I positivi a Milano si sono quintuplicati nel corso di una settimana: venerdì 10 giugno erano 1.095, mentre il venerdì precedente erano 261. L’aumento è di circa il 48 per cento, ma tenendo presente che sette giorni fa i dati facevano riferimento al 2 giugno (giorno festivo), quando furono effettuati solo 70mila tamponi. Secondo Carlo La Vecchia, epidemiologo e docente di Statistica medica alla Statale intervistato da Il Corriere della Sera, in questo aumento gioca un ruolo primario Omicron 5, ” che ha un R0 molto elevato, intorno a 20. L’ondata di marzo è stata dettata da Omicron 2, è probabile che si arrivi a una situazione analoga”. Omicron 4, invece, “non ha avuto quasi nessun impatto”. Va sottolineato, prosegue dalle pagine del quotidiano, che “il quadro clinico provocato da questa ultima forma del virus non è cambiato”.
I sintomi sono perciò lievi. Invece, spiega La Vecchia, i pazienti ricoverati sono in maggioranza persone che vanno in ospedale per altre patologie e, in aggiunta, contraggono il virus. Che futuro avrà? Secondo La Vecchia “Non scomparirà, ma vediamo che continua a dare impatti clinici sempre minori”. E, chiude, “avremo probabilmente un vaccino più specifico per Omicron. L’ipotesi di una variante più resistente e che porti una malattia più grave esiste, ma è molto improbabile”. Consiglia, infine, sia ad anziani sia a fragili di sottoporsi al secondo booster di vaccino, in modo da proteggersi nel tempo.