I festeggiamenti per i settant'anni di regno hanno lasciato due certezze per i più attenti: da una parte un video con protagonista la Sovrana ha fatto conoscere al mondo il contenuto della sua borsa, sul quale da sempre di è fantasticato. Dall'altro la strategia mediatica ha mostrato un possibile scenario sul prossimo passaggio di consegne: sarà una poltrona per due?
Il Giubileo di Platino per i settant’anni di regno di Elisabetta II si chiude con due certezze. Finalmente il mondo sa cosa tiene la sovrana nella sua inseparabile borsetta nera e, altrettanto chiaro, è il progetto architettato per la sua successione. Sabato sera, ad aprire la festa organizzata dalla BBC davanti a Buckingham Palace è stato un video che ritraeva la sovrana, in una stanza del palazzo, in compagnia dell’orsetto Paddington invitato per il the. Una scenetta che ha deliziato i due bis-nipotini Charlotte e George, seduti in prima fila nel palco delle autorità insieme a William e Kate e a Carlo e Camilla.
L’ospite un po’ goffo ha permesso alla regina di mostrare ancora una volta la sua ironia, prestandosi ad uno sketch che è immediatamente rimbalzato sui social, così come accadde quando seguì nei corridoi, Daniel Craig, James Bond. Paddington combina guai ma Elisabetta II lo asseconda, e quando lui tira fuori l’immancabile sandwich “di emergenza” nascosto sotto al cappello, la sovrana apre la borsetta nera e tira fuori il suo, alla marmellata di arance.
Phil Dampier, commentatore reale da 36 anni, nel 2007 scrisse un libro dal titolo “Cosa c’è nella borsetta della Regina: e altri segreti reali”. In quella pubblicazione si lasciava immaginare che ci fossero biscottini per gli amati cani corgy, cruciverba presi dai giornali per ammazzare il tempo e perfino una piccola telecamera per fotografare gli ospiti VIP.
Si è fantasticato anche su oggetti più banali come occhiali e piccoli porta fortuna come miniature di cani, cavalli, selle ed una foto di famiglia. Un’altra biografa, Sally Bedell Smith, autrice del libro “Elisabetta, la Regina: La donna dietro al Trono” aveva rivelato che la borsa conterrebbe un uncino da tavolo per appenderci la borsa e oggetti come un rossetto ed uno specchio. Ma anche banconote da 5 o 10 sterline, usate la domenica per le donazioni alla Chiesa dopo la messa.
Chiuso il tempo per la congetture, Elisabetta II, davanti ad un pubblico di 20.000 persone raccolte davanti a Buckingham Palace e a milioni seduti davanti alla tv, ha svelato il segreto: nella sua inseparabile borsa c’è uno spuntino di emergenza, in caso di improvviso calo di zuccheri. Il video, durante le celebrazioni per il suo lungo regno, è stato l’ennesimo stratagemma usato per sopperire alla sua assenza.
Nota, ormai, la decisione del cerimoniale di palazzo di limitare al massimo le sue apparizioni per non affaticarla oltre misura e soprattutto per preparare ad arte il passaggio di consegne per la sua successione, il 9 Maggio scorso, Elisabetta II aveva affidato a Carlo e William l’incarico di presenziare l’apertura del parlamento salvo poi apparire a sorpresa all’inaugurazione della linea metropolitana a lei intitolata (Elisabeth Line) e al Chelsea Flower Show.
Allo stesso modo, la sovrana ha lasciato che figlio e nipote, insieme, guidassero l’apertura della giornata inaugurale delle celebrazioni nella parata Trooping the Colour, mentre le consorti entravano in scena, insieme in carrozza. E così il giorno successivo in occasione della funzione del Thanksgiving nella cattedrale di St Paul quando il principe Carlo, Camilla e i duchi di Cambridge si sono mossi all’unisono a favore di telecamere e di pubblico.
La strategia mediatica studiata minuziosamente da Elisabetta II e mostrata a corollario di questo evento storico, ha parlato chiaro. La regina non può cancellare il figlio in eterna, paziente attesa di mettersi quella corona sulla testa e diventare re. Ma è ben consapevole dei suoi limiti. L’immagine del principe Carlo, consumata da un divorzio straziante ed oggi ormai considerata spenta e noiosa, è piuttosto inadatta per stare al passo con tempi molto social e molto critici nei confronti della monarchia.
L’unica speranza di rilancio e sopravvivenza per la Corona è rappresentata dalla coppia in attesa negli spogliatoi. E questa è la scommessa plasticamente rappresentata dalla sovrana nella festa propedeutica alla sua successione. Dopo di lei non ci sarà un “re solo al comando”, ma ci sarà una squadra, un tandem già rodato e ben consolidato.
Carlo e William, con le loro mogli, anch’esse sempre rappresentate in coppia, saranno l’espressione della leadership condivisa e temporanea per garantire la sopravvivenza della Corona dopo Elisabetta II e prima di vedere William incoronato re. Anche sabato sera, sul palco del grande concerto per il Giubileo aperto, dopo 20 anni, ancora dalla chitarra di Brian May, i due futuri re hanno lavorato in coppia, calcando il palco con i loro due discorsi.
William ha salutato la nonna, “campata praticamente un secolo”, e ha raccolto dal padre l’impegno nella battaglia per la tutela dell’ambiente e per il futuro del pianeta. Carlo, salito sul palco con la moglie che Elisabetta ha già chiarito sarà Regina, ha salutato “mamy” concedendosi a commozione e qualche sorriso.
Il messaggio è chiarissimo. L’esperienza di Carlo sarà di supporto a William nella transizione, mentre l’immagine fresca e giovane del figlio e della sua famiglia saranno l’ingrediente per garantire alla monarchia di superare il passaggio più delicato: quello determinato dall’assenza del pilastro Elisabetta.
Tutti sono stati addestrati a modo e nessuno ormai si aspetta sorprese o colpi di testa. Carlo ha già dato e detto tutto ciò che poteva ed il suo breve regno sarà all’insegna della continuità accanto a una donna che, come Kate, ha perfettamente imparato rispettare il valore del “Royal silence”. Il silenzio potrà sembrare poco interessante ai più, ma è meglio essere imperscrutabili, spiegano i biografi della Corona, piuttosto che parlare troppo e fare guai. Esattamente quella negazione delle emozioni che Harry e Meghan non hanno mai saputo mettere in pratica e che li ha confinati alla marginalità.
La Corona sopravvivrà; sono disposti a scommetterci i commentatori di queste giornate storiche e di festa, ma sarà diversa anche perché i protagonisti saranno diversi. Quel che non potrà cambiare è la capacità di fare sognare e di attirare l’attenzione di tutto il mondo come solo questa monarchia, un po’ seriosa e un po’ da operetta, ha sempre saputo fare. In fondo, guardandosi intorno, che c’è di meglio?