Era un paziente di uno dei medici uccisi, l’uomo che ha freddato quattro persone nel campus del St. Francis Hospital a Tulsa, in Oklahoma, e si è poi tolto la vita. La conferma arriva dal capo della polizia di Tulsa (Oklahoma) Wendell Franklin in una conferenza stampa. Michael Louis, ha ucciso il medico che lo aveva operato, Preston Phillips, e altre tre persone, Stephanie Husen, Amanda Green e William Love.

L’investigatore ha riferito che Louis aveva subito un intervento chirurgico alla schiena il 19 maggio eseguito proprio da Phillips, e successivamente aveva chiamato più volte lamentandosi del dolore e chiedendo di essere visitato. Dopo aver incontrato il medico martedì, mercoledì, prima della sparatoria, aveva richiamato “lamentando il mal di schiena e chiedendo ulteriore assistenza”. La polizia ha poi trovato addosso all’omicida una lettera “che chiariva che l’uomo era entrato nella struttura con l’intento di uccidere il dottor Phillips” e chiunque si fosse messo sulla sua strada. Alle 14 di mercoledì Louis, ha riferito il capo della polizia, ha acquistato un fucile semiautomatico in stile AR-15 da un negozio di armi. Nemmeno tre ore dopo, poco prima delle 17, la polizia è stata chiamata per la sparatoria. Solo pochi giorni fa la strage nella scuola elementare del Texas.

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L’allarme è scattato quando qualcuno ha chiamato la polizia avvertendo che c’era un uomo armato nel campus dell’ospedale. Gli agenti sono arrivati sul posto nell’arco di alcuni minuti e sono immediatamente intervenuti. “Nessun agente è rimasto ferito”, riferisce la polizia parlando di una scena “catastrofica” ma limitata a una “porzione del secondo piano”. L’ennesima sparatoria arriva mentre è in corso un acceso dibattito sulle armi dopo le stragi di Uvalde e di Buffalo. La speaker della camera Nancy Pelosi ha assicurato che ci sarà un’azione forte. I democratici stanno valutando diverse misure, fra le quali anche il divieto delle armi d’assalto. Un’ipotesi aggressiva che non sembra comunque in grado di spuntarla in Congresso, dove i liberal in Senato non hanno i numeri sufficienti per approvare neanche misure più deboli.

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