L'ex ciclista e disigner inglese ha firmato il prototipo elettrico reinventato da una versione speciale a tiratura limitata (1800 pezzi) del 1998, presentato dal marchio inglese del gruppo Bmw alla kermesse milanese
Paul Smith è un personaggione e la sua liaison con la Mini un perfetto british tandem. E diciamo tandem non ha caso. Smith, che è nato nel luglio del 1946 a Nottingham, voleva correre in bici non solo per passione ma anche per professione. Un brutto incidente gli ha stroncato la carriera a due ruote ma non ha mai abbandonato il modo della bici, e infatti ha collaborato con un mito del ciclismo inglese anzi, il mito. Con Bradley Wiggins, che come Smith è diventato Sir, ha fatto diventare iconico in quattro e quattr’otto il marchio Rapha, il più snob-ma-minimalista (e ovviamente piuttosto caro) che si possa vedere addosso ai ciclisti.
In occasione del modaiolissimo fuorisalone di Milano, Paul Smith ha presentato nel suo show-room milanese di viale Umbria la Mini Re-Charged. Alto come un cronoman alla Filippo Ganna e con una verve UK in stile alla Ricky Gervais (ma senza parolacce), affiancato dal capo dello stile Mini, il tedesco Oliver Heilmer, ha raccontato la genesi del prototipo elettrico reinventato da una versione speciale a tiratura limitata (1800 pezzi) del 1998, nella quale Smith aveva messo lo zampino e infatti si chiamava Mini Paul Smith Edition.
Louis Armstrong per la cucina della sua casa a Corona, Queens, New York, aveva voluto che il colore dei mobili fosse lo stesso della sua Chevrolet azzurra. Paul Smith ha fatto il percorso inverso, scegliendo per la carrozzeria della Mini una tinta uguale, o molto simile, a quella di una delle sue camicie preferite. Naturalmente, in piena conferenza stampa ha sventolato un esemplare della camicia blu a mo’ di bandiera a due passi dalla Mini elettrica e minimalista che rivisita la Special del 1988.
Tra una battuta e l’altra, il designer inglese è anche salito al posto di guida facendo notare quanto fossero lunghe le sue gambe: nessun problema, il volante si stacca così anche gli spilungoni entrano ed escono agevolmente dalla nuova-vecchia Mini. All’interno, l’asciuttezza del progetto è esaltata dal pianale non rivestito e dagli spartani tappetini in gomma riciclata. A un magnete a lato del volante si attacca lo smartphone che sostituisce le funzioni degli abituali pulsanti e bottoni. Rinuncia al superfluo e alta tecnologia si fondono con nonchalance. E sul cruscotto, in pratica spunta solo il tachimetro. Il motore elettrico montato sul prototipo Paul Smith è lo stesso, con 72 kiloWattora di potenza, che equipaggia la Mini Cooper SE elettrica regolarmente in vendita.
A pochi metri dal gioiellino ”blu camicia di Paul Smith” si è fatta ri-ammirare la Mini Strip,il divertissement 2021 della affiatata coppia Smith-Heilmer. Un prototipo spassoso e curioso, con le maniglie in corda, il sughero in luogo delle plastiche, i cavi a vista, materiali riciclati come se non ci fosse un domani e la carrozzeria grezza e praticamente già segnata. Lo producessero davvero, spaccherebbe.