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Simba La Rue e Baby Touche, cosa è successo tra i due rapper. Lo scontro: foto e video su Instagram

Vecchie ruggini musicali che, a seguire le stories postate sui social dagli stessi protagonisti, sono diventate violenza allo stato puro: un "sequestro", le botte, l'umiliazione social. Con il rischio di innescare una 'faida', visto che - sempre sui social - gli amici della giovane vittima hanno annunciato di essere diretti a Milano per 'vendicarlo'

di F. Q.

È iniziato tutto con un post su Instagram in cui il trapper Baby Touche si localizzava in Barona, quartiere di Milano. Tanto è bastato per scatenare la gang di Simba La Rue, altro cantante della scena trap che lo scorso ottobre ha già ricevuto un Daspo “Willy” per aver lanciato sassi fuori da un locale della movida milanese. Vecchie ruggini musicali che, a seguire le stories postate sui social dagli stessi protagonisti, sono diventate violenza allo stato puro: un “sequestro”, le botte, l’umiliazione social. Con il rischio di innescare una ‘faida’, visto che – sempre sui social – gli amici della giovane vittima hanno annunciato di essere diretti in città per ‘vendicarlo’.

L’origine della violenza documentata sui social è da rintracciare in una canzone ‘contro’ Simba La Rue che negli scorsi mesi Baby Touche ha ‘dedicato’ al trapper comasco che su Instagram è seguito da 217mila persone. Quando il cantante padovano ha postato una foto sul suo profilo Instagram da 195mila followers è scoppiato il caos. E ora la città rischia di trasformarsi nel teatro di una vera e propria faida tra gang. Nella notte, infatti, Simba La Rue ha postato diversi video in cui Baby Touche appare all’interno di un’auto in corsa con il volto sporco di sangue e visibilmente scosso, mentre viene preso in giro e bullizzato dagli altri occupanti. “Dov’è il gangster che sei? Dov’è la tua sicurezza?”, si sente dire nelle stories.

Le violenze e l’umiliazione contro il cantante padovano hanno innescato – per ora solo sui social – la reazione dei suoi amici. In particolare uno, citato nei video da Simba La Rue, Samir – che sui social si descrive come “atleta” e ha un profilo seguito da oltre 57mila persone – iniziato una diretta sui social mentre guida, apparentemente verso Milano, e ha risposto al trapper comasco invitandolo a “rimanere” in città e – apparentemente – minacciandolo a più riprese: “Sto arrivando. Domani vado in carcere, adesso scoprirete Padova”, si sente nella diretta video. E minacce sarebbero state rivolte anche da un altro profilo, che porta il suo nome ma ha pochi followers: “In 10 per un ragazzo, tu sei un uomo? Preparati, ride bene chi ride ultimo”, ha scritto. E ancora: “Preparatevi, stasera alle 21 posterò l’inferno”. Nelle ore successive, è stato anche postato su TikTok un video, parzialmente oscurato, che riprenderebbe un pestaggio, la cui vittima sarebbe proprio Baby Touche, all’anagrafe Amine Amagour, 19 anni.

Nelle scorse ore contro Simba La Rue – il cui vero nome è Mohamed Lamine Saida, italo-tunisino cresciuto tra Francia e Italia – si sono schierati diversi protagonisti rap e trap della scena italiana, quella più lontana dalle etichette discografiche ma dal grande successo su Spotify e sui social. Anche con velate minacce. Simba La Rue non è nuovo a episodi legati alla cronaca. Lo scorso 21 ottobre è stato raggiunto da un “Daspo Willy”, il provvedimento nato dopo l’uccisione del giovane Willy Montero il 6 settembre 2020 a Colleferro, disposto dal questore di Milano Giuseppe Petronzi che gli impone di non mettere piede nei locali del capoluogo lombardo per un anno e mezzo. Lo scorso 21 luglio, infatti, ha lanciato pietre contro i clienti della discoteca Old Fashion, nel cuore della movida milanese.

Dallo stesso provvedimento, per gli stessi fatti, erano stati raggiunti altri due rapper, Rondo da Sosa e Baby Gang. Gli addetti alla sicurezza – secondo quanto ricostruito dai poliziotti – avevano negato l’accesso a Rondo da Sosa, il 20enne Mattia Barbieri, e il giovane aveva chiesto l’intervento di Baby Gang, il 20enne Zaccaria Mojuib. Da lì la situazione sarebbe degenerata, fino al lancio di sassi che aveva portato a ‘daspare’ per due anni entrambi i cantanti e altre persone intervenute nei disordini. Pochi mesi prima, Barbieri era stato uno dei giovani rapper ricevuti dal sindaco Beppe Sala a Palazzo Marino per parlare dei problemi del suo quartiere, zona San Siro.

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