Da un lato Agostino Sansone, uno dei noti fratelli Sansone, considerati tra i gruppi familiari di Cosa nostra più fedeli a Totò Riina negli anni della sua latitanza, assieme a Manlio Porretto, considerato “intraneo al sodalizio mafioso”. Dall’altro Pietro Polizzi, candidato nella lista di Forza Italia alle comunali di Palermo, con una lunga storia elettorale alle spalle che va dall’Udc al partito berlusconiano passando per una lista in sostegno di Leoluca Orlando confezionata da Edy Tamajo, quest’ultimo ex renziano passato da poco con Fi, indagato nel 2017 per corruzione elettorale, poi prosciolto da tutte le accuse. In mezzo un patto politico elettorale che sfiora (non è indagata) anche un’altra candidata eccellente, Adelaide Mazzarino, la moglie di Eusebio D’Alì, vicedirettore dell’Azienda siciliana trasporti. Un passaggio non di poco conto dal momento che è stato proprio D’Alì, in una recente intercettazione, ad avere definito la partecipata che si occupa di trasporto pubblico nell’Isola un “ufficio di collocamento di Forza Italia”.
“Arresti per non trasformare il voto in merce di scambio” – A pochi giorni ormai dalle elezioni, il capoluogo siciliano si risveglia con un’operazione flash della procura, quasi in flagranza di reato, dettata dall'”urgente intervento di natura cautelare, atto a scongiurare il pericolo che il diritto-dovere del voto, per le imminenti elezioni amministrative del 12 giugno, sia – scrive il gip Alfredo Montalto nell’ordinanza di custodia cautelare che ha portato i tre in carcere – definitivamente trasfigurato in merce di scambio assoggettata al condizionamento e all’intimidazione del potere mafioso. Ne deriverebbe, difatti, la conseguente grave violazione del principio e del metodo democratico”. Un episodio che rivela il “ritorno ad un passato – continua Montalto – di certo non lontano, quello di Cosa nostra e dei suoi rapporti con il mondo della politica e di altri settori nevralgici del Paese”. D’altronde la storia dei fratelli Sansone fa di certo riferimento agli ultimi trent’anni di condizionamento mafioso. Mentre la storia politica di Polizzi abbraccia almeno 15 anni di elezioni.
L’ombra della mafia dopo le polemiche su Cuffaro e Dell’Utri – Ma andiamo con ordine. Intanto partendo dalle elezioni del 12 giugno. Domenica prossima il capoluogo siciliano andrà al voto per scegliere il sindaco e i consiglieri comunali. Ci va nel pieno del trentennale delle stragi di Capaci e via D’Amelio, in un clima che si è fatto via via sempre più pesante. Soprattutto dopo che il centrodestra, che in prima battuta andava separato, si è ricompattato su un unico candidato, quel Roberto Lagalla che era stato il primo nome indicato da Marcello Dell’Utri e sul quale in extremis aveva deciso di convergere anche Totò Cuffaro. Due condannati, uno per concorso esterno, Dell’Utri, l’altro, Cuffaro, per favoreggiamento alla mafia. Ed entrambi stanno sostenendo lo stesso candidato. Mentre la campagna elettorale andava infuocandosi con questa pesante eredità, quindi, gli agenti della Squadra mobile, lo scorso 10 maggio, ascoltavano cosa avveniva in via Casalini, nel quartiere palermitano di Passo di Rigano. Qui c’è il comitato elettorale di Pietro Polizzi dove, alle 17.49, arrivavano Agostino Sansone e Manlio Porretto.
Le intercettazioni e la “candidata di Micciché” – Il tenore delle conversazioni viene ritenuto cristallino: “Se sono potente io… siete potenti voialtri”, assicurava Polizzi. Mentre Porretto ne conveniva: “Ma io lo sapevo, non è che non lo sapevo”. “Hai risolto il problema della tua vita – proseguiva Polizzi – Per questo ti dico che noialtri ci dobbiamo addattare duoco (allattare lì, ndr)”. E poi ancora: “Aiutami che tu lo sai che ti voglio bene! E tu lo sai che io quello che posso fare lo faccio”. Così parlava il candidato di Forza Italia con l’esponente della famiglia Sansone e con Porretto, anche lui considerato per altre operazioni ancora in corso, “intraneo al sodalizio mafioso”, scrive il gip. E andava oltre, coinvolgendo l’Ast, il suo vicedirettore e la moglie candidata in tandem con Polizzi: “Con mio zio Eusebio ho fatto un sacco di cose duoco (lì, ndr) all’Ast, quando hai bisogno… il contratto… la moglie è candidata di Micciché… a lei devi votare”.
