Colpo di scena alla 76esima edizione del premio Strega: per la prima volta nella storia del blasonato riconoscimento letterario non ci sarà una “cinquina“. Accedono, infatti, alla finale sette libri anziché cinque: al quinto posto si sono piazzati due ex aequo, mentre il settimo, in virtù dell’articolo 7 del regolamento di votazione, è un libro pubblicato da un editore medio-piccolo. Sono in gara: Mario Desiati con “Spatriati” (Einaudi) con 244 voti; Claudio Piersanti con “Quel maledetto Vronskij” (Rizzoli) con 178 voti; Marco Amerighi con “Randagi” (Bollati Boringhieri) con 175 voti; Veronica Raimo con “Niente di vero” (Einaudi) con 169 voti; Fabio Bacà con “Nova” (Adelphi) con 168 voti; Alessandra Carati con “E poi saremo salvi!” (Mondadori) con 168 voti; Veronica Galletta con “Nina sull’argine” (minimum fax) con 103 voti.
Lo spoglio si è tenuto al Teatro romano di Benevento. Questi i voti ottenuti dagli altri libri in gara: Alessandro Bertante, “Mordi e fuggi” (Baldini+Castoldi) 159 voti; Jana Karaiová, “Divorzio di velluto” (Feltrinelli) 124 voti; Daniela Ranieri, “Stradario aggiornato di tutti i miei baci” (Ponte alle Grazie) 122 voti; Davide Orecchio, “Storia aperta” (Bompiani) 112 voti; Marino Magliani, “Il cannocchiale del tenente Dumont” (L’Orma) 57 voti. Hanno espresso la propria preferenza in 593 (tra voti singoli e voti collettivi), su 660 aventi diritto: a quelli dei 400 Amici della domenica si aggiungono 220 voti espressi da studiosi, traduttori e intellettuali italiani e stranieri selezionati da oltre 30 Istituti italiani di cultura all’estero, 20 lettori forti e 20 voti collettivi espressi da scuole, università e gruppi di lettura, tra cui i circoli costituiti presso le Biblioteche di Roma.