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Il ciclista che fece cadere una bambina con una ginocchiata chiede 4500 euro al papà di lei per aver diffuso il video

Era il Natale del 2020. A girare il filmato il padre della bimba, Patrick Mpasa. Tutto è accaduto nella provincia di Liegi, Belgio: panorama innevato e passeggiata in famiglia, fin quando il ciclista non ha allontanato in malo modo la bimba per proseguire la sua corsa indisturbato. Ora un nuovo tassello si aggiunge a questa storia

di F. Q.

Il video nel quale passa da una stradina ghiacciata e dà una ginocchiata a una bambina che si trova in mezzo, facendola cadere, ha fatto il giro della rete. E suscitato indignazione. Era il Natale del 2020. A girare il filmato il padre della bimba, Patrick Mpasa. Tutto è accaduto nella provincia di Liegi, Belgio: panorama innevato e passeggiata in famiglia, insomma una bella e ‘classica’ giornata almeno fino a quando il ciclista non ha allontanato in malo modo la bimba per proseguire la sua corsa indisturbato. Il 5 marzo 2021, la corte della città di Verviers ha decretato la sospensione della pena per l’uomo, considerata l’enorme quantità di critiche ricevute sui social network. L’uomo ha pagato alla famiglia della piccola Neia, questo il nome della bambina spinta con il ginocchio, la simbolica cifra di un euro. Ora un altro tassello si aggiunge a questa storia. Lo racconta il Daily Mail. Già, perché il ciclista ha deciso di fare causa a Patrick Mpasa per aver girato e diffuso il video. L’uomo ha chiesto 4.500 euro (valore della bici) sostenendo che la pubblicazione del filmato abbia avuto esiti simili al revenge porn con lui costretto a non uscire più sulle due ruote. Secondo Rtfb, il ciclista ha poi detto in udienza che si sarebbe “accontentato” anche lui di un euro. Jacques Englebert, l’avvocato di Patrick Mpasa, ha così risposto alla causa per diffamazione: “Abbiamo il diritto di postare un video. Esiste la libertà di espressione. Aver pubblicato quel filmato va oltre la libertà di espressione?”. La versione del ciclista è che la ginocchiata gli era ‘servita’ per mantenere l’equilibrio, visto che stava per cadere. Versione contestata dalla famiglia di Neia anche perché, appunto, l’uomo non ha poi accostato per vedere se la bimba stesse bene. La sentenza è attesa per settembre.

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