Polemiche per l’ultima locandina de il Vernacoliere e per la satira sulle badanti ucraine. “Impone le mani sur un vecchio e ni fa rizzà l’uccello”, si legge. Frasi che hanno provocato le proteste della comunità ucraina. Nelle scorse ore, come riportato da il Tirreno, un gruppo di badanti che lavorano nella città toscana, ha promosso una raccolta firme perché sia tolta.

“Oltre al pensiero delle nostre famiglie che si trovano in una situazione drammatica per la guerra – si legge nella lettera diffusa dal quotidiano – non ci sembra giusto subire anche una satira offensiva e lesiva della nostra dignità”. “Lavoriamo, siamo oneste, abbiamo delle responsabilità e poi veniamo offese così”, ha aggiunto una delle portavoci dell’iniziativa, Alina Ivanova, 58 anni. “In oltre 20 anni a Livorno non mi sono mai sentita così umiliata“.

Sempre al Tirreno, il direttore Mario Cardinali ha replicato che non ritirerà la locandina: “Non fossero stati invasi dai russi, gli ucraini sarebbero rimasti per noi un popolo perlopiù di badanti, venute in Italia per sudarsi il pane. Ora non più. Da vittime dell’imperialismo russo e da quando la loro resistenza agli invasori putiniani li ha trasformati in ‘eroi’, su quel popolo si è riversata un’attenzione mediatica martellante “, “intesa anche a una certa sacralizzazione di quel popolo fino a far immaginare alla satira del Vernacoliere, dissacrante com’è la decostruzione satirica, la possibilità per quel popolo anche di far miracoli, come appunto fa la badante” della locandina nello strillo sessista. “Ma – ha sottolineato Cardinali – non c’è nessun intento di sbeffeggiare un nobile lavoro, nessuna voglia di offendere dignitose lavoratrici. Solo un po’ di satira e di umorismo, in un vernacolo già di per sé irrispettoso delle convenienze e del politically correct. Le nostre sincere scuse, comunque, a chi si è sentito offeso”.

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