Sei anni per morte come conseguenza di altro reato, lesioni e stalking. Al termine del processo con rito abbreviato, è questa la condanna inflitta a Marco Venturi, il 45enne ex fidanzato di Carlotta Benusiglio, la stilista trovata impiccata nella notte del 31 maggio 2016 a un albero dei giardini di piazza Napoli, a Milano. La decisione è stata presa dalla giudice per l’udienza preliminare Raffaella Mascarino, che ha riqualificato l’accusa di omicidio volontario – per la quale erano stati chiesti 30 anni – in morte come conseguenza di altro reato. “Siamo contente che la responsabilità sia stata ricondotta a Marco Venturi, non è stato condannato a tanti anni ma in questo modo è stata restituita dignità a mia sorella. Credevo nella giustizia e non mi sono sbagliata”, ha detto Giorgia Benusiglio, sorella della vittima.
La pm Francesca Crupi aveva sostenuto che erano preponderanti gli indizi che fanno ritenere che sia stato un omicidio rispetto a quelli che fanno ipotizzare il suicidio e aveva quindi elencato gli elementi che portano a sostenere che la stilista sia morta per mano del suo fidanzato. Tra le altre cose aveva ricordato l’ennesimo e pesante litigio tra i due durante quella serata in cui avevano anche bevuto, e le varie versioni fornite da Venturi, sia a verbale che intercettato. Il pm aveva evidenziato i cinque interventi delle forze dell’ordine a casa di lei, perché lui la maltrattava, e le due denunce. E poi una foto agli atti di lesioni che aveva subito in passato con segni proprio al collo. E ancora ciò che lei gli scriveva in mail: “Io non sarò mai una persona sottomessa e i tuoi atteggiamenti genereranno sempre una mia ribellione”.
“La perizia disposta dal giudice ha contribuito a rafforzare il quadro probatorio già chiaro. Per noi deve essere assoluzione”, avevano invece sostenuto gli avvocati Veronica Rasoli e Andrea Belotti, difensori di Venturi. I difensori avevano spiegato che “nulla ha spostato rispetto alle loro conclusioni” la relazione con cui il perito nominato dal gup Mascarino, dopo l’esame di alcuni minuti di filmato di una delle telecamere di sorveglianza della piazza, ha concluso che la macchia scura che appare nel video non è un’ombra di una sagoma umana ma un “artefatto dovuto alla compressione di pixel nelle immagini”. Il che, a differenza di quanto hanno sostenuto accusa e parte civile, per i due legali significa che Venturi è innocente.
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