Approfondimenti immediati sul mancato arresto di Daniele Bedini e sul percorso giudiziario del presunto assassino delle ex compagne a Vicenza. La ministra della Giustizia Marta Cartabia invia gli ispettori a Massa e nella città veneta per comprendere se tutto ha funzionato come avrebbe dovuto nei tribunali nelle vicende del falegname 32enne accusato dell’omicidio di Nevila Pjetri e Camilla Bortolotti, anche lei uccisa con due colpi di piccolo calibro alla testa, nonché di Zlatan Vasiljevic, l’uomo che ha ammazzato l’ex moglie Lidia Miljkovic e l’ex compagna Gabriela Serrano prima di togliersi la vita.
In relazione a quest’ultimo episodio, il primo passo dell’ispettorato – una volta aperto un fascicolo – sarà chiedere una relazione ai vertici degli uffici giudiziari, visto che l’uomo – arrestato nel 2019 per i maltrattamenti a Miljkovic – aveva poi avuto tutte le misure revocate in seguito a un percorso riabilitativo per uomini violenti. Sul mancato arresto di Bedini, dopo che era diventata definitiva la sua condanna a 3 anni per rapina aggravata, Cartabia ha invece chiesto ai suoi ispettori di avviare approfondimenti e in attesa degli esiti di questa attività, anche il procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvi, che condivide con la ministra la titolarità dell’azione disciplinare nei confronti dei magistrati, ha iscritto un procedimento conoscitivo.
Oggi intanto i carabinieri del Ris di Parma hanno iniziato gli accertamenti sul pickup bianco in uso a al falegname accusato dell’omicidio di Pjetri, la prostituta di 35 anni il cui corpo è stato trovato domenica sul greto del torrente Parmignola a Marinella di Sarzana, e indagato anche per l’omicidio di Bertolotti, la donna trans uccisa il giorno dopo a 3 chilometri di distanza dal luogo di ritrovamento del primo cadavere.
Dall’autopsia eseguita oggi è emerso che anche lei è stata uccisa con due colpi di pistola di piccolo calibro sparati nella parte sinistra della testa. L’omicidio presenta dunque più di una analogia con quello di Pjetri. I due proiettili sono stati ritenuti dal cranio e potranno così essere comparati con quelli recuperati dall’altro cadavere. Secondo quanto accertato dal medico legale, il corpo della donna trans era coperto i graffi a causa del trascinamento del cadavere in una zona piena di sassi e rovi. L’epoca della morte è stata fissata nella notte tra domenica e lunedì, 24 ore dopo la morte di Pjetri.
Accertamenti verranno eseguiti anche sulla Ford Fiesta della donna trans: in quell’auto, ritrovata tra l’altro con il quadro ancora acceso, erano state rintracciate tracce di sangue sul tappetino e due bossoli di proiettili calibro 22. Oggi Bedini è stato interrogato, avvalendosi della facoltà di non rispondere, nell’udienza che stabilirà o meno la convalida del fermo. I sommozzatori dei carabinieri, impegnati tutto il giorno nelle acque del torrente alla ricerca di elementi utili per l’indagine, sono rientrati a Genova mentre proseguono le ricerche nelle zone dei delitti di materiali utili alle indagini. Non è escluso, anche se gli investigatori non ne danno conferma, che qualcosa di importante per le indagini in corso sia già stato ritrovato.