Le forniture di armi degli Stati Uniti all’Ucraina continuano senza sosta, con l’obiettivo di alimentare la resistenza dell’esercito di Kiev contro l’invasore russo. Ma a fronte di ingenti spedizioni i funzionari lamentano scarse informazioni sull’uso e il dislocamento di queste armi nel territorio ucraino. A rivelarlo è il New York Times che cita alcuni membri dell’intelligence vicini al dossier.
Non si tratta di spedizioni totalmente al buio. Come spiegano gli intervistati, i contatti tra Washington e Kiev sono costanti, ma i servizi lamentano comunque pochi briefing riservati o dettagli forniti da parte degli alti vertici militari ucraini. Inoltre, i funzionari di Zelensky hanno riconosciuto di non aver detto tutto agli americani. Non bastano gli aggiornamenti quotidiani sui social del presidente ucraino, né i continui briefing al Pentagono sulla situazione. Non bastano nemmeno le informazioni raccolte dagli uomini dell’intelligence sul campo perché, aggiungono, solitamente l’attenzione è rivolta a Stati considerati ‘nemici’, non alleati come l’Ucraina, e quindi paradossalmente a Washington arrivano più segnalazioni sui movimenti e i piani di Mosca che sugli ucraini.
“I governi spesso nascondono informazioni al pubblico per motivi di sicurezza operativa – si legge sul quotidiano – Ma queste lacune informative all’interno del governo degli Stati Uniti potrebbero rendere più difficile per l’amministrazione Biden decidere come indirizzare gli aiuti militari, visto che invia miliardi di dollari di armi all’Ucraina”. Per questo i funzionari sostengono che Zelensky dovrebbe autorizzare un numero maggiore di briefing in collaborazione con i vertici militari americani. “Quanto sappiamo davvero di come sta andando l’Ucraina (sul campo di battaglia, ndr)?” ha dichiarato al Times Beth Sanner, un ex alto funzionario dell’intelligence. “Riesci a trovare una persona che ti dirà con sicurezza quante truppe ha perso l’Ucraina, quanti pezzi di equipaggiamento ha perso l’Ucraina?”.
Nonostante questo, le forniture americane non hanno mai conosciuto uno stop. Anzi, a Kiev saranno forniti nuovi sistemi di artiglieria annunciati dal presidente Biden la scorsa settimana. Il processo di invio, sostengono i funzionari, è solido e sicuro: prevede una richiesta degli ucraini e include una valutazione degli Stati Uniti sul tipo di equipaggiamento di cui hanno bisogno e della velocità con cui i militari possono imparare ad usarli. Ma il buco nero si crea quando queste forniture finiscono nelle mani dei soldati ucraini. A quel punto è difficile scoprire che fine facciano e come vengano impiegate.
La segretezza dell’Ucraina ha costretto i funzionari dell’esercito e dell’intelligence statunitensi a cercare di carpire ciò che possono da altri Paesi che operano in Ucraina, nel corso delle sessioni di addestramento con gli ucraini e basandosi anche sui commenti pubblici di Zelensky, spiegano le fonti. L’Ucraina, dicono, vuole mostrarsi forte sia di fronte al pubblico che ai suoi stretti partner. Il governo non vuole condividere informazioni che potrebbero suggerire un indebolimento o dare l’impressione che potrebbero non vincere. In sostanza, i funzionari ucraini non vogliono dare informazioni che potrebbero incoraggiare gli Stati Uniti e gli altri partner occidentali a rallentare il flusso di armi.