L’uso obbligatorio a scuola dei dispositivi di protezione sanitaria divide il governo, con il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi che propone di scaricare la responsabilità sui presidenti di commissione. Alla prima prova per 539.678 studenti mancano meno di due settimane
È battaglia sulla questione mascherina alla maturità. Il governo Draghi si divide anche su questo tema. Da una parte il ministro della Salute, Roberto Speranza, deciso a farla indossare, dall’altra il sottosegretario dello stesso dicastero, Andrea Costa, che ha spiegato ancora oggi: “Gli esami di maturità devono svolgersi senza mascherina, è una questione di coerenza e di responsabilità. Siamo al lavoro per un nuovo decreto”. In mezzo, il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, che ha scelto la di lanciare la palla nel campo degli altri: “Saranno i presidenti di commissione a decidere”. Una soluzione che non piace al presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, che ha rispedito al mittente la proposta: “Non penso possa essere un presidente a decidere: o c’è una ragione sanitaria o non c’è”.
A prendersela con il professore ferrarese è anche l’ex ministra Lucia Azzolina che dalla sua pagina Facebook scrive: “Io non ho più parole. Fare il ministro vuol dire assumersi la responsabilità di una decisione, non scaricarla sugli altri. Oggi con il 99% delle attività libere dalle mascherine, la scuola deve essere l’unica a vivere questa confusione? Ma è mai possibile che un ragazzo possa andare a un concerto con altre 20mila persone, a cantare, ballare, abbracciarsi, senza mascherina per poi doverla indossare il giorno dopo all’esame? Ma che senso ha?”. Intanto però il Tar della regione Lazio ha respinto il ricorso del Codacons contro l’ordinanza del ministero della Salute del 28 aprile scorso e ha dichiarato la legittimità costituzionale del decreto numero 24 del 2022 che stabilisce l’uso obbligatorio a scuola dei dispositivi di protezione sanitaria fino al prossimo 31 agosto.
A meno di due settimane dalla prima prova (22 giugno) per i 539.678 studenti delle secondarie di secondo grado è scattato il toto–tema: gli studenti da qualche giorno hanno saputo i nominativi dei presidenti delle commissioni per l’esame del secondo ciclo d’istruzione (sono consultabili online nella sezione del Miur dedicata agli esami). I ragazzi puntano sul trentesimo anniversario delle stragi di Capaci e via d’Amelio, un titolo che potrebbe essere quasi scontato. C’è chi pensa ad uno scritto sulla guerra in Ucraina o sulla pandemia. Tra i più papabili la questione climatica che in quest’ultimo anno è spesso tornata a far capolino. Se si guardano gli anniversari spunta pure il nome di Giovanni Verga, del quale si ricordano i cento anni dalla morte. Ma quest’anno si è ricordato anche il centenario della nascita del maestro Mario Lodi e i settecento anni dalla morte di Dante. Altra ricorrenza: i cento anni dalla nascita di Pier Paolo Pasolini, anche se in molti pensano che questo ministero non azzarderebbe così tanto. In tanti scommettono sul tema della parità di genere sul quale il ministro Bianchi è molto sensibile. Non mancano tra le tracce messe in campo i cent’anni dalla nascita di Margherita Hack; i trent’anni dal Trattato di Maastricht; per l’ambito storico i 150 anni dalla morte di Giuseppe Mazzini; gli 80 anni dall’attacco di Pearl Harbor e soprattutto i vent’anni dall’attentato alle Torri Gemelle.
In queste ore sono ai nastri di partenza le prove della secondaria di primo grado che si svolgeranno nel periodo compreso fra il termine delle lezioni e il 30 giugno. Al netto degli scrutini, ad oggi sono iscritti agli esami 565.630 studentesse e studenti, dei quali 560.933 interni e 4.697 esterni. Alle superiori, invece, sono 539.678 i maturandi dei quali 522.873 interni e 16.805 esterni. Di questi, 192.828 sono gli allievi degli istituti professionali; 167.718 quelli dei tecnici e 262.327 i liceali. Dopo la prima prova, il 22 giugno, l’indomani scatterà la seconda prova scritta, diversa per ciascun indirizzo, che riguarderà una disciplina tra quelle caratterizzanti il percorso di studi. Quest’anno la prova sarà predisposta dai singoli istituti, che potranno così tenere conto di quanto effettivamente svolto dai ragazzi durante l’anno scolastico, anche in considerazione dell’emergenza pandemica.