Era il luglio del 2019 quando Alessio e Simone, due cuginetti di 11 anni, furono travolti da un suv guidato da un uomo ubriaco e che per sia stessa ammissione aveva consumato cocaina. I due bambini, a distanza di due giorni, morirono. Per aver falciato i due piccoli, a Vittoria Ragusa, Rosario Greco era stato condannato in appello a 9 anni. Lo scorso 4 aprile la Cassazione ha annullato quella sentenza rilevando un vizio e ha disposto un nuovo processo, intanto il difensore dell’imputato ha chiesto e ottenuto che gli arresti domiciliari per l’uomo. Le famiglie dei due bambini parlando di ingiustizia: “Siamo distrutti, ma che giustizia è questa? È uno schifo. Si chiama ‘ingiustizia’, non giustizia. A meno di un mese dai tre anni dalla morte di Alessio e Simone, chi li ha investiti quella notte riducendoli a poltiglia, è fuori dal carcere. Solo noi, noi genitori, abbiamo l’ergastolo” dicono all’agenzia Agi Alessandro e Tony D’Antonio, papà di Alessio e Simone. Quella sera dell’11 luglio i due bambini erano seduti sullo scalino della porta di casa quando, una macchina a tutta velocità, li travolse. Greco, figlio del presunto boss Emanuele, era in macchina con altri uomini. In un primo momento Greco, con precedenti, non si era fermato per poi presentarsi in Questura ed essere arrestato per omicidio stradale.
Il gup del Tribunale di Ragusa, Ivano Infarinato, al quale il pm Fabio D’Anna aveva chiesto la condanna dell’imputato a 10 anni, aveva deciso per una pena inferiore di un anno in forza anche del rito abbreviato. Tra le pene accessorie anche la revoca della patente di guida e la confisca dell’auto posta sotto sequestro, oltre al risarcimento dei danni da liquidare in sede civile al comune di Vittoria che si era costituito parte civile ed ha chiesto un risarcimento di un milione di euro. Greco, accusato di duplice omicidio stradale aggravato dall’alterazione psicofisica dovuta all’utilizzo di sostanze alcoliche e stupefacenti, in appello era stato condannato alla stessa pena. Quindi era arrivato il giudizio davanti alla Suprema corte. “È incredibile. Siamo senza parole. Ci siamo affidati alla giustizia, non possiamo pensare che a meno di tre anni dalla strage che ci tolse i nostri figli, oggi questo delinquente sia fuori dalla galera. Non ci possiamo pensare. È questa la giustizia che lo Stato italiano riconosce a noi genitori? Tre anni di carcere per aver trucidato due bambini? Chiediamo – continua i due genitori parlando con l’Agi – una mobilitazione civile, chiediamo ai giudici di non negarci quella giustizia in cui credevamo perché altrimenti, solo la nostra condanna sarà a vita”. Gli ermellini hanno ha annullato il verdetto per un “vizio di motivazione” dell’appello per il rigetto della perizia psichiatrica richiesta dalla difesa.