La proposta della Commissione è passata con una maggioranza risicata, a favore del provvedimento hanno votato in 339, mentre i contrari sono stati 249 e gli astenuti 24. Bocciati gli emendamenti su biocarburanti e Life Cycle Assessment
Il Parlamento Europeo vota “sì” al bando alla vendita di auto nuove auto con motore termico a partire dal 2035, ibride incluse: da quella data sarà possibile vendere solo auto a zero emissioni allo scarico, ovvero ad alimentazione 100% elettrica. A favore del provvedimento hanno votato 339 legislatori, mentre i contrari sono stati 249 e gli astenuti 24.
“Con questi standard, creiamo chiarezza per l’industria automobilistica e stimoliamo l’innovazione e gli investimenti per le case automobilistiche. Inoltre, l’acquisto e la guida di auto a emissioni zero diventeranno più economici per i consumatori. Sono entusiasta che il Parlamento europeo abbia appoggiato una revisione ambiziosa degli obiettivi per il 2030 e abbia sostenuto un obiettivo del 100% per il 2035, fondamentale per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050″, ha dichiarato il relatore Jan Huitema.
La fase successiva riguarderà le procedure di approvazione delle normative comunitarie, un processo di trattative formali e informali tra il Consiglio Ue, la Commissione e lo stesso Parlamento. E, in seguito, il negoziato con i singoli governi degli stati.
Mentre è passato l’emendamento che consente ai costruttori con volumi di produzione compresi tra le 1.000 e le 10.000 unità – come alcuni della nostrana Motor Valley – di beneficiare di una deroga che li esonera dalle tappe intermedie di decarbonizzazione del 2030, spostandole al 2036. Respinta la possibilità di includere i biocarburanti tra le alternative per ridurre le emissioni, come avevano richiesto alcuni politici italiani, nonché l’emendamento per la riduzione del target al 2035 dal 100% al 90%, che avrebbe permesso di vendere pure i veicoli termici e ibridi a bassissime emissioni, assicurando la sopravvivenza dei propulsori bielle e pistoni.
Bocciata pure la possibilità di adottare il criterio del “life cycle assessment” per determinare il reale impatto ambientale delle automobili di nuova fabbricazione: significa che le uniche emissioni di CO2 a essere conteggiate in ambito omologativo saranno quelle allo scarico e non si terrà conto della reale impronta carbonica globale delle vetture, ovvero dalla costruzione allo smaltimento, ma della sola fase di utilizzo. Una decisione, questa, destinata a suscitare non poche polemiche.
Per Salvini, leader della Lega, la decisione del Parlamento Europeo è “una follia assoluta. Un regalo alla Cina, un disastro per milioni di lavoratori italiani ed europei”. Di tutt’altro tenore le dichiarazioni del capodelegazione del Pd al Parlamento Europeo Brando Benifei, che parlando con i giornalisti ha dichiarato che sul voto sullo stop alle auto inquinanti dal 2035 “la destra si è ricompattata ma ha perso la sua battaglia”.
“Sono 70.000 i posti di lavoro a rischio nell’industria automotive, legata alla produzione di componenti che non serviranno per l’elettrico”: è questo invece l’allarme lanciato dal direttore dell’Anfia, Gianmarco Giorda, dopo le decisioni europee. “L’elettrico a oggi non è in grado di compensare la perdita di posti di lavoro, non basta costruire colonnine di ricarica o altri componenti. Servono piuttosto azioni per portare in Italia pezzi di filiera legati alla produzione di batterie per le auto elettriche”.
Per Giorgio Airaudo, segretario generale della Cgil Piemonte, “e’ necessario che il sistema industriale italiano legato alla produzione dell’endotermico non perda l’occasione e si adegui sfruttando l’occasione di innovare. E’ inutile fare gli ultimi del vecchio processo produttivo. Conviene approfittare del salto tecnologico”.