Attualità

Andrea Rolla, gli perforano un polmone durante seduta di agopuntura: carriera stroncata per il campione di nuoto, ecco come è potuto succedere

Tutto inizia quando l'atleta si rivolge a un centro specialistico molto quotato di Roma per curare un dolore a una spalla sinistra. Purtroppo, i due fisioterapisti non avrebbero avuto le competenze per effettuare quella terapia. Che cos’è successo? Ne abbiamo parlato con il dottor Francesco Cracolici, medico e anche direttore della Scuola di Agopuntura di Firenze

Una carriera sportiva compromessa. Andrea Rolla, campione di nuoto classe 1989, nel novembre 2014 subisce la perforazione di un polmone a seguito di un trattamento di agopuntura. Tutto inizia quando l’atleta si rivolge a un centro specialistico molto quotato di Roma per curare un dolore a una spalla sinistra. Purtroppo, i due fisioterapisti non avrebbero avuto le competenze per effettuare quella terapia. Che cos’è successo? Il fisioterapista, ora accusato di esercizio abusivo della professione medica con il collega che lo assiste, inserisce un ago tra la scapola e la colonna vertebrale dell’atleta perforandogli un polmone e provocandogli un pneumotorace al polmone sinistro. Terminata la seduta, Rolla torna indietro, respira a fatica, spiega di sentirsi male, ma i due fisioterapisti invece di indirizzarlo verso un pronto soccorso minimizzano i problemi e lo tranquillizzano. I primi di dicembre il nuotatore finisce al pronto soccorso dell’ospedale San Camillo, dove una lastra evidenzia subito il problema aggravato dal non essere stato immediatamente individuato e curato. Attualmente, Andrea Rolla si è costituito parte civile nel procedimento e per il prossimo settembre è prevista la sentenza del giudice Monocratico. “In merito alla vicenda di Andrea Rolla, la FISA (Federazione Italiana delle Società di Agopuntura), di cui sono vicepresidente, si è molto adoperata in passato e con esiti a nostro avviso positivi”, ci spiega il dottor Francesco Cracolici, medico e anche direttore della Scuola di Agopuntura di Firenze.

Dottor Cracolici, ci spiega meglio di che tecnica si tratta?
“Questa tecnica si chiama ‘Dry Neddling’, ed è una modalità di agopuntura che in Italia è considerata un atto di esclusiva competenza medica, mentre in questo caso è stata praticata, purtroppo con esiti infausti, da un non medico. Occorre ricordare che, secondo varie sentenze della Corte di Cassazione (n. 500 del 19 luglio 1982, n. 482 del 27 Marzo 2003) e secondo le linee guida FNOMCEO sulle medicine e pratiche non convenzionali, si stabilisce in modo inequivocabile che l’agopuntura è un atto di esclusiva competenza e responsabilità professionale del medico chirurgo e dell’odontoiatra. Quindi la pratica del Dry Needling fa parte del corpus delle tecniche di agopuntura”.

L’agopuntura può presentare eventi avversi?
“In rarissimi casi e spesso causati da inesperienza. In letteratura scientifica gli effetti avversi rappresentano appena lo 0,02 %”.

È evidente che occorra avere una buona competenza in questo ambito. Ma come si diventa uno specialista agopuntore?
“Per legge vengono richieste 500 ore di apprendimento presso un master universitario o un Istituto privato accreditato”.

Come ci si orienta nella scelta di un buon centro di agopuntura?
“È consigliabile rivolgersi agli elenchi/albi depositati presso gli ordini dei medici nelle città di appartenenza dove vengono registrati gli agopuntori accreditati o effettuare una ricerca on line sulle liste degli agopuntori che le Federazioni del settore, come la FISA, forniscono dietro facile consultazione dei siti stessi. Per tornare alla vicenda dell’atleta, dopo reiterati documenti prodotti dalla FISA, il Consiglio superiore di sanità ha sancito che ‘La pratica del Dry Needling, pur con le già riferite limitazioni scientifiche, sia a esclusivo uso del medico chirurgo abilitato all’esercizio della professione e in possesso di specifica formazione post-laurea conseguita con le stesse modalità previste dall’accordo Stato Regioni del 7 Febbraio 2013, in quanto considerato atto medico‘.

L’agopuntura è quindi una pratica ben lontana da quell’aurea esotica che ancora si porta.
“Esattamente. L’agopuntura richiede specifica conoscenza medica costituita da attività di diagnosi patologica, individuazione delle cure e somministrazione della terapia”.