Il progetto Gaia Hubs, ideato da Lia Calloni, punta a unire servizi a persone in un luogo riconoscibile e diffuso per le città: un punto ogni 60mil abitanti. L'idea, ancora in divenire, sarà presentata al Mare Culturale Urbano di Milano nel corso di tre giornate
Nel 2021 le nascite sul territorio nazionale non hanno superato le 400mila unità. Sono diminuite dell’1,3% rispetto al 2020 e sono il 31% in meno rispetto al 2008, anno di massimo relativo più recente. Pesa la pandemia, ma il calo demografico è in corso ormai da anni. Come ricorda Openpolis, è iniziato nel 2009 e dal 2014 i nuovi nati non hanno più raggiunto le 5oomila unità. L’anno scorso, per la prima volta, la discesa sotto le 400mila. “Il peggio è la solitudine. Quando si diventa genitori si è soli. Gli aiuti dall’esterno sono pochi, le famiglie spesso sono distanti. Manca la comunità, la rete. Può essere composta sia da persone con figli sia da persone che non ne hanno, ma il punto rimane uno: le braccia dei soli genitori non bastano”. Lia Calloni, ingegnere industriale e mamma, è partita da qui per ideare Gaia Hubs, il progetto (in divenire) che punta a costruire hub di quartiere che funzionino come aggregatori di servizi per le famiglie: “Per esempio, abbinare ambienti di co-working a spazi per il nido. Punti che distribuiscano informazioni pratiche sull’infanzia. Un banco dedicato al prestito e allo scambio di oggetti. E poi un ristorante adattato ai bambini, che faccia pasti caldi in vari momenti della giornata, per figli e genitori. E ancora, l’erogazione di corsi: di musica, di ginnastica, di qualsiasi cosa. Vogliamo permettere ad adulti e bambini di coltivare i loro interessi nello stesso luogo”. Un centro ogni – circa – 60mila abitanti, in cui possano andare – sempre all’incirca – 80 famiglie distribuite nel corso di tutta la giornata. Il progetto segue il solco tracciato dalla ‘città dei 15 minuti’, che punta distribuire tutti i servizi in modo tale da renderli raggiungibili a piedi in un quarto d’ora. E la fruizione, specifica Calloni, è doppia. “La nostra idea è ricreare la dimensione del ‘villaggio’, ritenuto così utile per la crescita dei bambini”.
Il progetto, che al momento è ancora in fase teorica, sarà raccontato nel corso di tre domeniche – 12, 19 e 26 giugno – al Mare Culturale Urbano di Milano con gli eventi Gaia On The Road: “Si tratterà di un primo incontro con il pubblico, un momento cruciale per lo sviluppo della nostra idea. Un’occasione in cui renderemo il villaggio realtà, con attività dedicate alle famiglie e ai bambini da 0 ai 6 anni”, prosegue Calloni. L’hub di quartiere punta a rendere più facile, così, la combinazione lavoro-famiglia, da sempre una croce soprattutto per le donne. E l’occupazione femminile, infatti, ne risente: secondo i dati Istat di marzo 2022 si è registrato in gennaio un calo del lavoro di 7mila occupati. E il saldo negativo deriva proprio dal calo delle donne occupate, diminuite di 77mila unità. La caduta deriva, probabilmente, dal fatto che a gennaio sono venuti meno i contratti a termine attivati per il periodo delle festività natalizie. “Vorremmo inserire nel territorio una realtà che al momento manca. Certi servizi ci sono, ma nascono sempre dalla buona volontà di proprietari di locali che si sono immedesimati nella difficoltà di crescere figli senza aiuti”, prosegue Calloni. “E non sempre possiamo puntare sui nostri vicini: per esempio, le grandi città sanno essere dispersive. E poche volte si ha la confidenza necessaria per lasciare i bambini a casa di una coppia di amici”. Unire servizi a persone, in un luogo riconoscibile: “Non ci sono posti dove andare con i bambini piccoli. Io, per esempio, portavo la mia in un famoso negozio d’arredamento molto ben attrezzato. Ma è normale trovarsi a poter andare solo lì perché non ci sono alternative?”