“Ai tempi del liceo, dove tutto cominciò, tra le pene politiche, quelle amorose e il bullismo che subivo, ero introverso. Potevo soccombere. Mi salvò un pianoforte“. A confessarlo, in un’intervista al Messaggero, è il 73enne cantautore romano Antonello Venditti, che mercoledì 8 giugno è tornato nel ‘suo’ liceo, il ‘Giulio Cesare’ in corso Trieste a Roma, dove, di fronte ai maturandi, ha ricevuto dalla Siae una targa con l’incisione dello spartito di ‘Notte prima degli esami‘, la canzone del 1983 con cui ha fatto la storia.
E ora rivela i retroscena di quel brano, che chiunque ha ascoltato almeno una volta nella vita: “Lo scrissi al piano in una fase molto delicata. Volevo farla finita dopo la separazione da Simona Izzo – ricorda Venditti -. Fu Lucio Dalla a salvarmi, quando tornai da Milano, dove mi ero trasferito. Mi trovò casa a Trastevere, vicino a lui. Lì scrissi tre canzoni: ‘Ci vorrebbe un amico‘, che dedicai a Lucio, e ‘Notte prima degli esami’. Poi ‘Grazie Roma’: fu un ritorno a casa. Il concerto al Circo Massimo dell’’83 fu una benedizione. Mi sentii parte di questa città”. E sulla situazione attuale della Capitale, dice: “Roma ha sempre avuto problemi. È un microstato e dovrebbe essere amministrato come tale”. E aggiunge: “Roma è la Capitale: se va giù, va giù l’Italia intera”.
Quanto al suo rapporto con Francesco De Gregori, con il quale Venditti si esibirà allo Stadio Olimpico di Roma il prossimo 18 giugno, chiosa: “È come se fossimo una cosa sola. Le nostre due storie nate insieme hanno preso direzioni parallele: si incontrano dopo cinquant’ anni”. E conclude: “Il concerto sarà un racconto della nostra amicizia: saremo noi e le nostre canzoni”.