Polizzi “sapeva” di avere di fronte un mafioso – Questo è il contenuto della conversazione registrata dalla squadra mobile di Palermo, così spiegata dal gip nell’ordinanza di arresto dei tre interlocutori: “Il candidato Polizzi, ben consapevole dello spessore mafioso dell’anziano ‘uomo d’onore’ che aveva di fronte, proseguiva affermando di essere fiducioso di poter ottenere un successo elettorale (“buoni, nel senso che ce la facciamo”), anche in ragione del consenso ottenuto con l’aiuto di Eusebio Dalì, vicedirettore dell’Azienda Sicilia Trasporti, la cui moglie Adelaide Mazzarino, è candidata in tandem proprio con l’odierno indagato Polizzi. Il Polizzi, poi, precisava come la Mazzarino fosse espressione di Micciché… con ciò evidentemente rafforzando agli occhi dei suoi interlocutori le proprie garanzie di politico ben integrato negli ambienti”. E li aveva convinti: “Devo andare firriando“, così parlava Porretto una volta uscito dal comitato elettorale assieme a Sansone, intendendo di dovere andare in giro “evidentemente per procacciare i voti appena promessi al candidato Polizzi”. Così la procura di Palermo si è convinta a muoversi d’urgenza. L’indagine coordinata dall’aggiunto Paolo Guido e dai pm Giovanni Antoci e Dario Scaletta ha portato all’arresto oggi di Polizzi, Sansone e Porretto.
I fratelli Sansone, la “Svizzera di Cosa Nostra” – Proprio in via Bernini viveva ancora, agli arresti domiciliari, Agostino Sansone. È la stessa casa in cui fu arrestato Totò Riina, dopo ventitré anni di latitanza. Agostino è fratello di Gaetano e Giuseppe Sansone. I fratelli Sansone sono stati definiti da alcuni collaboratori di giustizia come “la Svizzera di Cosa Nostra”, ovvero “come soggetti economici di grande peso, sempre accorti e attenti nella gestione dei loro rapporti con Cosa nostra e, comunque, mossi da una comune visione imprenditoriale sempre condivisa all’unisono da tutti e tre i fratelli”. Gaetano e Giuseppe sono entrambi pluripregiudicati (il primo è stato condannato ben tre volte per associazione mafiosa). Agostino, 73 anni, è considerato esponente di spicco della famiglia mafiosa di Palermo Uditore fino al marzo del 2001 e per questo è stato definitivamente condannato per 416 bis. E proprio lui era uno dei maggiori frequentatori della casa di via Bernini mentre lì si nascondeva Riina. I Sansone d’altronde sono considerati “tra i più fedeli e fidati, in favore di Totò Riina, negli anni della sua ultraventennale latitanza, nel corso della quale lo stesso Riina ha potuto ideare ed eseguire, tra l’altro, l’imponente attacco di natura terroristico-mafiosa ai danni dell’intera Nazione”. E non è un “caso”, secondo il giudice, “il matrimonio tra il nipote di Agostino Sansone, Domenico e Maria Guttadauro, figlia di Filippo Guttadauro e Rosalia Messina Denaro, sorella del noto latitante Matteo Messina Denaro, esponente di vertice dell’associazione mafiosa e ultimo degli stragisti ancora latitante”.
“Calati junco” – Rilevante è anche un’intercettazione di Porretto: “Però siamo stati iunco… ci siamo calati alla china!..(siamo stati giunco, ci siamo calati alla piena ndr)”. L’indagato usa una espressione dialettale che sembra descrivere la capacità di resilienza della famiglia mafiosa dell’Uditore. Parlando con Sansone, non sapendo di essere intercettato, Porretto ricorda al suo interlocutore come “nonostante le numerose e continue condanne, le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia e i sequestri la famiglia mafiosa era riuscita a resistere e- scrive il gip – richiama l’immagine della fiessibilità del ‘juncò, descrivendo una ben precisa filosofia mafiosa: riemergere dalla necessaria e alle volte ineluttabile strategia di sommersione, per poi rialzare nuovamente il capo, al momento opportuno, e ritornare più forti di prima, riallacciando i rapporti con la politica, ripristinando le vecchie e attivando nuove alleanze con gli appartenenti alle istituzioni”. “Perché noi bene abbiamo fatto! – proseguono i due – Non è che c’è qualcuno che può parlare male di noialtri!”, parole che dimostrerebbero il “prestigio e la considerazione dei quali potevano disporre nell’attività di procacciamento di voti per Polizzi”.
