Un’opportunità per l’economia del territorio o una costruzione che toglierà del verde a un intero quartiere? Il nuovo polo logistico di 6 ettari di Pam Panorama fa discutere Alessandria. I capannoni sanno costruiti a pochi metri dai condomini del Villaggio Europa. La giunta di centrodestra – guidata da Gianfranco Cuttica di Revigliasco – ha approvato il progetto, nonostante il parere contrario della Provincia. I cittadini però non ci stanno. Un comitato ha raccolto più di 100 adesioni per ricorso al Tar e in Regione. Preoccupano l’inquinamento acustico e ambientale: nell’area entreranno circa 150 mezzi al giorno. “Questo è l’ex letto del fiume Bormida – afferma Michelangelo Serra, capogruppo del Movimento 5 stelle in comune e tra i contrari al progetto – Poteva essere un parco naturale, il polmone verde della città o diventare un polo sportivo o un altro centro per la cittadinanza”. I terreni in questione però “non sono mai stati agricoli o giardini, sono edificabili dal 2000”, ribatte Alessandro Riolfo, Real estate manager di Pam Panorama. Alessandria per la sua posizione, tra Milano, Torino e il porto di Genova si è sempre prestata a uno sviluppo come città logistica, concorda anche il vicesindaco e assessore all’Urbanistica Franco Trussi. L’attuale amministrazione è però accusata di aver accelerato i lavori in vista delle elezioni comunali: “Per varie vicissitudini questo progetto è da vent’anni – risponde Trussi – Viviamo un gap come comunità. Dobbiamo superarlo, ora o mai più”.
Il Villaggio Europa è un quartiere residenziale, nato tra gli anni Sessanta e Settanta in prossimità dell’autostrada per Torino. Attualmente ci vivono circa 10mila persone. “È un luogo tranquillo, circondato da centri anziani e campi sportivi – spiega Serra – C’è solo una centrale del teleriscaldamento”. Pam Panorama ha comprato il terreno nel 2000. “Lì doveva sorgere un’area fiere. Nel 2018 abbiamo solo chiesto un cambio di destinazione d’uso”, dice Riolfo. Ora il gruppo intende investire 6 milioni di euro in magazzino per la grande distribuzione organizzata e una catena del freddo per i surgelati. Anche se non sono mai stati un giardino o un parco naturale, i terreni vicino al Bormida hanno sempre rappresentato un importante presidio verde per la popolazione locale. “C’è sempre stato poco traffico – obiettano i cittadini – Con il nuovo polo invece i livelli di inquinamento acustico, atmosferico e termico cresceranno. I camion infatti si muoveranno di giorno e di notte”. Il timore dei cittadini è che cali la qualità di vita, con essa i prezzi delle case. “Secondo uno studio della Gabetti del 2019, il valore immobiliare è inferiore del 20 per cento nei quartieri rumorosi”, afferma Serra. Inoltre, a suo avviso, Alessandria è in “un bacino, tra le montagne e la Pianura Padana dove si concentrano tutti gli inquinanti – continua il consigliere comunale – Il Villaggio Europa, dove vivo, è periferico e non ne soffre di picchi di concentrazione. L’asfaltatura e la cementificazione dell’impianto industriale avranno di sicuro un effetto peggiorativo”.
Gli studi sul traffico prevedono l’ingresso nel polo Pam Panorama di circa 120-150 mezzi al giorno. Però “un’analisi più ampia ci dice che questa microarea vede già 36mila mezzi equivalenti, cioè che valgono 5 auto – ribatte Riolfo – L’impatto dei magazzini sarà modesto, di solo 600 mezzi equivalenti”. Inoltre i terreni – spiega ancora il Real estate manager del gruppo – sono “in corrispondenza dell’uscita della tangenziale, a 300 metri dal centro abitato. Quindi non c’è commistione con il traffico urbano”. L’aumento del rumore – afferma l’azienda – dovrebbe essere quasi nullo. Una collinetta di 5 metri, con una barriera di dodici alberi alti 8 o 9 metri, “mitigheranno il rischio, facendo rimbalzare indietro le onde sonore”. Pam Panorama poi si è impegnata a rafforzare gli argini del fiume Bormida, già esondato nel 2011. E come ulteriore compensazione, dice ancora Riolfo, “costruiremo un impianto fotovoltaico per limitare al massimo l’acquisto di energia”. Gli abitanti del quartiere lamentano però l’impatto sul panorama dei capannoni. “Io sono un amministratore e devo fare gli interessi di tutta la comunità – ribatte il vicesindaco Trussi – Capisco possa disturbare vedere un magazzino al posto di un campo di papaveri. Ma questa potrebbe essere una svolta per il futuro della città. Vorremmo che i nostri giovani non si debbano spostare a Milano”.
Il nuovo polo dovrebbe infatti creare circa 150 posti di lavoro, “con effetti sull’economia locale: gli operai mangeranno qui, useranno le nostre lavanderie”. Potrebbe attirare “altra manodopera più specializzata – aggiunge Riolfo – Nella zona di 15mila metri quadri refrigerati si lavorerà merce di pregio, non si farà solo stoccaggio”, a differenza degli altri insediamenti. “Questo non è garantito – obietta Serra – Sarà un magazzino sullo stile di Amazon. Dal punto di vista qualitativo avremmo preferito altro”. Ribadisce poi: “In quell’area sarebbe potuto sorgere l’ospedale di Alessandria. Da anni cerchiamo una collocazione”. Per il Comune però questa destinazione non è mai stata in discussione. Riguardo invece alla contestazione della procedura, la replica è secca: il parere contrario della Provincia è arrivato oltre il limite dei 30 giorni previsto. Quindi il progetto continuerà. “Noi non chiediamo di non realizzare l’opera – conclude il capogruppo dei 5 Stelle – Ma di farla altrove”.