Secondo l'Electric Vehicle Outlook 2022 della multinazionale americana, in tre anni la flotta di veicoli elettrici sulle strade di tutto il mondo salirà a quota 77 milioni. Gli analisti prevedono inoltre che l'ultima vettura con motori a combustione dovrebbe essere venduta nel 2038, per centrare l'obiettivo delle emissioni zero nel 2050
Il settimo rapporto annuale di BloombergNef (BNef), che espone le previsioni a lungo termine relative all’evoluzione globale della mobilità elettrica, fa sapere che seppure sulla buona strada – quella che dovrebbe condurre alla riduzione dell’impronta di carbonio entro il 2050 –, i paesi hanno sicuramente aspetti da potenziare e regolamentare al più presto, a livello di politiche e di investimenti.
Intanto, un’istantanea della situazione: secondo l’Outlook 2022 del BNef, ad oggi su strada si contano globalmente quasi 20 milioni di veicoli passeggeri elettrici e 1,3 milioni di veicoli commerciali elettrici (considerati anche autobus, van per le consegne e truck): quanto ai mezzi a due e tre ruote a batterie, lì se ne contano ben 280 milioni.
Lo studio sostiene che se nel 2021 le vendite di EV sono state 6,6 milioni, entro il 2025 queste cresceranno a 20,6 milioni: in particolare, il 23% delle vendite globali di nuovi veicoli per passeggeri sarà rappresentato dalle ibride plug-in, che lo scorso anno arrivavano solo al 10%. Tre quarti delle vendite, invece, saranno rappresentate dalle BEV, cioè le full electric.
Ciò porterà, sempre dal 2025, ad avere 77 milioni di elettriche ed elettrificate su strada, rappresentanti il 6% della flotta totale, con alcune differenze da mercato a mercato: in Cina, per esempio, le EV rappresenteranno il 13% delle auto per passeggeri su strada, e nello stesso anno, in Europa, queste rappresenteranno l’8% del totale. Allo stesso tempo, la flotta globale di auto per passeggeri con motori tradizionali continuerà a crescere ma soltanto fino al 2024, da lì poi inizierà la flessione.
All’aumento dei veicoli a batterie si accompagnerà quello dei prezzi delle batterie che, però, secondo gli esperti di Bloomberg, non dovrebbe intaccare l’adozione delle EV nel breve termine. Questo perché, del resto, i fattori che concorrono ad aumentare il costo delle materie prime delle batterie al litio sono analoghi a quelli che stanno portando a un aumento vertiginoso dei prezzi di benzina e diesel, motivo per cui sempre più persone guardano con curiosità – se non con interesse vero e proprio – alle auto a batteria.
Comunque, per far sì che si concretizzi davvero un azzeramento globale delle emissioni di CO2 entro il 2050, lo studio ritiene che sarà necessario che le auto BEV rappresentino almeno il 61% delle vendite dei nuovi autoveicoli entro il 2030, il 93% nei cinque anni successivi e quindi il totale entro il 2038: nessun paese sarà davvero in grado di arrivare al 2038 avendo “espulso” dal proprio mercato le auto a combustione interna, ma Germania, Regno Unito e Francia ci andranno vicine.
Lo studio riporta anche in che modo la crescita di domanda delle auto elettriche stia condizionando la domanda di petrolio: al momento, la prima porta a flettere la seconda nell’ordine di 1,5 milioni di barili al giorno, e il grosso dipenderebbe dai veicoli a due e tre ruote. Entro il 2025, tuttavia, le auto a batteria di ogni segmento contribuiranno a far diminuire la domanda di petrolio di quasi 2.5 milioni di barili al giorno.