Le tante casacche di Polizzi in 15 anni – A 30 anni dalle stragi, è con Agostino che parla il candidato Polizzi alla caccia di voti utili per la sua elezione. Dipendente di Riscossione Sicilia, il 52enne era già stato consigliere provinciale e comunale con l’Udc. Nel 2008 entrò in consiglio provinciale nella lista democrastiana, il partito di Cuffaro che proprio quell’anno si era dimesso da presidente della Regione dopo la condanna. Le dimissioni di Cuffaro – annoverato nelle file dell’Udc fino al 2010 – arrivarono a gennaio, le elezioni provinciali nel giugno successivo. Nel 2012 è stata invece la volta per Polizzi al consiglio comunale, sempre con l’effige dello scudo crociato che abbandona nel 2017, quando si presenta in una lista formata dal centrista Totò Cardinale e da Edy Tamajo. Quest’ultimo proprio nel 2017 era stato indagato per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale, un anno dopo le accuse a suo carico sono poi cadute completamente. Nel frattempo Tamajo aveva fatto il grande ingresso nel partito di Matteo Renzi, Italia Viva, nell’autunno del 2019. Un idillio che non è durato molto. Dopo un passaggio all’Assemblea regionale siciliano in cui i renziani si sono associati col gruppo di Fi, lo scorso 30 maggio, all’hotel San Paolo Palace, Gianfranco Miccichè ha presentato la lista di Fi e salutato l’ingresso nel partito di Tamajo, di fronte a una platea gremita che lo ha accolto con un grande applauso. Ed è nella lista degli azzurri che figurava fino a stamattina Polizzi che chiede voti anche per Adelaide Mazzarino, con la quale ha anche “santini” elettorali fac-simile in tandem. Mazzarino è la moglie di Eusebio D’Alì, il vicedirettore dell’Ast che in un’intercettazione aveva detto come l’azienda partecipata al 100 per cento dalla Regione siciliana fosse diventata “l’ufficio di collocamento di Forza Italia”. Un’intercettazione completamente rinnegata in seguito da D’Alì che ha invece sottolineato come Micciché non gli abbia mai chiesto nulla “in quindici anni”. Lui intanto è impegnato in campagna elettorale da mesi a favore dei candidati di Forza Italia. Moglie compresa.
Twitter: @ManuelaModica
Mafie
Palermo, il candidato di Fi all’uomo di Riina: “Se sono potente io, siete potenti voi”. Il gip: “Un ritorno ai rapporti Cosa Nostra-politica”
Nelle carte dell'inchiesta ricostruito il faccia a faccia dello scorso 10 maggio nel comitato elettorale di Pietro Polizzi, aspirante consigliere comunale: "Con mio zio Eusebio ho fatto un sacco di cose lì, ndr all’Ast, quando hai bisogno… il contratto… la moglie è candidata di Micciché… a lei devi votare", diceva. L'interlocutore era Agostino Sansone, che con i fratelli è stato definito "la Svizzera di Cosa Nostra" dai collaboratori di giustizia
Da un lato Agostino Sansone, uno dei noti fratelli Sansone, considerati tra i gruppi familiari di Cosa nostra più fedeli a Totò Riina negli anni della sua latitanza, assieme a Manlio Porretto, considerato “intraneo al sodalizio mafioso”. Dall’altro Pietro Polizzi, candidato nella lista di Forza Italia alle comunali di Palermo, con una lunga storia elettorale alle spalle che va dall’Udc al partito berlusconiano passando per una lista in sostegno di Leoluca Orlando confezionata da Edy Tamajo, quest’ultimo ex renziano passato da poco con Fi, indagato nel 2017 per corruzione elettorale, poi prosciolto da tutte le accuse. In mezzo un patto politico elettorale che sfiora (non è indagata) anche un’altra candidata eccellente, Adelaide Mazzarino, la moglie di Eusebio D’Alì, vicedirettore dell’Azienda siciliana trasporti. Un passaggio non di poco conto dal momento che è stato proprio D’Alì, in una recente intercettazione, ad avere definito la partecipata che si occupa di trasporto pubblico nell’Isola un “ufficio di collocamento di Forza Italia”.
“Arresti per non trasformare il voto in merce di scambio” – A pochi giorni ormai dalle elezioni, il capoluogo siciliano si risveglia con un’operazione flash della procura, quasi in flagranza di reato, dettata dall'”urgente intervento di natura cautelare, atto a scongiurare il pericolo che il diritto-dovere del voto, per le imminenti elezioni amministrative del 12 giugno, sia – scrive il gip Alfredo Montalto nell’ordinanza di custodia cautelare che ha portato i tre in carcere – definitivamente trasfigurato in merce di scambio assoggettata al condizionamento e all’intimidazione del potere mafioso. Ne deriverebbe, difatti, la conseguente grave violazione del principio e del metodo democratico”. Un episodio che rivela il “ritorno ad un passato – continua Montalto – di certo non lontano, quello di Cosa nostra e dei suoi rapporti con il mondo della politica e di altri settori nevralgici del Paese”. D’altronde la storia dei fratelli Sansone fa di certo riferimento agli ultimi trent’anni di condizionamento mafioso. Mentre la storia politica di Polizzi abbraccia almeno 15 anni di elezioni.
