Il giorno dopo la confessione, è la madre della babysitter accusata del tentato omicidio di un bimbo di 13 mesi a parlare. “Me l’hanno rovinata, è sempre stata una brava ragazza. Monica è figlia unica, così come lo è il piccolo bimbo di Soliera. Per questo io sto pregando tanto sia per mia figlia, sia per quel piccolo che possa salvarsi” le parole, riportate dai quotidiani modenesi della madre di Monica Santi, arrestata con l’accusa di aver lanciato il piccolo che le era affidato dal secondo piano. La donna ha ammesso di essere stata lei a lanciare, in preda a quella che ha definito una catalessi, il bambino. La vittima è ricoverata all’ospedale Maggiore di Bologna, in prognosi riservata.
Il riferimento della madre è al periodo difficile affrontato dalla figlia che lavorava, fino al giugno scorso, come segretaria in una ditta: il rapporto professionale si è interrotto bruscamente con strascichi legali per stipendi non pagati e accuse di mobbing. Una situazione che ha aggravato la situazione psicologica della giovane donna. Dopo l’interruzione del rapporto è andata per un periodo a Nizza dove ha cominciato a fare la babysitter. Al suo ritorno ha risposto ad un annuncio della famiglia di Soliera (Modena), cominciando, a gennaio, a occuparsi del bimbo per otto ore al giorno. I genitori, per i quali sono stati disposti gli atti per farle visita, hanno lei come unica figlia. Il padre è un operaio in pensione. Monica Santi, laureata in economia e commercio nel 2015, è descritta come una donna con molti interessi, come la fotografia e il disegno, ma con pochi amici, con le vacanze fatte da sola e niente social. La colf, testimone di quanto avvenuto, benché al momento dei fatti si trovasse al piano inferiore, ha riferito che, in questi mesi, avesse sempre svolto il suo lavoro in maniera seria e accurata.