato picchiato dalla moglie che aveva scoperto la sua relazione extraconiugale. L’altra donna, dopo il decesso dell’uomo, era andata in caserma dai carabinieri a mostrare quei messaggini in cui lui raccontava quello che succedeva in casa: liti, botte e un tentato omicidio. Intanto la moglie, come riporta il Corriere della Sera, aveva disposto il funerale e che il corpo fosse cremato. Era stata eseguita quindi l’autopsia che aveva certificato che l’uomo era stato strangolato.
Secondo il pm di Torino Paolo Cappelli la donna, poi finita a processo, dopo aver scoperto il tradimento del marito avrebbe cominciato a maltrattarlo. Litigi sempre più violenti tanto che in un caso era intervenuta la polizia che aveva momentaneamente allontanato la donna da casa e l’aveva accompagnata in ospedale. Poco dopo l’uomo aveva scritto all’amante: “Ha cercato di strangolarmi“. Il giorno dopo il messaggio: “Sto prendendo botte” e il giorno dopo ancora la moglie aveva denunciato che il marito era deceduto. L’uomo era affetto da un tumore ed era stato sottoposto interventi chirurgici che gli avevano deformato il viso: il medico legale aveva quindi scritto sul referto che si trattava di morte naturale non potendosi accorgere dei segni dello strangolamento.
L’intervento dell’altra donna aveva fatto aprire l’inchiesta e il pm aveva ordinato che venissero bloccate le esequie ed eseguita l’autopsia. Le deformazioni dovute al tumore avevano reso difficile riconoscere i segni dall’asfissia all’esame del medico che aveva certificato il decesso la morte. Da qui l’iscrizione sul registro degli indagati della vedova, che si è sempre avvalsa della facoltà di non rispondere, limitandosi a dichiararsi estranea. La prima udienza del processo è stata fissata il 17 ottobre.