Il 10 giugno l’inaugurazione alla Casa Internazionale delle Donne: con Celeste Costantino, Cecilia D’Elia e Marta Leonori. La manifestazione ha il patrocinio del ministero della Cultura, della Regione Lazio e del Municipio I Roma Centro
Dal 10 al 12 giugno torna, questa volta di nuovo in presenza alla Casa Internazionale delle Donne, nel quartiere Trastevere di Roma, l’appuntamento più femminile del mondo dell’editoria in Italia: Feminism. Pacifismo, diritto all’aborto, pandemia, spiritualità, diritti delle più piccole: attraverso la lente dei femminismi di ieri e oggi. La tre giorni, promossa da Archivia, dalla Casa Internazionale delle donne, dalla rivista Leggendaria e dalla Collana sessismoerazzismo di Ediesse Futura editrice, ha il patrocinio del ministero della Cultura, della Regione Lazio, Municipio I Roma centro e vede la collaborazione di CCO, Crisi come opportunità e per la prima volta anche del Centro Giovani I Municipio e dell’associazione Zalib.
L’inaugurazione della Fiera dell’editoria delle donne è prevista per il 10 giugno alle 15, alla presenza di Celeste Costantino, presidente dell’Osservatorio sulla parità di genere del ministero della Cultura, Cecilia d’Elia, deputata Pd, storica femminista e coordinatrice della conferenza delle donne del Partito democratico, e Marta Leonori, consigliera regionale dem del Lazio.
Sessismo&razzismo, pacifismo&pandemia
Guerra&Pace: termini entrambi controversi e divisivi di questi tempi. A Feminism5 se ne discute a partire dal numero 153 di Leggendaria, con una riflessione che parte dal “sentire-pensare di noi donne che siamo qui e non sotto le bombe in Ucraina, fuori da schieramenti ideologici ma nel vivo delle nostre pratiche: fare informazione, fare accoglienza, fare rete e solidarietà, fare i conti con il conflitto anche interiore che ci attanaglia”. Domenica 12 giugno, ore 15, in sala Udi, con la direttora Anna Maria Crispino discutono Bianca Maria Pomeranzi, Alessandra Quattrocchi e Simona Maggiorelli.
E qual è il rapporto tra femminismo, ecologia e pace? “Se prendiamo seriamente il femminismo, le discussioni filosofiche sulla pace devono essere aggiornate, estese e ripensate”, scrivono Karen Warren e Duane Cady. Con queste parole comincia il saggio introduttivo di Bruna Bianchi e Francesca Casafina, le due curatrici della ricca antologia “Oltre i confini. Ecologia e pacifismo nel femminismo”. Pubblicato da Biblion, nata nel 2004, tra Venezia e Milano, è uno spaccato inedito sulla filosofia ecofemminista, i movimenti pacifisti e i rapporti tra ecologia e pace da una prospettiva di genere e verrà presentato il 10 giugno alle ore 16 in Sala Carla Lonzi. E il femminismo entra in scena anche parlando di pandemia: domenica 12 giugno alle 17 è la volta della presentazione del libro in uscita di Caterina Botti, “Vulnerabili. Cura e convivenza dopo la pandemia”, un testo che “mette l’accento su quel concetto di cura che moltissimo deve all’elaborazione del pensiero femminista come presupposto fondamentale da cui ripartire per fondare una nuova etica relazionale”.
All’interno della fiera verrà poi esposto un lenzuolo della pace, simbolo del progetto “che trae origine e fa riferimento all’arte della tessitura e del cucito”, concepito dall’artista Maria Grazia Tata e dalla poeta Margherita Parrelli. “L’utilizzo del lenzuolo, la cui etimologia latina -linteum rimanda al lino, evoca l’avvolgere e il proteggere i corpi”, spiegano. “Le foglie di cachi recuperano il simbolo giapponese della pace, dell’albero sopravvissuto all’esplosione dell’atomica nel 1945 a Nagasaki, le nuove piantine nate da quell’esemplare vengono oggi affidate, in segno di pace, ai bambini di tutto il mondo (Kaki Tree Project). Il cucito ripara le foglie danneggiate, permettendo lo scorrere di nuova linfa e la parola fattasi poesia rivendica la necessità del dire, l’urgenza della vita presente”.
Sabato 11 giugno alle 19 sarà la volta della festa per i primi 30 libri della collana sessismoerazzismo di Ediesse Futura editrice. Introducono le curatrici della collana Isabella Peretti e Stefania Vulterini insieme alla presidente del Centro per la riforma dello Stato Maria Luisa Boccia, e intervengono le autrici e gli autori. Il comitato scientifico della collana è costituito, oltre che dalle curatrici, da Maria Luisa Boccia, Ilaria Boiano, Caterina Botti, Simona La Rocca, Sabrina Marchetti, Lea Melandri, Renata Pepicello, Valeria Ribeiro Corossacz, Laura Ronchetti, Igiaba Scego e Giorgia Serughetti.
Dante e le bambine, tra liberazione e spiritualità
Più di 70 autrici e altrettante presentazioni, 80 case editrici e una tre giorni di femminismo ed editoria. Tante le novità di quest’anno, a cominciare dal collegamento con Diane Seuss, poeta statunitense ha appena vinto il premio Pulitzer per la poesia e per la prima volta quest’anno tradotta in italiano dalla casa editrice Ensemble, che la porta in Fiera con “La ragazza dalle quattro gambe”.
Alle 12 di domenica 12 giugno, nel giardino della Magnolia, viene presentato “Dante parla alle bambine di I e II elementare nel settimo centenario della nascita”, il primo volume della Collana Biblioteca di Sofia di Tab Edizioni, a cura di Elena Musiani e Samanta Picciaiola. Con le curatrici interviene Maria Serena Sapegno, modera l’incontro Barbara Piccininni. Spazio anche alla graphic novel: venerdì 10 giugno alle 18 l’appuntamento è con “Eco dal fosso” di Federica Caponi, pubblicato con Officina Milena, casa editrice di narrativa e letteratura LGBTQ+: la storia di Virginia, donna, madre e casalinga perfetta che “vive la sua vita secondo i dettami dell’Enciclopedia della donna del 1964”. Poi il precipizio, il fosso e il viaggio che porta Virginia a disfarsi degli stereotipi e sperimentare per la prima volta la libertà di essere se stessa. Di società egualitaria – e di come si sia persa nella notte dei tempi – parla Cristina Biaggi, che dialogherà il 10 giugno alle 19 in sala Lonzi con Luciana Percovich del suo “Le abitazioni della Dea” edito da Venexia, casa editrice indipendente fondata nel 2000. L’autrice analizza l’architettura e l’arte templare dal Mediterraneo all’estremo nord-ovest d’Europa nel contesto di una società teacratica che venerava una Dea come principale divinità.