L’ombra della mafia dopo le polemiche su Cuffaro e Dell’Utri – Ma andiamo con ordine. Intanto partendo dalle elezioni del 12 giugno. Domenica prossima il capoluogo siciliano andrà al voto per scegliere il sindaco e i consiglieri comunali. Ci va nel pieno del trentennale delle stragi di Capaci e via D’Amelio, in un clima che si è fatto via via sempre più pesante. Soprattutto dopo che il centrodestra, che in prima battuta andava separato, si è ricompattato su un unico candidato, quel Roberto Lagalla che era stato il primo nome indicato da Marcello Dell’Utri e sul quale in extremis aveva deciso di convergere anche Totò Cuffaro. Due condannati, uno per concorso esterno, Dell’Utri, l’altro, Cuffaro, per favoreggiamento alla mafia. Ed entrambi stanno sostenendo lo stesso candidato. Mentre la campagna elettorale andava infuocandosi con questa pesante eredità, quindi, gli agenti della Squadra mobile, lo scorso 10 maggio, ascoltavano cosa avveniva in via Casalini, nel quartiere palermitano di Passo di Rigano. Qui c’è il comitato elettorale di Pietro Polizzi dove, alle 17.49, arrivavano Agostino Sansone e Manlio Porretto.
Le intercettazioni e la “candidata di Micciché” – Il tenore delle conversazioni viene ritenuto cristallino: “Se sono potente io… siete potenti voialtri”, assicurava Polizzi. Mentre Porretto ne conveniva: “Ma io lo sapevo, non è che non lo sapevo”. “Hai risolto il problema della tua vita – proseguiva Polizzi – Per questo ti dico che noialtri ci dobbiamo addattare duoco (allattare lì, ndr)”. E poi ancora: “Aiutami che tu lo sai che ti voglio bene! E tu lo sai che io quello che posso fare lo faccio”. Così parlava il candidato di Forza Italia con l’esponente della famiglia Sansone e con Porretto, anche lui considerato per altre operazioni ancora in corso, “intraneo al sodalizio mafioso”, scrive il gip. E andava oltre, coinvolgendo l’Ast, il suo vicedirettore e la moglie candidata in tandem con Polizzi: “Con mio zio Eusebio ho fatto un sacco di cose duoco (lì, ndr) all’Ast, quando hai bisogno… il contratto… la moglie è candidata di Micciché… a lei devi votare”.
Polizzi “sapeva” di avere di fronte un mafioso – Questo è il contenuto della conversazione registrata dalla squadra mobile di Palermo, così spiegata dal gip nell’ordinanza di arresto dei tre interlocutori: “Il candidato Polizzi, ben consapevole dello spessore mafioso dell’anziano ‘uomo d’onore’ che aveva di fronte, proseguiva affermando di essere fiducioso di poter ottenere un successo elettorale (“buoni, nel senso che ce la facciamo”), anche in ragione del consenso ottenuto con l’aiuto di Eusebio Dalì, vicedirettore dell’Azienda Sicilia Trasporti, la cui moglie Adelaide Mazzarino, è candidata in tandem proprio con l’odierno indagato Polizzi. Il Polizzi, poi, precisava come la Mazzarino fosse espressione di Micciché… con ciò evidentemente rafforzando agli occhi dei suoi interlocutori le proprie garanzie di politico ben integrato negli ambienti”. E li aveva convinti: “Devo andare firriando“, così parlava Porretto una volta uscito dal comitato elettorale assieme a Sansone, intendendo di dovere andare in giro “evidentemente per procacciare i voti appena promessi al candidato Polizzi”. Così la procura di Palermo si è convinta a muoversi d’urgenza. L’indagine coordinata dall’aggiunto Paolo Guido e dai pm Giovanni Antoci e Dario Scaletta ha portato all’arresto oggi di Polizzi, Sansone e Porretto.
I fratelli Sansone, la “Svizzera di Cosa Nostra” – Proprio in via Bernini viveva ancora, agli arresti domiciliari, Agostino Sansone. È la stessa casa in cui fu arrestato Totò Riina, dopo ventitré anni di latitanza. Agostino è fratello di Gaetano e Giuseppe Sansone. I fratelli Sansone sono stati definiti da alcuni collaboratori di giustizia come “la Svizzera di Cosa Nostra”, ovvero “come soggetti economici di grande peso, sempre accorti e attenti nella gestione dei loro rapporti con Cosa nostra e, comunque, mossi da una comune visione imprenditoriale sempre condivisa all’unisono da tutti e tre i fratelli”. Gaetano e Giuseppe sono entrambi pluripregiudicati (il primo è stato condannato ben tre volte per associazione mafiosa). Agostino, 73 anni, è considerato esponente di spicco della famiglia mafiosa di Palermo Uditore fino al marzo del 2001 e per questo è stato definitivamente condannato per 416 bis. E proprio lui era uno dei maggiori frequentatori della casa di via Bernini mentre lì si nascondeva Riina. I Sansone d’altronde sono considerati “tra i più fedeli e fidati, in favore di Totò Riina, negli anni della sua ultraventennale latitanza, nel corso della quale lo stesso Riina ha potuto ideare ed eseguire, tra l’altro, l’imponente attacco di natura terroristico-mafiosa ai danni dell’intera Nazione”. E non è un “caso”, secondo il giudice, “il matrimonio tra il nipote di Agostino Sansone, Domenico e Maria Guttadauro, figlia di Filippo Guttadauro e Rosalia Messina Denaro, sorella del noto latitante Matteo Messina Denaro, esponente di vertice dell’associazione mafiosa e ultimo degli stragisti ancora latitante”.
