È stata promulgata nel 1985 dal governo Craxi. In quell'anno viene istituito un fondo che possa aiutare, questa la definizione, “cittadini illustri che versano in uno stato di necessità”. Quali sono le prerogative necessarie per ottenerla? La chiara fama e i meriti nel campo delle scienze, delle lettere, delle arti, dell'economia, del lavoro, dello sport e nei pubblici uffici, Oltre, ovviamente, il versare in stato di particolare necessità
Riccardo Bacchelli è l’autore de “Il mulino del Po”, uno dei rappresentanti più celebri della letteratura italiana. Nella vita si trovò in grave difficoltà. Il Paese rispose. Nacque così il vitalizio che oggi prende il suo nome. Concesso, proprio nelle ultime ore, anche allo scrittore, poeta e sceneggiatore Aldo Nove. Colpito da una malattia che gli impedisce di lavorare, ha ricevuto una telefonata dal ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta: la sua richiesta è stata accettata. Il premier Mario Draghi ha fatto la proposta, il consiglio dei ministri ha dato il via libera, insieme ad altri due nomi: Silvano Orlandi, il noto cuoco e pasticcere dei vip, e la soprano di origini giapponesi Emiko Kubota.
Ma che cos’è la “legge Bacchelli”? Qual è la sua storia? È stata promulgata nel 1985 dal governo Craxi. In quell’anno viene istituito un fondo che possa aiutare, questa la definizione, “cittadini illustri che versano in uno stato di necessità”. Quali sono le prerogative necessarie per ottenerla? La chiara fama e i meriti nel campo delle scienze, delle lettere, delle arti, dell’economia, del lavoro, dello sport e nei pubblici uffici, Oltre, ovviamente, il versare in stato di particolare necessità. La triste curiosità che ha accompagnato il suo varo è che lo stesso Bacchelli, che l’aveva ispirata, non riuscì a usufruirne. Morì poco tempo prima del varo.
La prima reale beneficiaria fu Anna Maria Ortese. Altra curiosità che rivela la nobiltà d’animo di un campione: fu proposta anche per Gino Bartali, ma la rifiutò, sostenendo che il vitalizio doveva essere dirottato a chi ne aveva più bisogno di lui. Ne hanno beneficiato anche la poetessa Alda Merini e il cantautore Umberto Bindi. Il vitalizio è stato concesso ad Aldo Nove (è in realtà uno pseudonimo, il suo vero nome è infatti Antonio Centanini) per la difficile situazione in cui l’ha costretto la malattia. Intorno a lui si sono stretti due cari amici, che hanno compreso la gravità del problema. Così Nicola Crocetti, grecista, editore, traduttore, e l’artista Mimmo lo hanno convinto. Era una strada da percorrere. Nove ha fatto domanda per la Bacchelli ed è riuscito a ottenerla. È un riconoscimento doveroso per un autore di tale portata. Il suo pseudonimo nasce da una frase storica: “Aldo dice 26 x 1” tratta dal telegramma del Comitato Nazionale di Liberazione Alta Italia nell’aprile del 1945 per comunicare il giorno (26) e l’ora (1 di notte) in cui dare inizio all’insurrezione dei partigiani a Torino nella guerra di Liberazione. I tre numeri danno nove come somma. Scrittore e poeta. Alieno a ogni tentativo di etichettarlo. Uno stile accattivante, ironico, controcorrente. Un linguaggio caratterizzato a tratti da una particolare asprezza. Per un periodo il suo nome è stato associato al pulp. Un protagonista fin dalle prime opere. Ricordiamo “Woobinda e altre storie senza lieto fine”, edito per Castelvecchi del 1996. Un autore eclettico. Nove scrive anche per il cinema e per il teatro. Nel 2011 pubblica per Einaudi “La vita oscena” e Renato De Maria ne trae un film. Tra i suoi lavori più noti “Tutta la luce del mondo” e “Amore mio infinito”.
Scrive per tutta la vita. Quattro anni fa ha ancora dato alle stampe con Bompiani “Il professore di Viggiù”, la cittadina dove è nato, in provincia di Varese. Poi ci sono le sue poesie. Poi nel 2020 per Sperling & Kupfer la biografia di Franco Battiato. Oggi Nove è in Calabria. Un amico lo assiste nella convalescenza. Chi sono gli altri beneficiari della Bacchelli? Silvano Orlandi, 83 anni, è un cuoco e pasticcere, conosciuto per le sue creazioni per personaggi dello spettacolo. Uno dei simboli dell’Italia dell’eccellenza gastronomica. Ha preparato torte di compleanno o matrimonio per volti celebri del cinema e della tv, della politica e dello sport. Tra i suoi clienti ci sono Sophia Loren, Silvio Berlusconi, Michael Schumacher. C’è anche papa Francesco. Emiko Kubota è una cantante lirica di origini giapponesi. Nata a Tokyo, si è poi affermata in Italia e in Europa. Ha vinto diversi concorsi internazionali ed è stata protagonista di grandi opere liriche. E’ stata insignita, una volta in pensione, con il titolo di Cavaliere della Repubblica dal presidente Sergio Mattarella.