“Si tratta di un caso unico al mondo, perché di solito non si verifica negli atleti di punta, in quanto non consente loro di praticare le rispettive discipline come vorrebbero. Ancor meno se parliamo di tennisti d’élite come Rafa Nadal, che è l’unico atleta della sua categoria in grado di sopportare questa sindrome e continuare a giocare ai massimi livelli. Credo che al livello in cui gioca Rafa sia un caso unico”. Parola di Angel Ruiz-Cotorro, il medico che sta cercando di curare il campione maiorchino e che alla radio Cadena Ser ha spiegato nel dettaglio la malattia che sta mettendo a rischio il prosieguo di carriera del re del Roland Garros. Le immagini di Nadal in stampelle e con difficoltà a deambulare, in effetti, hanno fatto il giro del mondo, alimentando le voci su un suo possibile ritiro.
Cotorro non è entrato nel merito sportivo della vicenda, ma ha dettagliato le condizioni cliniche del suo paziente: “Conosco il piede di Rafa meglio di quanto conosca il mio” ha detto il professionista che cura il tennista ormai da un decennio. La patologia di cui soffre Nadal sin dall’adolescenza è “un’anomalia o displasia dello scafoide che si manifesta nell’infanzia e di cui si soffre in età adulta. Abbiamo usato tutti i mezzi a nostra disposizione per prolungare la sua carriera” ha aggiunto Cotorro, secondo cui “questa sindrome colpisce principalmente una delle ossa al centro del piede, tra l’astragalo e le ossa cuneiformi, che, dopo essere stata sottoposta a forti sollecitazioni, perde la sua vascolarizzazione e diventa necrotica”. Tradotto: negli atleti come Nadal la peggiore conseguenza possibile del male è la disintegrazione dell’osso, che può finire anche per appiattirsi o addirittura frammentarsi e svilupparsi in un’osteoartrite con riduzione dell’arco plantare.