Anche gli Stati Uniti, pur essendo diventati con il fracking grandi produttori di idrocarburi, fanno i conti con fortissimi rincari della benzina. Aspetto a cui gli automobilisti Usa, complici le elevate cilindrate medie, sono decisamente sensibili. Con l’avvicinarsi delle elezioni di metà mandato, il prossimo novembre, prezzi alla pompa a 5 dollari a gallone (3,7 litri) e inflazione ai massimi da 40 anni rappresentano un gigantesco rompicapo per il presidente Joe Biden. Che venerdì non ha nascosto l’irritazione nei confronti delle grandi compagnie: Exxon ha “guadagnato più soldi di Dio quest’anno. Faremo sì che tutti conoscano i suoi profitti. Inizi a investire e pagare le sue tasse, grazie“, ha scandito visitando il porto di Los Angeles. Il gruppo texano stima di registrare quest’anno 43 miliardi di utili, il secondo miglior risultato della storia, ricorda Bloomberg.

L’inquilino della Casa Bianca non ha chiarito se intenda colpire gli “extraprofitti” del comparto energetico come stanno facendo alcuni Paesi europei, ma ha lamentato che i produttori in questo momento “non estraggono” perché “fanno più profitti non producendo petrolio” e “ricomprando le loro stesse scorte”, cosa che “francamente dovrebbe essere tassata”. In questo modo i prezzi salgono e “non fanno nuovi investimenti”. Di qui l’invito a iniziare a trivellare: “Ci sono oltre 9mila concessioni per le trivellazioni”.

Un portavoce della compagnia ha fatto sapere che Exxon “è in contatto regolare con l’amministrazione, li abbiamo informati degli investimenti pianificati per aumentare la produzione ed espandere la capacità di raffinazione negli Usa”. La compagnia punta ad aumentare la produzione nel campo petrolifero Permian Basin del 25% quest’anno e di aumentare la capacità di raffinazione di 250mila barili al giorno “equivalenti a una nuova raffineria di media taglia”.

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