Gli indagati sono accusati di aver diffuso le immagini su due gruppi social: uno "premium" e uno "vip" dove era possibile guardare video in diretta di un determinato impianto dopo aver ricevuto le credenziali a circa 20 euro
Hackeravano gli impianti di videosorveglianza per spiare ignari cittadini e poi rivendevano le immagini con una sottoscrizione da 20 euro. Tra questi c’erano anche video di minorenni. Sono undici le persone indagate dopo che sono state effettuate perquisizioni in dieci città italiane, da Ragusa a Treviso, passando per Roma e Milano. Sotto accusa due distinte organizzazioni criminali, individuate dalla polizia con l’operazione denominata Rear Window.
Il sistema messo in piedi prevedeva l’intrusione negli impianti di videosorveglianza, installati presso abitazioni private, spogliatoi di palestre e piscine, camerini di grandi magazzini e studi privati. Gli indagati sono accusati di aver diffuso le immagini su due gruppi social: uno “premium”, dove si guardavano immagini, anche di minori, condivise dagli amministratori, e uno “vip” dove era possibile guardare video in diretta di un determinato impianto di videosorveglianza, dopo aver ricevuto le credenziali a circa 20 euro. Inizialmente i gruppi erano sul social network VKontakte, poi su Telegram. Una delle due organizzazioni criminali aveva l’obiettivo di investire proventi illeciti in strumentazioni tecnologiche sempre più sofisticate. Per l’altra invece sono state scoperte transizioni finanziarie in criptovalute da 50.000 euro.
Allo stato attuale delle indagini, che sono ancora in corso, non risultano collegamenti tra le due organizzazioni. Gli indagati hanno un’età compresa tra i 53 e i 20 anni, tra questi risulta anche un cittadino ucraino che al momento risulta irreperibile. Le indagini, iniziate sei mesi fa, sono partite nel corso di un’altra indagine che ha visto la polizia collaborare con i colleghi della Neo Zelanda su reati pedopornografici. Al secondo gruppo gli investigatori sono arrivati dopo la denuncia di una persona a cui era stata segnalata la presenza sul web di video interni alla piscina di Milano che frequentava abitualmente.