“Calati junco” – Rilevante è anche un’intercettazione di Porretto: “Però siamo stati iunco… ci siamo calati alla china!..(siamo stati giunco, ci siamo calati alla piena ndr)”. L’indagato usa una espressione dialettale che sembra descrivere la capacità di resilienza della famiglia mafiosa dell’Uditore. Parlando con Sansone, non sapendo di essere intercettato, Porretto ricorda al suo interlocutore come “nonostante le numerose e continue condanne, le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia e i sequestri la famiglia mafiosa era riuscita a resistere e- scrive il gip – richiama l’immagine della fiessibilità del ‘juncò, descrivendo una ben precisa filosofia mafiosa: riemergere dalla necessaria e alle volte ineluttabile strategia di sommersione, per poi rialzare nuovamente il capo, al momento opportuno, e ritornare più forti di prima, riallacciando i rapporti con la politica, ripristinando le vecchie e attivando nuove alleanze con gli appartenenti alle istituzioni”. “Perché noi bene abbiamo fatto! – proseguono i due – Non è che c’è qualcuno che può parlare male di noialtri!”, parole che dimostrerebbero il “prestigio e la considerazione dei quali potevano disporre nell’attività di procacciamento di voti per Polizzi”.
Le tante casacche di Polizzi in 15 anni – A 30 anni dalle stragi, è con Agostino che parla il candidato Polizzi alla caccia di voti utili per la sua elezione. Dipendente di Riscossione Sicilia, il 52enne era già stato consigliere provinciale e comunale con l’Udc. Nel 2008 entrò in consiglio provinciale nella lista democrastiana, il partito di Cuffaro che proprio quell’anno si era dimesso da presidente della Regione dopo la condanna. Le dimissioni di Cuffaro – annoverato nelle file dell’Udc fino al 2010 – arrivarono a gennaio, le elezioni provinciali nel giugno successivo. Nel 2012 è stata invece la volta per Polizzi al consiglio comunale, sempre con l’effige dello scudo crociato che abbandona nel 2017, quando si presenta in una lista formata dal centrista Totò Cardinale e da Edy Tamajo. Quest’ultimo proprio nel 2017 era stato indagato per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale, un anno dopo le accuse a suo carico sono poi cadute completamente. Nel frattempo Tamajo aveva fatto il grande ingresso nel partito di Matteo Renzi, Italia Viva, nell’autunno del 2019. Un idillio che non è durato molto. Dopo un passaggio all’Assemblea regionale siciliano in cui i renziani si sono associati col gruppo di Fi, lo scorso 30 maggio, all’hotel San Paolo Palace, Gianfranco Miccichè ha presentato la lista di Fi e salutato l’ingresso nel partito di Tamajo, di fronte a una platea gremita che lo ha accolto con un grande applauso. Ed è nella lista degli azzurri che figurava fino a stamattina Polizzi che chiede voti anche per Adelaide Mazzarino, con la quale ha anche “santini” elettorali fac-simile in tandem. Mazzarino è la moglie di Eusebio D’Alì, il vicedirettore dell’Ast che in un’intercettazione aveva detto come l’azienda partecipata al 100 per cento dalla Regione siciliana fosse diventata “l’ufficio di collocamento di Forza Italia”. Un’intercettazione completamente rinnegata in seguito da D’Alì che ha invece sottolineato come Micciché non gli abbia mai chiesto nulla “in quindici anni”. Lui intanto è impegnato in campagna elettorale da mesi a favore dei candidati di Forza Italia. Moglie compresa.
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Roma, 21 feb. - (Adnkronos) - Con il 'ritocco' al rialzo annunciato dal Mef diventa più appetibile il Btp Più, il nuovo titolo di Stato a 8 anni, il cui collocamento si è chiuso alle 13 con quasi 15 miliardi raccolti. Rispetto ai rendimenti originari (2,80% i primi 4 anni e 3,60% i successivi 4) l'aumento annunciato - rispettivamente a 2,85% e 3,70% - rappresenta un incremento complessivo di oltre l'8% sul fronte interessi. Infatti, investendo 10 mila euro, e considerando la trattenuta del 12,5% (inferiore a quella del 26% applicata sui dividendi azionari) in 8 anni il risparmiatore può incassare 2422 euro netti, a fronte dei 2240 euro previsti con i rendimenti 'iniziali'. Un dato che rappresenta un rendimento netto del 3,03% annuo: è questo il dato di riferimento per giudicare la redditività del titolo a fronte dell'inflazione (che inevitabilmente erode il valore delle somme investite). Se la Bce dovesse riuscire nell'intento di mantenere stabilmente la crescita dei prezzi sotto il 2%, allora chi ha investito nel Btp Più potrà dire di aver fatto un buon affare. Ma sull'inflazione, come insegna la storia recente, è difficile fare previsioni.
