“Non faremo la fine di Romeo e Giulietta”. Giovedì sera a Verona Matteo Salvini e Giorgia Meloni hanno firmato la “tregua” sul palco di piazza dei Signori in occasione della chiusura della campagna elettorale per il candidato sindaco Federico Sboarina. Prove di pace? “No, non abbiamo mai litigato” risponde il leader leghista. “Non abbiamo bisogno di prove di pace” gli fa eco la guida di Fratelli d’Italia. Un clima totalmente diverso rispetto a quello di pochi giorni fa quando i due si sono lanciati accuse reciproche sulla scelta delle candidature. Sul palco montato davanti alla statua di Dante i due si baciano, si abbracciano e scattano selfie insieme. Sotto al palco, in una piazza piena per metà, i sostenitori dei due partiti principali del centrodestra rimangono scettici sui rapporti tra i rispettivi leader. “Le frizioni rimangono al di là di quello che accade sul palco – commenta Alessandro, un militante di Fratelli d’Italia – non credo a queste cose di facciata ma alle cose importanti”. Il partito di Giorgia Meloni punta a diventare il primo partito in tanti comuni del Nord Italia provando a conquistare terreno in casa della Lega. “La nostra leader è più credibile di Salvini perché si è dimostrata coerente – spiegano Annapaola e Fabio – altri invece hanno cambiato opinione su tanti argomenti e hanno fatto governi pseudotecnici”. A margine del comizio è la stessa Meloni a tornare a pungere. “Noi non abbiamo un piano B rispetto alle alleanze per noi il centrodestra è fondamentale – precisa la leader di Fdi – ho chiesto regole, orgoglio e chiarezza sul futuro ma sono certa che, soprattutto dopo le esperienze passate in alleanze variabili con altri partiti, anche gli altri nel centrodestra non abbiano dubbi sulle persone con cui vogliono condividere la prossima esperienza di governo”. Nel 2017 a Verona Fratelli d’Italia aveva preso meno del 3% ma oggi punta a diventare il primo partito in città e non solo. La base leghista però ostenta sicurezza. “Qui in Veneto non siamo preoccupati dalla crescita di Fdi – commenta Chiara, leghista dal 1992 – quando si è in opposizione è facile prendere voti e visibilità ma sono convinta che il buon governo della Lega verrà sempre ripagato”. In piazza spiccano le bandiere della Lega, di Fdi e quelle con il Leone di San Marco. “Veneto libero” cantano in tanti mentre i leader dei partiti della coalizione si scattano un’ultima foto: “Questa sera c’è tutto il centrodestra” esulta il sindaco Federico Sboarina. Ma all’appello manca Forza Italia che a Verona ha puntato sull’ex leghista Flavio Tosi sostenuto anche da Italia Viva. “Nel 2023 governeremo a lungo e bene – promette Salvini di fronte alla statua di Dante – anche con Forza Italia”.

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