Il governo sta pensando di porre fine all’obbligo di usare le mascherine quando si prendono i mezzi di trasporto dopo il 15 giugno. E stessa sorte dovrebbe toccare a cinema, teatri e manifestazioni sportive al chiuso. Gli annunci sono arrivati Roberto Speranza e Andrea Costa. Il ministro della Salute ha parlato di “valutazioni in corso” su treni, aerei e bus. Mentre, ha spiegato il sottosegretario, per tutti gli altri luoghi – cinema, teatri, manifestazioni sportive al chiuso – “verranno tolte e non ci sarà più l’obbligo ma ci sarà la raccomandazione”. Si tratterebbe dell’addio all’ultima misura anti-Covid nella vita sociale, visto che anche sui luoghi di lavoro a oggi l’uso è solo raccomandato dall’esecutivo, ma di fatto obbligatorio per i protocolli tra sindacato e ministero, e altrettanto sarà per la presenza ai seggi la prossima domenica per il voto alle comunali e ai referendum sulla giustizia.

E anche sulla maturità, al via il 22 giugno, si muove qualcosa, con i presidi che hanno deciso di permettere ai maturandi di non indossarla durante il colloquio orale con la commissione. “Per gli scritti è una questione di rispetto indossare una mascherina chirurgica anche rispetto a chi ha fragilità – spiega Cristina Costarelli, presidente Anp Lazio – Per gli orali è un falso problema: il candidato sarà a due metri di distanza dalla commissione. Non abbiamo un nuovo protocollo anticovid sugli esami. I precedenti sono ormai superati anche dalla fine dello stato di emergenza. Il candidato è dunque autorizzato mentre parla a non indossare la mascherina. Attendiamo indicazioni scritte”. Ma il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi è più per una sorta di “liberi tutti”, con scelte scuola per scuola: “Il presidente della Commissione decide se all’orale si può abbassare la mascherina. Se si è abbastanza lontano, se c’è un’aula molto grande, va benissimo, altrimenti potrebbe essere un problema. È il presidente che decide e va rispettato. Domandate al vostro presidente: dirà sì o no e giustificherà la scelta”.

Sul volto libero all’orale si dice d’accordo il sottosegretario leghista all’Istruzione Rossano Sasso: “Può essere un’opzione da valutare l’ipotesi di far tenere la mascherina ai maturandi solo per gli scritti e non per gli orali: ricalcherebbe un po’ quanto accade in Parlamento: deputati, senatori e membri del governo la indossano quando sono seduti al proprio posto e la abbassano quando sono chiamati a intervenire. Personalmente sarei per indossarla solo quando si gira nei corridoi e in caso di assembramenti, ma al ministero della Salute hanno evidentemente una preclusione nei confronti del mondo dell’istruzione: hanno tolto le restrizioni dappertutto tranne che a scuola”.

Contro l’addio all’uso delle protezioni al chiuso si schierano però gli infettivologi: “Il virus non guarda il calendario e dal 15 giugno non sparisce di botto. La questione sul togliere l’obbligo delle mascherine al chiuso è di tipo politico. Continuare anche dopo il 15 giugno a portare la mascherina al chiuso o in caso di assembramento è una buona norma”, dice Claudio Mastroianni, presidente della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e ordinario di Malattie infettive all’Università Sapienza di Roma. E il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri guarda già all’autunno: “Per come stanno le cose oggi penso che la mascherina a scuola a ottobre non si porterà. Spero che anche il mondo scientifico ci indichi questo, anche se la mascherina ha una sua utilità”, ha detto a SkyTg24.

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