(Adnkronos) - La letteratura fantastica in Italia si prende sempre più spazio. Questo fine settimana si tiene a Roma la prima edizione di ‘Oblivion, fiera del libro, del fumetto e dell’irrazionale', dedicata alla letteratura di genere horror, fantasy, fantascienza e weird.
"È nato tutto da una pizza a San Lorenzo insieme a Claudio Kulesko, Paolo di Orazio ed Edoardo M. Rizzoli", spiega all’Adnkronos Emmanuele Pilia, alla direzione editoriale dell’evento. "Volevamo ribadire il valore artistico letterario del mondo della letteratura fantastica, che in Italia ha poche piattaforme in cui fare rete e in cui avere dignità, e così ci siamo ispirati a eventi come ‘Stranimondi’ e ‘Marginalia’ che si svolgono a Milano, per creare qualcosa di simile", dice.
Alla Città dell’Altra Economia, nel quartiere Testaccio di Roma, il 22 e il 23 febbraio, 45 case editrici indipendenti italiane propongono i propri libri e un programma ricco di incontri, che si terranno tra le 10 e le 20 di sabato e domenica. "Niente presentazioni classiche, ma piccole conferenze sui temi in cui siamo riusciti a coinvolgere tutti gli editori", spiega Pilia. E così dalla crisi climatica al femminismo, dall’intelligenza artificiale alle relazioni affettive sono tantissimi gli argomenti che verranno affrontati da autori ed editori attraverso la lente della letteratura di genere.
Nell'anno che si è appena concluso si è registrato un calo del numero generale di lettori, eppure il fantasy è in controtendenza: le vendite nel 2024 sono cresciute del 27,1% da gennaio a ottobre, superando il milione di libri venduti. Gli italiani hanno riscoperto un genere considerato a lungo di ‘serie b’? “I lettori e le lettrici italiani – spiega Pilia – hanno sempre letto tanta letteratura fantastica, ma prima era meno monitorata. Pensiamo alla collana di successo ‘Urania’, che esce in edicola e non è tracciata. Però negli ultimi anni c’è stata sicuramente una crescita dell’ecosistema editoriale: ci sono più editor, più traduttori, sono nate molte case editrici di genere che hanno portato un ‘know how’ che prima era appannaggio di accademici. È aumentata la qualità, ma anche il discorso attorno al genere, con un grande lavoro di riscoperta del fantasy italiano".
Non c’è una motivazione unica dietro alla cresciuta di interesse registrata negli ultimi anni: da un lato ci sono il successo di saghe letterarie e cinematografiche/televisive come ‘Harry Potter’, ‘Hunger Games’ o ‘Il trono di spade’, dall’altro c’è chi ritiene che il fantasy, con le sue metafore, sia uno strumento utile a interpretare il tempo presente. Emmanuele Pilia ci tiene a sottolineare l’aspetto più importante quando si devono avvicinare nuovi lettori: "Credo che l’idea moralistica che leggere sia utile e necessario abbia danneggiato la letteratura. Leggere è divertente, è bello, è fico. Si può paragonare a una partita di calcio o una cena fuori. Bisogna desacralizzare la lettura per darle valore e noi, con il nostro evento, abbiamo puntato tutto su questo concetto anche per avvicinare chi non ha ancora scoperto il fantastico".
La manifestazione, che beneficia del patrocinio del Comune di Roma, dell’Assessorato alla Cultura e del I Municipio, è completamente gratuito e non sarà solo un'occasione per i lettori, ma anche per chi sogna di lavorare nel campo. Nel corso della fiera infatti verrà assegnato il Premio di Racconti Brevi, "dedicato agli autori e alle autrici che vogliono esplorare i temi dell’horror, del fantasy, della fantascienza e del weird", si legge sul sito ufficiale, e che avranno così l'opportunità di sottoporre il proprio scritto a una giuria di editori esperti, presenti alla fiera. Sono previste anche diverse menzioni speciali, con relativi premi e targhe, per le opere che si distingueranno per originalità e stile. (di Corinna Spirito)
Roma, 21 feb. (Adnkronos Salute) - "La prima richiesta che facciamo al ministro della Salute Schillaci è quella di valutare e concludere la questione medico-legale istituendo una commissione super partes, che valuti prima di ogni iter, di ogni pratica, la questione, in modo tale che il numero delle denunce venga ridotto. Questo accade negli Stati Uniti, accade anche in Francia, quindi crediamo che debba essere applicato anche in Italia. Seconda cosa", serve "intervenire sulla questione delle nuove tecnologie, che ha un peso rilevantissimo anche sul fronte economico, quindi legiferare a livello centrale sulla congruità e sul numero, per esempio, dei robot e delle nuove tecnologie importanti e costose che vengono, diciamo, proposte. L'altra cosa è incentivare l'intelligenza artificiale. Tuttavia sappiamo che soltanto il 26% delle Asl in Italia ha investito in intelligenza artificiale". Così all'Adnkronos Salute il presidente del Collegio italiano dei chirurghi, Maurizio Brausi, in occasione del secondo congresso Cic, momento di confronto sul presente e il futuro della chirurgia, promosso oggi a Roma.
