Più che un adeguamento, una stangata: vedere la prossima Serie A su Dazn costerà 30 euro al mese. Ma, soprattutto, non sarà più possibile divedersi l’abbonamento con parenti, amici, o conoscenti, come avevano fatto praticamente tutti i tifosi italiani nel corso dell’ultima stagione. Per quello, bisognerà sottoscrivere una formula apposita, che costerà 10 euro in più, quindi 40 euro totali. Eccoli, i nuovi prezzi di Dazn che faranno infuriare gli appassionati di pallone. La svolta era più che annunciata. Dazn in realtà ci aveva provato già a novembre 2021, a campionato in corso: di fronte all’emorragia di ricavi, la app aveva provato a bloccare la doppia utenza, e quindi aumentare i prezzi. Di fronte alla sollevazione popolare (e addirittura politica: il ministro dello Sviluppo, Giancarlo Giorgetti, aveva convocato i vertici minacciando un intervento del governo), l’azienda era stata costretta a fare marcia indietro, specificando comunque che la decisione era solo rimandata all’estate.
Finita la stagione, con all’orizzonte il prossimo campionato che quest’anno inizierà prima del solito (già a Ferragosto, vista la pausa a novembre per il Mondiale in Qatar), puntualissima è arrivata la comunicazione ai clienti. Le chiamano “nuove condizioni di utilizzo”, ma si tratta semplicemente di un aumento. La novità principale è l’introduzione di una nuova tipologia di abbonamento chiamata “Dazn Plus”, quella che permetterà di registrare fino a sei dispositivi, di cui due in contemporanea: ciò che fino a ieri tutti facevano gratuitamente, ora necessiterà di un abbonamento maggiorato, al prezzo di 39,90€ al mese, cioè 10 euro in più rispetto alla tariffa base. Considerando però che la gran parte degli utenti l’anno scorso aveva beneficiato della promozione a 19,90€, tra fine dello sconto e maggiorazione per la doppia utenza, per chi vorrà continuare a vedere Dazn su due dispositivi di fatto il prezzo sarà esattamente raddoppiato.
La rivolta dei consumatori è già cominciata: sui social è una valanga di proteste e minacce di disdetta. I tifosi, per cui Dazn è sinonimo di disservizi (invero abbastanza superati dopo i disastri iniziali), non sono per nulla entusiasti di pagare di più per un prodotto che ritengono scadente, o comunque non all’altezza di quello offerto in passato da Sky. Ma dal punto di vista di Dazn, l’aumento era inevitabile. Fin qui, il bando per il triennio 2021-2024 della Serie A è stato un bagno di sangue. Per chi l’ha vinto. I numeri ufficiali non sono mai stati comunicati, ma con circa 1,2-1,5 milioni di abbonati a 20 euro al mese, non ci vuole un matematico per capire che i conti di Dazn fanno acqua da tutte le parti. Quanto a Tim, che si era impegnata a garantire 340 degli 840 milioni l’anno pagati dall’Ott, lo sbarco nel pallone è stato un fiasco clamoroso: il colosso della telefonia rischia di perdere quasi mezzo miliardo dall’operazione, e sta provando ad uscirne, dopo aver rinfacciato a Dazn l’eccessivo abuso della doppia utenza come una delle ragioni del flop.
In queste settimane Dazn e Tim stanno cercando un accordo, che dovrebbe concludersi con uno sconto sui 340 milioni pagati da Tim e probabilmente la rinuncia all’esclusiva (oggi l’App Dazn è disponibile solo su TimVision), che aprirebbe le porte a un ritorno su Sky. Attenzione, però: non come ai vecchi tempi, con la visione inclusa nell’abbonamento Sky, ma semplicemente con il passaggio dell’App tramite SkyQ e magari un canale satellitare, visibile comunque solo agli abbonati Dazn. Ammesso che la quadra si trovi, Sky non garantirà a Dazn tutti i soldi che sborsava Tim. Dunque l’unica soluzione per fermare l’emorragia era chiudere la doppia utenza gratuita e adeguare le tariffe: con un aumento del 50% (che in alcuni casi come abbiamo visto sarà addirittura del 100%) Dazn è già sicura di guadagnarci, perché per quanto alto potrà essere il malcontento le disdette saranno inferiori. Anche la Lega Calcio, a cui tanti tifosi si appellano, in realtà è d’accordo: i presidenti di Serie A avevano storto il naso di fronte alle offerte di Tim e Dazn, perché temevano che il loro prodotto si deprezzasse troppo. Gli analisti del mercato sanno che, per essere sostenibile dal punto di vista aziendale, la Serie A non può costare meno di 30-35 euro al mese. La rogna di riabituare i consumatori a un prezzo più alto se la prende Dazn, preparando il terreno al prossimo bando in cui la Serie A potrebbe mettersi in proprio col famoso canale della Lega. Intanto, come al solito, ci rimette il tifoso.