Nel 2018 la possibilità di guidare, ora quella di praticare mestieri tradizionalmente maschili, come quello del meccanico d'officina: continua la strategia del principe ereditario saudita, accusato di reprimere nel sangue le opposizioni interne e le critiche al suo regime, come accaduto con l’assassinio del giornalista Kashoggi. Adesso che il conflitto in Ucraina gli offre la possibilità di avere un peso diverso negli equilibri energetici mondiali, Salman concede piccole aperture sulle tematiche sociali per migliorare l'immagine del regno
Le donne saudite si sono spostate da dietro il volante a sotto il cofano. Un’officina di riparazione auto in Arabia Saudita si sta rivolgendo a una fonte finora non sfruttata per nuovi meccanici: le donne, a cui solo quattro anni fa non era nemmeno permesso guidare. Al garage Petromin Express di Jeddah, sulla costa del Mar Rosso, le nuove addette controllano l’olio e cambiano le gomme insieme ai loro colleghi maschi, sono parte di una spinta a livello nazionale per portare più donne nel mondo del lavoro. Eppure le tirocinanti hanno, forse inevitabilmente, incontrato una serie di barriere quando sono entrate in un campo dominato dagli uomini in tutto il mondo, e ancor di più nel regno musulmano conservatore. In diverse hanno raccontato all’agenzia Afp che i loro primi mesi di lavoro hanno portato lampi di insicurezza, scetticismo da parte dei parenti e aperta ostilità da parte di alcuni clienti.
Un “vecchio” che è passato dal garage ha immediatamente ordinato a tutte le donne di uscire, dicendo che non voleva che si avvicinassero alla sua macchina, ha raccontato Ghada Ahmad. “All’inizio è normale non fidarsi di noi, perché io sono una donna e lui non si fida del mio lavoro di donna”, ha spiegato indossando guanti bianchi striati di grasso e un lungo soprabito blu. Mentre lottava per imparare le basi, Ghada ha avuto momenti in cui si chiedeva se uomini potessero avere ragione. “Andavo a casa con le mani gonfie, piangendo e dicendo: ‘Questo lavoro non fa per me. Sembra che le loro critiche fossero giuste, corrette’”. Ma man mano che le sue capacità miglioravano, aumentava anche la fiducia.
L’espansione dei diritti delle donne è al centro dell’agenda Vision 2030 del principe ereditario Mohammed bin Salman, intesa a diversificare l’economia dipendente dal petrolio mentre ammorbidisce l’immagine radicale dell’Arabia Saudita. Il cambiamento di più alto profilo è arrivato nel 2018, quando il principe Mohammed, il sovrano de facto del regno, ha supervisionato la fine di un divieto decennale alle donne di guidare. Il paese ha anche allentato le cosiddette regole di “tutela” che conferiscono agli uomini un’autorità arbitraria sulle parenti.
Queste mosse erano destinate ad accrescere la reputazione del principe Mohammed bin Salman come sostenitore dei diritti delle donne, e cancellare la repressione del dissenso, l’incarcerazione, la scomparsa gli oppositori, il centinaio di condanne capitali eseguite ogni anno nel regno wahabita.. Ma adesso grazie alla crisi in Ucraina il “paria” MBS torna in pista e in pole position. Il presidente Usa Joe Biden visiterà l’Arabia Saudita a fine mese, il bisogno di energia dell’Occidente non ammette pericolose divagazioni, sui diritti, doveri, libertà individuali e collettive.
Qualcosa però nella società saudita si sta muovendo. Le donne meccanico di Jeddah hanno raccontato all’Afp che non avrebbero mai potuto iniziare a lavorare senza il consenso dei loro mariti. Ola Flimban, una 44enne madre di quattro figli, ha sentito parlare per la prima volta dei lavori da un post sui social media e ha immediatamente chiesto a suo marito, Rafat Flimban, se poteva candidarsi. Rafat acconsentì e aiutò sua moglie a prepararsi per l’intervista insegnandole i nomi dei pezzi di ricambio. Mentre Ola era intervistata si è avvicinato un giovane con la sua berlina d’argento per un cambio d’olio. Ha ammesso di essere “scioccato” dal fatto che il compito sarebbe stato svolto da una donna, ma presto si è ripreso. “Se sono qui, significa che sono addestrate”, ha confessato, “e forse conoscono la mia macchina meglio di me”.
Il vicepresidente di Petromin, Tariq Javed, sostiene che la sua azienda è “fiduciosa che questa iniziativa incoraggerà più donne ad entrare nell’industria automobilistica in tutte le fasi”. L’azienda afferma che la sua formazione per le donne copre “tutti i servizi espressi, inclusi olio, batteria, pneumatici, aria condizionata e altri requisiti automobilistici”. Saida, 27 anni, con questo lavoro ha raggiunto un obiettivo che un tempo riteneva impossibile. “Il mio sogno era entrare nel settore automobilistico, ma per una donna saudita questo campo non era disponibile. Quindi, quando si è presentata l’opportunità, ho fatto domanda subito”. Adesso sta studiando per l’esame di guida e spera di prendere la patente entro un mese. “Se devo affrontare un problema in mezzo alla strada, ora so come reagire”.