Circa 150mila container si trovano su navi bloccate nel mare del Nord a causa dello “sciopero di avvertimento” proclamato dai portuali. I porti tedeschi sono già nel caos per i ritardi di settimane nei trasporti marittimi dovuti al lockdown in Cina. Le banchine sono stracolme di container e i depositi non hanno più spazi liberi, perché le merci non vengono reimbarcate. Una situazione che si riflette anche sui problemi ai trasporti ferroviari. A incrinare la catena dei rifornimenti, adesso, si aggiungono anche le rivendicazioni dei 12mila lavoratori portuali. Per ora lo sciopero interessa solo un turno, ma circa il 70% degli occupati del settore aderisce al sindacato, e le conseguenze si riverberano in tutti i porti. Ad Amburgo, Emden, Brema, Bremerhaven e Wilhelmshaven i tempi di carico e scarico delle navi si allungano a dismisura. Un portavoce della società di logistica portuale di Amburgo ha dichiarato che proclamare uno sciopero nel pieno della crisi nei rifornimenti “è irresponsabile”.
Il sindacato Ver.Di, l’unione sindacale nel settore dei servizi, vuole ottenere dalla Associazione portuale tedesca 1,20 euro in più all’ora per ognuno dei 58 contratti aziendali, più il recupero dell’inflazione (in Germania più alta che in Italia, al 7,4%) e un’addizionale per i lavoratori ai container da 3.338 a 4.538 euro. La controparte offre invece aumenti in due passaggi fino al 2023, prima del 3,2% e poi del 2,8%, e una maggiorazione singola di 600 euro. Venerdì inizierà ad Amburgo la terza tornata di trattative. Al largo di Bremerhaven ci sono già, riporta la Bild, quaranta navi in attesa, di cui almeno dieci vogliono entrare nel porto di Amburgo. Anche fuori dei porti di Rotterdam ed Anversa si sono prodotti ingorghi drammatici.
Ulteriori problemi potrebbero scaturire da uno sciopero di migliaia di camionisti in Sud Corea, che per il terzo giorno consecutivo hanno interrotto i trasporti dai porti ed il flusso di container dai depositi: Seul infatti è il quinto partner commerciale della Germania fuori dall’Europa, più importante di Messico e Canada. Ci sono state interruzioni nella produzione alla Hyundai e problemi anche dal produttore di penumatici Hancock Tire & Technology e all’acciaieria Posco. Secondo dati dell’Istituto per l’economia mondiale di Kiel, nel mare del Nord, fuori da Germania, Olanda e Belgio, è bloccato circa il 2% delle capacità di carico globali: a causa del lockdown a Shanghai sono venute a mancare esportazioni in Germania fino a 700 milioni di euro.