La stretta sul costo del denaro annunciata dalla Bce avrà un effetto a cascata anche sui mutui. Chi ha comprato casa con un prestito a tasso variabile subirà l’impatto più immediato: le rate saliranno già da luglio, quando arriverà il primo rialzo del tasso di riferimento di 25 punti base, e un nuovo aumento scatterà a settembre con l’annunciato secondo ritocco da parte dell’Eurotower. Per chi ha un tasso fisso non ci sono conseguenze, ma a subire le ricadute sarà chi aveva in progetto di chiederlo per acquistare un immobile nei prossimi mesi: le offerte sono già diventate via via meno convenienti e da ora in poi si assisterà a ulteriori rialzi dell’Irs, l’indice di riferimento per questi prestiti.
Per i mutui a tasso variabile il canale di trasmissione è l’indice Euribor: attualmente quello a tre mesi è sottozero (-0,30%), ma alla luce dell’andamento dei future a fine anno sfiorerà l’1%, calcola Facile.it. Se oggi il tasso variabile medio per un finanziamento da 120.000 euro da restituire in 20 anni è pari a 0,85%, con una rata mensile di 544 euro, entro dicembre l’importo potrebbe essere più pesante di circa 75 euro. Tra dodici mesi (a giugno 2023), secondo il comparatore di offerte l’indice potrebbe arrivare a circa 1,75% il che farebbe salire il tasso variabile a 2,95% e la rata del muto a 663 euro, vale a dire quasi 120 euro in più rispetto a oggi. A dicembre 2027, le previsioni danno l’Euribor intorno al 2,10%. In questo caso il tasso salirebbe a 3,30% e la rata mensile a 684 euro. Ma in questo orizzonte temporale tutto può succedere, compreso un nuovo cambio di orientamento della politica monetaria.
Per quanto riguarda i tassi fissi, il tasso annuo nominale a partire da 2021 è già salito notevolmente complice l’aspettativa di uno stop alle politiche iper espansive della banca centrale. Oggi, stando alle rilevazioni di Facile.it, per un mutuo medio è difficile trovare opzioni sotto il 2,4%. Del resto l’indice di riferimento si è impennato: l’Irs a 20 anni a fine novembre era allo 0,34%, ora è sopra il 2,1%. Per chi deve comprare, al momento il variabile resta assai più conveniente, con indici che partono da 0,65%. Ma sono destinati presto a salire.