"La formazione per i giovani chirurghi è importantissima - continua Brausi - A questo proposito abbiamo ideato un questionario che è stato spedito a tutte le scuole di specialità. Abbiamo già raccolto più di 600 risposte sulla soddisfazione o meno che i nostri specializzandi hanno nelle varie scuole". Per far fronte alla carenza di professionisti, poi, "dobbiamo fare una programmazione diversa. Sappiamo che 3mila medici all'anno vanno in pensione e non vengono sostituiti - ricorda - e abbiamo anche un problema contingente degli specializzanti stessi: per diventare un chirurgo occorrono 11 anni, cosa che non aiuta". A questo si aggiunge "il problema dello stipendio che in Italia non è equiparato a quello europeo", e quello "delle denunce: ne arrivano circa 35mila-40mila all'anno per i chirurghi. Questo ovviamente è un fattore un po' negativo", che rende "più difficile la scelta della specialità". La prova lampante è sui "concorsi, soprattutto per l'ortopedia e anche per chirurgia generale: vanno deserti".
Altra cosa che interessa molto il Collegio, che rappresenta circa 47 società chirurgiche e 45 mila chirurghi italiani, è "l'uso delle nuove tecnologie e la loro sostenibilità per il sistema sanitario nazionale - conclude Brausi - Possiamo fare qualcosa per ridurre i costi, però occorre essere molto determinati e prendere decisioni sia a livello centrale che a livello regionale per razionalizzare, ad esempio, il numero di robot in Italia o il numero delle nuove tecnologie. L'intelligenza artificiale può ridurre nettamente il lavoro e dovrebbe essere applicata nelle varie Asl, vista l'applicazione incredibile che c'è nell'imaging, della radiologia, con la velocizzazione degli esami radiologici e diagnosi molto più sicure in accordo con le linee guida".
Roma, 21 feb. (Adnkronos/Labitalia) - Mary Modaffari, presidente nazionale della Confederazione nazionale esercenti (Cne), associazione sindacale datoriale italiana, iscritta al registro dei lobbisti del Parlamento Europeo, è stata l' unica italiana entrata a far parte del direttivo del Seri ( sindacato europeo dei rappresentanti di interessi ) e contestualmente nominata a responsabile della gestione dei rapporti istituzionali esteri del Seri.
"Il Seri, acronimo di Sindacato europeo rappresentanti interessi presso il Parlamento Europeo è un’organizzazione sindacale europea composta da presidenti di varie sigle sindacali datoriali di tutta Europa. Il Seri è stato istituito per rappresentare e tutelare i diritti e gli interessi dei professionisti che operano al Parlamento Europeo come rappresentanti di interessi e dunque portavoce delle esigenze delle imprese associate presso le rispettive associazioni datoriali dei vari Paesi Europei. L' obiettivo è quello di fornire un supporto qualificato a livello istituzionale, promuovendo la valorizzazione delle competenze e delle specificità del lavoro che ogni rappresentante svolge al Parlamento Europeo. Le finalità principali includono la difesa dei diritti delle imprese, pmi e start-up in ambito parlamentare, la promozione di politiche di equità e sostenibilità nel mondo del lavoro e il rafforzamento delle relazioni tra il settore istituzionale europeo e partner internazionali presso Paesi extra Ue", afferma Modaffari.
"La mia priorità -continua- è consolidare e ampliare le relazioni internazionali del Seri coinvolgendo in primo luogo soprattutto l' Italia , dando dunque voce alle varie associazioni sindacali datoriali italiane aderenti al Seri creando nuove opportunità di collaborazione istituzionale e professionale. L’obiettivo è rendere il Seri un associazione sindacale europea dei rappresentanti di interessi autorevole e riconosciuta non solo a livello europeo ma globale. La prima tappa del mio programma è organizzare con lo staff del dipartimento del Seri che mi è stato assegnato, incontri con rappresentanti di istituzioni straniere, anche tramite tavoli tematici, su argomenti che hanno come obiettivo la crescita delle imprese e pmi tenendo conto dei punti di vista dei colleghi rappresentanti di interessi degli altri stati europei", spiega ancora.
