Il Paese sta pensando di far pagare agli allevatori le emissioni dei propri animali: diventerebbe il primo Stato al mondo a introdurre una tassazione simile. Secondo il progetto, presentato mercoledì dal governo, le entrate sarebbero investite in ricerca, sviluppo e servizi di consulenza per gli agricoltori
Una tassa sulle eruttazioni di mucche e pecore. È quanto vuole introdurre la Nuova Zelanda, tassando così una delle maggiori fonti di emissioni di gas serra nel Paese. La proposta è stata presentata mercoledì 8 giugno dal governo: se messa in atto la Nuova Zelanda, che ha 5 milioni di abitanti ma ospita 10 milioni di bovini e 26 milioni di ovini, diventerebbe il primo Stato al mondo a far pagare agli allevatori le emissioni dei loro animali, bovini e ovini da allevamento.
Nel Paese quasi la metà delle emissioni di gas serra è dovuta all’agricoltura. La proposta prevede un pagamento a partire dal 2025 e prevede anche incentivi per chi riduce le emissioni con additivi per mangimi, mentre come sistema di compensazione per la produzione di gas sera potrebbe essere usata la silvicoltura. Le entrate saranno investite in ricerca, sviluppo e servizi di consulenza per gli agricoltori, riporta Reuters.
“Non c’è dubbio che dobbiamo ridurre la quantità di metano che stiamo immettendo nell’atmosfera e un efficace sistema di tariffazione delle emissioni per l’agricoltura giocherà un ruolo fondamentale nel modo in cui raggiungeremo questo obiettivo”, ha affermato il ministro del cambiamento climatico James Shaw, scrive sempre Reuters.
Una mucca adulta può produrre fino a 500 litri di metano al giorno. Nel mondo ci sono oltre un miliardo e mezzo di bovini e, secondo i dati dell’Ipcc, la loro eruttazione nel 2015 è stata responsabile per circa il 3,7% di tutte le emissioni di gas serra del pianeta.