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Comunali Lodi, il caso mense e le polemiche su Uggetti: l’asse Pd-M5s punta al sorpasso sul centrodestra dell’uscente Casanova

Nella città lombarda il centrosinistra candida il giovane Andrea Furegato che è figlio dell'attuale segretaria provinciale del Pd Roberta Vallacchi. Punta a battere la sindaca uscente, che ha fatto parlare di sé anche per il selfie con sfondo di festicciola scattato il 25 aprile di due anni fa, dunque in pieno lockdown. E ancora prima per la decisione della giunta di subordinare la tariffa agevolata di mensa e scuolabus per i bimbi stranieri non solo all’Isee, ma anche alla presentazione di certificati che dimostrassero l’assenza di proprietà e conti correnti nei paesi originari

Da un lato una sindaca uscente, la leghista Sara Casanova, che in questi cinque anni non ha brillato. Dall’altro un giovanissimo candidato del Pd, il 25enne Andrea Furegato, che avrà l’appoggio di tutto il centrosinistra, M5S compreso. Tra le sfide più incerte alle prossime amministrative c’è quella di Lodi, dove il Pd cerca la rivincita dopo il trauma del 2016, quando l’allora sindaco Simone Uggetti fu arrestato con l’accusa di turbativa d’asta nella gara per la gestione di due piscine comunali.

Il sorpasso a Casanova non sembra impresa impossibile, tanto più che l’attuale sindaca, a livello nazionale, ha fatto parlare di sé soprattutto per il selfie con sfondo di festicciola scattato il 25 aprile di due anni fa, dunque in pieno lockdown e nonostante quella di Lodi sia stata zona epicentro del primo focolaio di Covid. E ancora prima ha fatto parlare di sé nel 2018, per la decisione della giunta di subordinare la tariffa agevolata di mensa e scuolabus per i bimbi stranieri non solo all’Isee, ma anche alla presentazione di certificati che dimostrassero l’assenza di proprietà e conti correnti nei paesi originari. Certificati difficili da reperire in diversi paesi africani e sudamericani, tanto che il nuovo regolamento aveva portato di fatto all’esclusione dai servizi di molti alunni extracomunitari. Dopo una prima condanna del comune da parte del tribunale di Milano che ne aveva riconosciuto la condotta discriminatoria, la sindaca aveva presentato un ricorso che la Corte d’appello ha respinto a fine 2020.

Un’altra sentenza importante, che se arrivasse prima del voto potrebbe influenzarlo, è attesa a giorni: il Tar deve esprimersi su una variante urbanistica funzionale alla costruzione di una grande Esselunga nell’area dell’Ex consorzio agrario, vicino alla stazione, un progetto contestato da molti per le ricadute su traffico e ambiente e per un altro fatto curioso: nello stesso periodo in cui in comune veniva adottata la variante, la società proponente, Aep, versava 49.500 euro come contributo liberale nelle casse di Fdi.

Vicende che in ogni caso non hanno portato a scalfire la compattezza del centrodestra nel sostenere la sindaca uscente, che al primo turno potrà addirittura contare su una coalizione più ampia di cinque anni fa. Sarà infatti con lei sin da subito il vicesindaco Lorenzo Maggi, nel 2017 appoggiato da alcune liste civiche che si sono apparentate con Casanova al ballottaggio. Ma su una coalizione ampia può contare anche Furegato, in politica da diversi anni nonostante la giovane età e figlio dell’attuale segretaria provinciale del Pd Roberta Vallacchi.

Membro del consiglio comunale uscente, tra i banchi dell’opposizione Furegato si è fatto apprezzare per competenza e ora, oltre ad alcuni candidati espressone di Italia Viva e Azione, avrà dalla sua Europa Verde e Sinistra Italiana, riunite sotto la lista 110 & Lodi del docente universitario e ambientalista Stefano Caserini, che nel 2017 da candidato sindaco ha sfiorato al primo turno il 6 percento dei voti. E avrà sin da subito l’appoggio del M5S, che cinque anni fa ha incassato il 9,79%, un risultato difficilmente replicabile oggi. Anche perché la vicenda di Uggetti, oltre agli strascichi giudiziari (la Cassazione due mesi fa ne ha annullato l’assoluzione in appello rimandandolo a processo), si è portata dietro anche qualche strascico politico. Infatti, se è vero che a Lodi è riuscito quel campo largo tra Pd e M5S risultato impossibile altrove, è anche vero che all’interno del M5S più di un mal di pancia lo hanno provocato prima le scuse di Luigi Di Maio a Uggetti subito dopo l’assoluzione in appello, poi l’alleanza col Pd alle amministrative. E così, chi sul caso piscine aveva fatto battaglia come Massimo Casiraghi, candidato sindaco nel 2017, oggi ha deciso di andarsene sbattendo la porta.

Tra gli elettori scontenti del M5S pescherà probabilmente voti Italexit di Gianluigi Paragone, che a Lodi candida come sindaco Stefano Buzzi, fino a pochi mesi fa assessore della giunta Casanova in quota Fratelli d’Italia, prima di rompere col partito della Meloni. E tra le incognite delle urne c’è proprio a quanto saliranno i consensi di Fratelli d’Italia, che cinque anni fa qui si è fermata a un misero 2,19%. Facile che il ruolo di primo partito se lo giocheranno ancora la Lega (14,22% nel 2017) e il Pd, che parte dal 15,92% del 2017 e qui può contare sul peso del ministro della Difesa Lorenzo Guerini, eletto per due volte sindaco. A completare il quadro dei candidati sindaco, ci sono infine Lorenzo Bruno della lista Loding e Fulvio Curioni di Democrazia e sussidiarietà.

@gigi_gno