Il grande giorno è arrivato. L’appuntamento per le nozze tra Alberto Matano, 49 anni, e l’avvocato cassazionista Riccardo Mannino, 55, è previsto per il tardo pomeriggio di oggi, sabato 11 giugno, e si annuncia come il matrimonio dell’anno. Dopo quindici anni d’amore, il giornalista e il compagno hanno deciso di fare il grande passo e di farlo in grande stile con una festa per 200 invitati nel resort del super chef Antonello Colonna, a Labico, nel cuore dei Castelli Romani, buen retiro amato delle celebrità di tutto il mondo. Ecco tutti i dettagli sull’evento, dagli invitati ai regali.
ALBERTO MATANO SPOSA RICCARDO MANNINO (E LA VENIER CELEBRA) – «Durante una cena, un paio di mesi fa, Mara, la nostra amica del cuore ha detto che sarebbe stato bello che noi ci sposassimo. Riccardo ha detto subito di sì. Era euforico. Io anche ero contento», ha raccontato Alberto Matano in un’intervista al Corriere della Sera firmata da Walter Veltroni, a poche ore dalle nozze. E sarà proprio la Venier, con tanto di fascia tricolore, ad officiare l’unione civile davanti a 200 invitati, tra cui familiari, amici e colleghi degli sposi. «Alberto e Riccardo sono una coppia meravigliosa ma anche riservata, autentica, bellissima, abbiamo iniziato a fare le prove generali del giorno più bello in provincia di Roma. Ma dettagli e i particolari in cronaca non sarò io a fornirli», si è lasciata scappare la “Zia Mara”.
LA CRISI PRIMA DEL SÌ – Ma prima di arrivare ad ufficializzare il sì, la coppia ha dovuto superare una piccola “crisi”, come ha rivelato lo stesso giornalista. «Nel fine settimana, sono entrato in crisi. Ho pensato a tutto quello che ci circondava, alla dimensione esterna di qualcosa che ci riguardava così privatamente. La sera, a casa, abbiamo parlato, abbiamo discusso, ci siamo accapigliati, ci siamo abbracciati e abbiamo deciso che sì, era la cosa giusta da fare. Oggi celebreremo un amore che merita un vestito formale». A proposito di vestiti, top secret le notizie sugli abiti degli sposi: ma c’è chi sussurra che Matano indosserà un abito sartoriale di Dolce e Gabbana, gli stilisti che lo vestono da anni anche a Vita in diretta.
I 200 INVITATI E LE LISTE NOZZE – Tra i duecento ospiti, oltre ai famigliari, tanti i volti noti previsti ma per ora non c’è nessuna lista ufficiale. Ma pare certo che ci saranno gli amici più cari degli sposi, tra cui Giuliano Sangiorgi dei Negramaro e le colleghe del Tg1 Costanza Crescimbeni, Emma D’Aquino e Maria Luisa Busi, e ancora Claudio Santamaria e Francesca Barra, lo scrittore Luca Bianchini, il deputato del M5S Vincenzo Spadafora. Top secret la questione regali, ma secondo Repubblica «si parla addirittura di tre liste di nozze».
LA LOCATION E IL MENÙ – Chissà se nel menù del matrimonio, firmato da Antonello Colonna ci sarà anche il “negativo di carbonara”, uno dei piatti iconici dello chef stellato, una pasta ripiena ispirata al tradizionale piatto romano. Gli sposi e gli invitati lo scopriranno solo una volta attovagliati, perché si sussurra di una “menù al buio”. «Gli sposi mi hanno lasciato carta bianca. Sarò libero di esprimermi», ha spiegato a Repubblica il cuoco cult, che nella sua leggendaria carriera ha cucinato anche per la Regina Elisabetta, per i reali di Svezia e per super star come David Bowie.
LE RIVELAZIONI DI MATANO PRIMA DELLE NOZZE – Proprio prima delle nozze Matano ha rilasciato una lunga intervista al Corriere in cui si racconta a cuore aperto, come forse non aveva mai fatto prima d’ora. Tra i passaggi più intensi, quelli sul bullismo subito durante l’adolescenza. «Attorno ai 14 anni mi sono accorto con dolore che non crescevo. I miei amici erano almeno venti centimetri più di me. E allora la mia stanza si chiuse a chiave, come un riparo dal mondo. Perché fuori mi sembrava che le cose andassero a rovescio. Ho sofferto il bullismo. Mi isolavano dai giochi, mi prendevano in giro, mi sentivo ai margini della vita», rivela il giornalista. Che poi ha trovato una chiave di volta per uscire da quella situazione: «Ho trovato la forza e tutto quello che di buono mi sta accadendo è figlio di quella volontà di non subire. In terza liceo, dopo un’estate, sono cresciuto e sono diventato come sono ora». Non manca poi una rivelazione sul suo passato eterosessuale e sul successo con le ragazze. Poi qualcosa cambia, a 24 anni, quando interruppe una storia d’amore. «Capivo che dentro di me c’era altro, che dovevo esplorarmi, capirmi. Per dieci anni sono stato irrequieto. Cercavo un’appartenenza, anche esasperata. Pensavo che questo mi desse sicurezza. Qualcuno ci riesce. A me invece un’identità chiusa stava stretta», spiega. Ad aiutarlo, un’amica psicoterapeuta: «Un giorno mi ha parlato del continuum psicosessuale come di un punto dove ciascuno di noi si può trovare, che non è mai uguale a quello di un altro. Poi è arrivato Riccardo e tutto, nella mia vita, si è stabilizzato. La mia stabilità è stata una persona, non un’identità».