Una sfida a due, giocata dagli schieramenti classici, con il direttore d’orchestra Alberto Veronesi nei panni del terzo incomodo, e il M5s come grande assente. Mentre le destre estreme si frammentano, tra No vax e nuovi moderati che prima stavano con Casapound. A Lucca saranno 7 i candidati sindaco – tutti uomini – che si sfidano per sedersi sulla poltrona più importante di palazzo Orsetti. Una pattuglia che si riduce a una coppia di favoriti: Francesco Raspini del Partito Democratico, assessore comunale nella giunta del sindaco uscente Alessandro Tambellini, e Mario Pardini, candidato dal centrodestra unito.

Il Pd promuove l’assessore uscente – Raspini, ex commissario di polizia, ha un programma elettorale incentrato sul tema dell’ambiente, le infrastrutture e lo sport. Con lui il Pd rivendica la messa al centro, nel corso del mandato di Tambellini, delle periferie lucchesi attraverso investimenti crescenti e lancia nuove iniziative: l’incremento di organismi di rappresentanza, servizi decentrati, l’aumento degli spazi di aggregazione e delle strutture sportive. Degli avversari, dicono dal Pd, colpisce l’assenza di un reale programma, che sembra basarsi esclusivamente sui “contro” rivolti al centrosinistra e alla sinistra lucchese. Pardini, imprenditore del territorio ed ex presidente della società partecipata Lucca Crea che organizza il festival Lucca Comics&Games, si candida per “invertire il trend negativo della città” finora amministrata dai dem, e punta su turismo, cultura e sport.

Le critiche del centrodestra – Seppur precisando che “il nostro avversario principale non è la sinistra, ma l’antipolitica e il non voto”, in una recente intervista l’imprenditore ha dichiarato di voler far uscire la città “dall’immobilismo”. Pardini accusa infatti l’amministrazione Pd di non aver effettuato interventi strutturali negli scorsi dieci anni, tali da inserire a pieno titolo la città nel “circuito delle smart cities”. Opere infrastrutturali (il rafforzamento, ad esempio, della tratta ferroviaria Lucca-Firenze), interventi di gestione del traffico, di decoro urbano, sicurezza e investimenti nella scuola sono gli obiettivi che Pardini intende portare a termine nel caso in cui venga eletto sindaco: con questo scopo, dichiara, sarà istituita una squadra di funzionari incaricati di portare a Lucca fondi del Pnrr, bandi europei, nazionali e della Regione Toscana.

E il Movimento non c’è – Il grande assente in questa tornata elettorale è il Movimento 5 Stelle che, a differenza delle elezioni di cinque anni fa, non ha candidato né listasimbolo: a inizio maggio i vertici del movimento hanno definitivamente respinto la candidatura del consigliere comunale uscente Massimiliano Bindocci. I pentastellati lucchesi avevano già raccolto le 70 firme e i 22 nomi dei candidati per le amministrative di giugno: “Dopo aver seguito l’iter del Movimento per convalidare la mia candidatura a sindaco, ho ricevuto un’email in cui mi veniva comunicato che la richiesta non era stata approvata”, ha raccontato Bindocci. Visto che l’ex consigliere M5S è incensurato e senza carichi pendenti – i requisiti richiesti dal partito – ritiene che alla base del rifiuto della sua candidatura ci sia un accordo pregresso tra Pd e M5s a livello nazionale: “Non è la prima volta che succede: se il Movimento decide di correre in opposizione al Partito Democratico viene ostacolato dall’alto, anche se dai sondaggi – probabilmente sovrastimati – a Lucca ci davano all’8 per cento”.

Gli altri di centro, sinistra e civici – Terzo candidato è il direttore d’orchestra Alberto Veronesi – figlio dell’oncologo Umberto – sostenuto da Italia Viva, Azione e +Europa. Veronesi, originario di Milano, oltre vent’anni fa si è trasferito nella lucchesia per dirigere il Festival Puccini a Torre Lago, la principale rassegna lirica dell’area che ogni estate mette in scena le opere tragiche del compositore lucchese. Il resto delle forze moderate sostiene l’architetto Elvio Cecchini, candidato civico con “Lista civile – Insieme” e “Impegno civico per Lucca”. A sinistra invece, con “Ambiente e Giustizia Sociale” corre Aldo Gottardo, appoggiato da Rifondazione comunista, Sinistra Italiana e Lucca per l’ambiente, raccogliendo le istanze della sinistra ecosocialista che mette in prima linea i temi dei diritti e del lavoro. Critica nei confronti dell’ex sindaco Tambellini, la lista “Ambiente e Giustizia Sociale” accusa l’amministrazione precedente di aver acconsentito a privatizzazioni, speculazioni su beni di proprietà comunale (in particolare, sull’ex Manifattura Tabacchi), e opere di cementificazione nei quartieri periferici: da queste misure, continuano ad accusare, Raspini e i candidati della lista del centrosinistra non hanno mai preso le distanze.

Le destre divise (e riciclate) – Andrea Colombini, direttore di “Puccini e la sua Lucca Festival”, candidato con le liste No green pass e Ancora Italia, fa ancora del certificato verde il suo cavallo di battaglia e dichiara di voler far diventare Lucca la “capitale morale della Toscana”, qualunque cosa voglia dire. Ha scelto di correre solo, svincolandosi dalla linea dello schieramento di destra, Fabio Barsanti, uomo di punta di Casapound nelle elezioni lucchesi del 2017, dove aveva segnato il record nazionale di voti per il movimento portando a casa l’8% con oltre 2900 voti. Per le elezioni del 2022, Barsanti non si presenta più con Casapound, ma come rappresentante del movimento “Difendere Lucca” ed è sostenuto da Prima Lucca-Italexit dell’ex M5s Gianluigi Paragone e “Centrodestra per Barsanti”. “Il vero centrodestra siamo noi”, ha dichiarato Barsanti, presentandosi come profilo moderato, in discontinuità con le posizioni espresse solo pochi anni prima. Eppure solo lo scorso marzo, quando il consiglio comunale lucchese ha approvato la mozione per chiedere lo scioglimento di Forza Nuova e di tutti i movimenti politici di ispirazione neofascista, Barsanti ha votato contro la mozione perché “ha poco senso presentarla in consiglio comunale a Lucca” e “non mi sognerei mai di chiedere lo scioglimento di un movimento o un partito contrario alla mia ideologia. Sono contro ogni legge liberticida”.

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