'ultimo monitoraggio della Fondazione Gimbe segnala un sostanziale cambiamento della curva epidemica, che sarà ancora più evidente nel prossimo report visto che negli ultimi giorni si è assistito a una vera e propria risalita rispetto agli stessi giorni della settimana precedente. Focus su Omicron 5: "Se i casi aumentano in maniera rilevante, l'impatto sui ricoveri ospedalieri potrebbe non essere trascurabile"
Nella settimana tra l’1 e il 7 giugno si è registrata una frenata della discesa dei nuovi casi, con un’inversione di tendenza che ha interessato 22 province. L’ultimo monitoraggio della Fondazione Gimbe segnala un sostanziale cambiamento della curva epidemica, che sarà ancora più evidente nel prossimo report visto che negli ultimi giorni si è assistito a una vera e propria risalita rispetto agli stessi giorni della settimana precedente. Mentre continua il calo di “terapie intensive (-11,7%), ricoveri ordinari (-15,2%) e decessi (-28,3%)”.
In particolare, rileva il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, “frena la discesa dei nuovi casi settimanali (-7,8% rispetto alla settimana precedente) che si attestano intorno a quota 122mila con una media giornaliera settimanale di poco superiore ai 17mila casi giornalieri con una curva in fase di plateau e condizionata dal netto calo dell’attività di testing nel lungo ponte del weekend scorso (-17,7% tamponi totali)”. Il monitoraggio evidenzia un lieve incremento percentuale dei nuovi contagi in Veneto (+1%) e Friuli-Venezia Giulia (+1,6%) e una riduzione in tutte le altre Regioni: dal -3% della Sicilia al -32,8% della Valle D’Aosta. Rispetto alla settimana precedente, in 85 Province si registra una riduzione percentuale dei nuovi casi (dal -0,3% di Parma al -35,2% di Aosta), mentre salgono da 2 a 22 le Province in cui si rileva un aumento (dal +0,4% di Messina, Padova e Roma al +20,2% di Enna), in 7 casi superiore al 10%.
“Sul fronte degli ospedali – afferma Marco Mosti, direttore operativo della Fondazione – prosegue il calo del numero dei posti letto occupati da pazienti Covid sia in terapia intensiva (-11,7%) che in area medica (-15,2%)”. In dettaglio, i posti letto occupati al 7 giugno sono 219 in area critica e 4.342 in area medica. Al 7 giugno il tasso nazionale di occupazione è del 6,7% in area medica (dal 3,5% del Veneto al 16% della Calabria) e del 2,4% in area critica (dallo 0% di Basilicata e Valle D’Aosta al 5,1% del Molise). “Continuano a diminuire gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Mosti – con una media giornaliera settimanale di 15 ingressi al giorno rispetto ai 20 della settimana precedente”.
Anche in questo monitoraggio viene espressa preoccupazione da Gimbe per quanto riguarda l’adesione alla campagna per la somministrazione della quarta dose di vaccino anti-Covid. Un “crollo”, sottolinea la Fondazione: “-55,8% per gli immunocompromessi e -56,2% e per gli altri soggetti fragili”. Mentre sono ferme le percentuali di chi ha ricevuto almeno una dose (88,1% della platea) e di chi ha completato il ciclo vaccinale (86,6%). “I non vaccinati sono 6,86 milioni, di cui 2,86 milioni di guariti protetti solo temporaneamente. Non hanno ancora ricevuto la terza dose 8,07 milioni di persone, di cui quasi 3 milioni di guariti che non possono riceverla nell’immediato”, specifica Gimbe.
La Fondazione dedica un focus anche alla nuova variante Omicron 5, ricordando come il caso Portogallo ha destato una certa preoccupazione in Europa, con una risalita delle diagnosi da meno di 9mila al giorno a oltre 29mila in poco più di un mese. “In questo contesto in costante e rapida evoluzione – spiega Cartabellotta – è fondamentale potenziare il sequenziamento aumentando la frequenza delle flash survey, almeno ogni due settimane, soprattutto quando le autorità internazionali segnalano nuove varianti di preoccupazione”. In Italia l’ultima, ricorda Cartabellotta, è stata effettuata il 3 maggio con le sottovarianti Omicron 4 e 5 si attestavano invece rispettivamente allo 0,47% (range 0-4%) e allo 0,41% (range 0-5,6%). Nelle prossime settimane arriverà un aggiornamento con i campioni prelevati lo scorso martedì. “Secondo l’Ecdc – spiega Cartabellotta – le nuove sub-varianti non sembrano determinare una maggior gravità della malattia, ma se nelle prossime settimane-mesi il numero di casi dovesse aumentare in maniera rilevante l’impatto sui ricoveri ospedalieri potrebbe non essere trascurabile”.