Basta bonus e interventi fiscali una tantum, servono misure strutturali. È la posizione del segretario generale della Cgil Maurizio Landini, che in un’intervista al quotidiano La Repubblica boccia quanto fatto finora dal governo di Mario Draghi per sostenere salari e pensioni delle fasce più deboli, a partire dalla riforma dell’Irpef di gennaio, dove l’esecutivo ha ridefinito aliquote, scaglioni e detrazioni. “Contro quelle misure fiscali la Cgil insieme alla Uil ha scioperato. La situazione attuale dimostra che avevamo ragione. L’intervento del governo ha, nei fatti, finito per favorire i redditi più alti, quando l’80% dei lavoratori sta sotto i 30 mila euro. L’inflazione è una tassa occulta che colpisce chi guadagna meno ed ora sono tanti i lavoratori e i pensionati che non arrivano a fine mese. Siamo in emergenza ed è bene che il governo lo capisca”. Insufficienti, dice Landini, anche i 200 euro che a luglio finiranno nelle buste paga fino a 35 mila euro: “La situazione sociale sta diventando esplosiva, ne servirebbero duecento al mese”.
Interventi strutturali, dunque. Che però il governo non prevede di discutere prima dell’autunno, quando metterà in cantiere la nuova legge di bilancio. Anche l’ipotesi di raddoppiare lo sconto contributivo previsto nella scorsa manovra per 13 milioni di lavoratori non andrà comunque oltre il 2022. Di fronte allo spread che risale bisogna poi evitare nuovo deficit e l’esecutivo ha escluso in modo categorico scostamenti di bilancio per gli interventi di sostegno all’economia di quest’anno. “Le risorse ci sono, basta decidere dove andarle a prendere – ribatte Landini a Repubblica – Penso a tutti i settori che hanno ottenuto extraprofitti durante la pandemia: c’è il settore dell’energia ma anche quello farmaceutico, per esempio. E poi vorrei capire perché, tra l’altro, le tasse sulle rendite finanziarie e sugli affitti, con il meccanismo della cedolare secca, debbano essere inferiori a quelle che gravano sul lavoro. Perché si penalizza il lavoro?”. E senza indugi rilancia sulla tassazione di rendite e affitti: “Va fatto, insieme ad una riforma fiscale complessiva fondata sul principio costituzionale della progressività“. Compreso, se necessario, “un contributo straordinario a carico di chi ha di più. Si chiama solidarietà“.
Ma ci sono anche le responsabilità del sindacato, “”autorità salariale” non estranea all’abbassamento dei salari”, gli ricorda il giornalista Roberto Mania. “Si cominci a rinnovare i contratti scaduti e lo si faccia, come chiediamo, sulla base del tasso di inflazione effettiva e non di quella depurata dai fattori energetici”. E poi l’immediato recepimento della direttiva europea sul salario minimo e una legge sulla rappresentanza che “stabilisca per legge la validità erga omnes dei contratti di lavoro certificando anche la rappresentanza delle organizzazioni sindacali e datoriali che li stipulano”. E precisa: “Efficacia che deve riguardare non solo i trattamenti economici complessivi ma pure le ferie, la malattia, il Tfr, gli infortuni e gli altri istituti contrattuali, per stabilire una soglia di diritti che valga per tutto il mondo del lavoro”. Da ultimo, Landini chiede la cancellazione delle “forme contrattuali più assurde, come, tra le altre, il lavoro a chiamata” e l’introduzione di “un unico contratto di ingresso a contenuto formativo finalizzato alla stabilità occupazionale”.
Per dirla con Bersani, c’è sempre la mucca nel corridoio, e cioè la crescita economica dell’Italia, senza la quale “nemmeno il lavoro può aumentare e migliorare”, fa notare l’intervistatore. Il tema, dice il segretario della Cgil, “è fare sistema”. Investimenti pubblici e privati, dunque, ma anche la necessità di “indirizzare, con le dovute garanzie, le ingenti risorse (oltre 100 miliardi) dei fondi previdenziali verso investimenti che facciano crescere il nostro Paese e creino nuovo lavoro”. E spiega: “Da una parte garantisco una quota della mia pensione, dall’altra il lavoro di mio figlio. Il nostro è un Paese con un alto debito pubblico ma anche un alto tasso di risparmio privato che con adeguati strumenti finanziari andrebbe orientato a fare sistema per ricostruire il nostro apparato manifatturiero e dei servizi avanzati”.
Da ultimo, Landini torna a bacchettare Draghi: “Su tutte le questioni industriali c’è una grave carenza di iniziativa da parte del governo“. Quanto ai dati Istat sulla produzione industriale che ad aprile registra per l’Italia una performance migliore di Francia e Germania, il sindacalista rilancia, rivendicando che il dato rafforza il suo giudizio: “Il mercato da solo non metterà mai le cose a posto. Anzi. Servono gli investimenti sul fronte della transizione energetica e climatica ma anche per rilanciare il lavoro privato e pubblico. Non è più tollerabile una situazione di tale precarietà nel sistema di welfare, a cominciare dalla sanità e dalla scuola. Per queste ragioni la Cgil ha promosso per sabato prossimo a Roma una grande assemblea-manifestazione, che si terrà in piazza del Popolo, e avvierà il congresso confederale”