Al rientro dopo tre mesi di stop, il tennista numero 1 italiano riesce subito a imporsi: contro il padrone di casa la spunta per due volte al tie-break: 9-7 il primo, 7-5 il secondo. Dove non arriva ancora la forma, non sono mancanti testa e classe. E il solito servizio
Di solito i giocatori che rientrano da un infortunio hanno bisogno di un periodo di rodaggio. Di riprendere la forma e la confidenza con il ritmo partita. Pure Matteo Berrettini non sfugge a questa regola: nei suoi match sull’erba di Stoccarda è apparso appesantito, a tratti ancora fuori ritmo. Alla fine, però, il suo tennis è tornato subito a essere vincente e a far meravigliare: il tennista romano ha battuto in due set il padrone di casa Oscar Otte, conquistando la finale. Domani (domenica) si gioca il titolo, ma già questo è un risultato insperato e incredibili per quello che ha dovuto passare negli ultimi tre mesi.
Dopo l’operazione alla mano destra, Berrettini per 4 settimane non ha potuto nemmeno impugnare la racchetta. In tutto è rimasto ai box la bellezza di 84 giorni. Ma non si è dimenticato come far male con il suo gioco e il suo servizio: dopo aver sconfitto Albot e l’amico Sonego (sempre in tre set), con Otte ne sono bastati due, ma tiratissimi. Per due volte il numero italiano l’ha spuntata al tie-break: 9-7 il primo, 7-5 il secondo. Dove non arriva ancora la forma, non sono mancanti testa e classe. E il solito, maestoso, servizio.
“Vincere sul campo centrale in Germania contro un tedesco? Forse avrò origini tedesche…”, ha scherzato Berrettini commentando a caldo il risultato. “Ma vedo anche tante bandiere italiane e ringrazio: probabilmente anche qui amano il mio gioco. Ho chiesto molto al mio servizio, oggi. Sono contento di esserci riuscito”, ha spiegato poi il romano, confermando quanto sia stato decisiva la sua battuta per contenere Otte. La chiave, infatti, è stata non concedere nemmeno un break al suo avversario, costringendolo a giocarsi tutto nei due tie-break.