"I punti centrali da trattare sono: commercio internazionale (limiti e prospettive future), sostenibilità, crescita economica, innovazione e tutela dei diritti umani, transizione digitale e particolare attenzione sull' utilizzo dell'Ia. In sostanza, il nostro obiettivo è quella di fungere da ponte tra le istituzioni europee e le imprese degli stati membri , promuovendo uno scambio continuo e costruttivo su temi di particolare rilevanza sociale, economica e culturale. Altresì attraverso l’internazionalizzazione sarà possibile consolidare nuove partnership, rendendo il Sindacato europeo dei rappresentanti di interessi un organo "influente" nei processi decisionali che riguardano il mondo del lavoro e delle imprese", spiega ancora.
"Sono davvero onorata ed orgogliosa di questo importante incarico che mi è stato conferito e ringrazio la presidenza nazionale per la fiducia accordatami. Da anni lavoro nel mondo sindacale, ho svolto l' attività di politica sindacale con grande responsabilità ed impegno, e pertanto metterò a disposizione il mio bagaglio di esperienze. Sono certa che riusciremo a portare benefici concreti ai nostri iscritti nonché il nostro obiettivo finale è poter dare supporto con le nostre proposte alle istituzioni europee ed alle rispettive commissioni", conclude Mary Modaffari.
Roma, 21 feb. - (Adnkronos) - Si è chiuso alle 13, come annunciato, il collocamento del nuovo Btp Più che ha registrato nel quarto e ultimo giorno di raccolta 39.759 contratti per un controvalore di 1.096.376.000 euro. Il dato porta il totale del collocamento a oltre 14,9 milioni di euro. L'attenzione adesso è per il dato definitivo sul rendimento che, nelle speranze dei sottoscrittori, potrebbe portare a qualche ritocco al rialzo.
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - Le elezioni federali del 23 febbraio 2025 sono un momento cruciale non solo per la Germania ma per l’intero panorama politico europeo e internazionale. Per approfondire l'impatto di questo appuntamento elettorale, Adnkronos organizza una diretta speciale targata Eurofocus, direttamente dalla residenza di Hans-Dieter Lucas, l’ambasciatore tedesco a Roma.
Condotto dal direttore Davide Desario e dai vicedirettori Fabio Insenga e Giorgio Rutelli, con la partecipazione dei giornalisti Adnkronos Mara Montanari e Otto Lanzavecchia, lo speciale di domenica comincerà alle 17 e vedrà la partecipazione di molti ospiti italiani e tedeschi, con continui collegamenti anche da Berlino, Francoforte e Bruxelles.
Alle 18, con la chiusura dei seggi e la diffusione degli exit poll, è prevista l’analisi dei primi risultati. Alle 19 un panel di esperti si confronterà sugli scenari del post-voto: quali le coalizioni possibili, e quali i rapporti di forza tra i partiti. Tra le 20 e le 21, infine, il commento della Elefantenrunde, la “tavola rotonda degli elefanti”, confronto tra i leader politici in onda sulle tv tedesche. Un'occasione unica per leggere i risultati, le prospettive e le possibili conseguenze di queste elezioni sul futuro dell'Unione Europea, delle relazioni transatlantiche e degli equilibri globali.
Lo speciale sarà trasmesso sulla homepage e sul canale Youtube di Adnkronos, con 400 siti collegati tra testate nazionali e network locali online. Le notizie sulle elezioni saranno lanciate in tempo reale dall’agenzia, analisi e interviste pubblicate sul portale Eurofocus.
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - Le elezioni federali del 23 febbraio 2025 sono un momento cruciale non solo per la Germania ma per l’intero panorama politico europeo e internazionale. Per approfondire l'impatto di questo appuntamento elettorale, Adnkronos organizza una diretta speciale targata Eurofocus, direttamente dalla residenza di Hans-Dieter Lucas, l’ambasciatore tedesco a Roma.
Condotto dal direttore Davide Desario e dai vicedirettori Fabio Insenga e Giorgio Rutelli, con la partecipazione dei giornalisti Adnkronos Mara Montanari e Otto Lanzavecchia, lo speciale di domenica comincerà alle 17 e vedrà la partecipazione di molti ospiti italiani e tedeschi, con continui collegamenti anche da Berlino, Francoforte e Bruxelles.
Alle 18, con la chiusura dei seggi e la diffusione degli exit poll, è prevista l’analisi dei primi risultati. Alle 19 un panel di esperti si confronterà sugli scenari del post-voto: quali le coalizioni possibili, e quali i rapporti di forza tra i partiti. Tra le 20 e le 21, infine, il commento della Elefantenrunde, la “tavola rotonda degli elefanti”, confronto tra i leader politici in onda sulle tv tedesche. Un'occasione unica per leggere i risultati, le prospettive e le possibili conseguenze di queste elezioni sul futuro dell'Unione Europea, delle relazioni transatlantiche e degli equilibri globali.
Lo speciale sarà trasmesso sulla homepage e sul canale Youtube di Adnkronos, con 400 siti collegati tra testate nazionali e network locali online. Le notizie sulle elezioni saranno lanciate in tempo reale dall’agenzia, analisi e interviste pubblicate sul portale Eurofocus.