Era tra i vertici dell’apparato del potere putiniano, uno degli uomini che il 21 febbraio era presente al vertice del Consiglio di sicurezza nel corso del quale il presidente russo impresse il suo sigillo sul piano di invasione russa dell’Ucraina. Quella fu la riunione in cui il leader del Cremlino umiliò pubblicamente il capo dei suoi servizi segreti, Sergey Naryskhin, che, balbettando, cercò di riallinearsi alla visione del capo della Federazione dopo aver messo involontariamente in discussione le strategie putiniane. Ma in quell’occasione Putin si scontrò anche con un altro funzionario di primo piano: l’oligarca Dmitry Kozak, vicedirettore dello staff del presidente. Dopo quello scontro, di Kozak si è persa ogni traccia.
Durante il suo intervento, l’uomo che è al fianco di Putin fin dall’inizio della sua ascesa politica parla anche come responsabile dei rapporti con l’Ucraina negli ultimi 5 anni. E lo fa ammettendo gli errori commessi in questi anni, dicendo che poteva essere fatto di più e che qualche spiraglio per una soluzione diplomatica c’è ancora. Una posizione che però a Putin non piace: nella testa del capo del Cremlino, ormai, c’è solo “l’operazione speciale” con la quale porterà decine di migliaia di suoi militari nel paese di Volodymyr Zelensky. Così, lo interrompe una prima e poi una seconda volta, fino a zittirlo. Sono queste le ultime parole pubbliche pronunciate da Kozak che, piano piano, è stato rimosso da ogni incarico ed è sparito da qualsiasi evento e documento ufficiale.
Lui che ucraino lo è di origine e che nel Paese oggi invaso dai carri armati di Mosca mantiene stretti legami politici ed economici. Come quelli con l’oligarca Viktor Medvedchuk, amico personale di Putin catturato lo scorso aprile dall’esercito ucraino. Era proprio Kozak l’anello di congiunzione tra Medvedchuk e il Cremlino. Questa fitta rete di rapporti in Ucraina gli era costata anche le accuse di essere un collaborazionista degli ucraini, con fonti locali che, addirittura, il 22 maggio parlavano di un suo arresto da parte delle forze di sicurezza di Mosca. Notizia, però, mai confermata.